lunedì 23 maggio 2011

UGGGGGly!





: ché poi, il ciacolare del tempo, è un'attività davvero sottovalutata.

Cioè, sulla contrapposizione caldo/freddo ed estinzione delle mezze stagioni, ci si potrebbero scrivere dei trattati di non poca rilevanza.



Tipo, avete idea di cosa comporti, per un feticista, l'arrivo del caldo torrido senza passare dalla primavera? Comporta innumerevoli sbalzi di gusto e disgusto.



Perchè, innanzitutto, non tutti i piedi sono pronti al risveglio dal letargo.

Non tutte le unghie hanno giusta forma, tinta e lunghezza.

Non tutti i talloni hanno giusta levigatezza.

Non tutti gli odori hanno giusta freschezza.



E Dio solo sa cosa prova il povero feticista alla vista di un piede bianchiccio, molliccio e sudaticcio che pare avere un'etichetta con scritto: IO PUZZO.



No, bè, non lo sa solo Dio, cosa prova. Lo so bene anch'io.

E non si tratta di feticcio, capriccio, cicciopasticcio.

Si tratta di mera decenza.

Dimenticarsi dei piedi nei mesi che vanno da ottobre a giugno, è un atteggiamento veramente incauto.

Perchè la dice lunga sulla privacy di ognuno. E' un chiaro indizio dell'andamento della sfera intima. Giustificare la mancanza di smalto piazzando un rilassato "tantochimelivede?", fa chiaramente intendere che non stiamo parlando delle alghe e delle meduse. Mi stai palesando il fatto che non siano solo le alghe e le meduse a non vedere la moda fall/winter delle tue pinne. E' il mondo, nella sua interezza.



E, quel che è peggio, è che oltre al disgusto provato, toccato con mano, c'è il disgusto dedotto, ottenuto con intuizione.



Infatti, si vede ancora qualche genio del grunge andare in giro, all'alba del 23 maggio, con gli stivali invernali.



E si che sono australiani e a noi l'Australia ci piace. E si che sono di pelo di pecora e a noi la pecora (mmh!) ci piace. E si che sono quel brutto che piace e a noi quel brutto che piace, bè, ci piace..

.. ma, essendo che immaginare il fetore è anche peggio di sbattercisi contro..



.. gli UGG li rimandiamo a novembre, eh?



martedì 10 maggio 2011

Una signora non domanda mai l'ora, fiuta il tempo che passa.






: l'importante è costruirsi, piano piano, passo per passo. L'importante è migliorarsi nel tempo, soprattutto quello libero.



C'è chi lo fa ascoltando.

C'è chi lo fa leggendo.

C'è chi lo fa cinematografando.



Poi ci sono io.

Che lo faccio studiando i comportamenti umani.

E rido a crepapelle quando un Pincopallo a caso inneggia all'unicità di ognuno, rendendosi ancora più simile ai suoi simili.



Perchè si, per quanto demotivante, commovente, umiliante, siete (siete!) TUTTI, senza esclusione di colpi, teneramente uguali nelle reazioni e fastidiosamente differenti nelle obiezioni.



Parlo, ovviamente, di maschi alpha. Di capibranco, Di soggetti degni di studio, comunque. 

Per quanto mi si stringa il cuore per le povere cavie, non saprei partecipare attivamente nel movimento di protesta contro la vivisezione. Lascio la salvezza della massa a qualcuno con uno spirito crocerossino più accentuato.

O, meglio, a qualcuno con dei testicoli meno fragili dei miei. 



Perchè io osservo l'uomo potenziale.

Il gallo.

Lo stallone.

Il Toro.

Chi non è castrato, quantomeno.

Chi disprezza i suoi simili considerandoli buoni per pulirsi le scarpe.

Chi pretende l'apertura di un sipario, accompagnata da un applauso, ogni volta che prende la parola.

Chi, comunque, recita la parte del protagonista nonostante il suo ingaggio preveda un altro ruolo.



E la mia considerazione di questo momento riguarda la "reazione a domanda scomoda":



Come si comporta colui che, almeno anatomicamente, è in grado di produrre testosterone, davanti ad un quesito irritante?



ESEMPIO PRATICO:

Tra due persone che si frequentano da pochissimo.

Lei, con fare materno. E per materno, intendo il "fare" della madre che ha appena scoperto il 2 di matematica goffamente nascostole dal figlio. Quel "fare" da quiete prima della tempesta. Quel "fare" di un film che inizia con l'inquadratura di bambole di porcellana.

Lei, comunque: "Ma tu e A1b2c3, avete avuto una storia?"

Lui. Che fa, lui?

Oh bè, LUI, innanzitutto, si lancia con la malizia di Coccolino, nel tentativo di far fronte al contro-piede con la contro-domanda. "Perchè?" O, quella che preferisco, perchè denota un maggior sforzo mentale: "In che senso?"

Questo solo ed esclusivamente per aver qualche secondo per pensare, prima che Lei dica, ovviamente: "Ma no, così, mi è parso. Tranquillo, è un pour parler."



Ecco. Io, Giada, me stessa in qualità di me medesima, non c'è niente che mi ami di più della reazione che viene dopo il "Tranquillo, è un pour parler" che, a sua volta, viene dopo suddetta richiesta.



Perchè Lui inizia a ballare la quadriglia con gli occhi, guardando freneticamente da destra a sinistra e viceversa, quasi a voler cercare un input qualsiasi che gli dia la forza per mentire o, come accade il 99,9% delle volte, per dire la verità.

Certo, perchè dopo aver valutato la convenienza o meno di quello 0,1%, arriva l'ammissione. E, cambiando posizione, dall'accoccolato vicino a Lei, occhi negli occhi, si discosta leggermente e mestamente. confessando: "Si".

Confessione cupa, ombrosa, amletica. Che precede sempre o quasi il "Ma è stato tempo fa", per difendere la sua giugulare nel caso Lei non gradisca.



E arrivo al punto, con fatica e sacrificio.



Lei non può non gradire. Non perchè sia apprezzabile lo slancio di correttezza di lui, che altro non è che un culo che brucia travestito da onestà, ma perchè a Lei, semplicemente, non interessa, in quel preciso momento.



Quella domanda è per fargli sapere che Lei SA ed è in grado di SAPERE. Nient'altro.



.. capit'ammè.