mercoledì 14 maggio 2014

I-Phone-damentali.





: oggi ho mandato un messaggio con il mio iPhone.
Poi l'ho messo nella borsa.
Tempo di riprenderlo per leggere la risposta, lui era sparito.
Non so come abbiano fatto, ma me l'hanno proprio fregato da sotto il naso.
Mi sono quasi fatta un'ispezione rettale per non accettare il fatto di aver subito un furto.
E che furto.
Non mi avevano mai rubato nulla prima d'ora, tanto che pensavo di essere immune.
Si, immune a stocazzo.
Non è tanto per l'oggetto in sè, no.
Non è tanto per quegli ottocento euro che io, lavorando solo nel weekend, ci metto quasi quattro mesi a guadagnare.
È perché uno smartphone non è solo un telefono. È una tua appendice. Ha le tue foto, i tuoi dialoghi con il resto del mondo, le "bozze" dei tuoi pensieri che salvi in un posto sicuro.
Si, sicuro. 
Sicuro, fino a quando qualche scarto della società non te lo fotte da sotto la gonna.
Pensateci, quando mi date della fascista.
Pensateci, quando dite che nemmeno Hitler odiava la razza umana quanto me.
Pensateci, quando credete che ognuno abbia dei diritti.
Chi ruba, di diritti, non deve averne. 
Perché, se rubi un iPhone, non lo fai per dare da mangiare ai tuoi bambini.
Se rubi un iPhone, lo fai perché sei la feccia dell'umanità intera.
Pensateci, quando date una possibilità al prossimo che non conoscete.
Pensateci, quando votate.
Non auguro nulla a nessuno perché non voglio che a risentirne sia il mio karma.
Ma chiedo all'universo, a Dio, a chiunque abbia le redini di questo mondo, ti farmi avere tra le mani quel ladro.
O, almeno, riavere il mio telefono.