giovedì 12 giugno 2014

Ma DOVE hai la testa?







: perché una pubblicità di un prodotto funzioni deve fare breccia nel cuore della massa. 
Lo capisco e lo accetto.
Ma ci sono pubblicità e pubblicità.
Per esempio, quelle della Coca Cola sono fantastiche.
Quelle delle macchine per ricchi, anche.
Quelle per sensibilizzare gli animi, pure.
Sono fantastiche perché riscuotono approvazioni a livello universale: sono talmente geniali e ben costruite che è impossibile non amarle, che tu sia dotato di estremo intelletto o di sguardo bovino.
Ma, in mezzo a questi mix di genio ed emozione, di risa e lacrime, di cuore e cervello, ci sono loro: le pubblicità alla "Fabio Volo", colui che sembra tirare fuori degli aforismi da Nobel carichi di pathos ma, se li leggi bene, cazzo se non hanno senso.  Le pubblicità alla "Someone like you" di Adele, che ai contadini della Val Brembana sembrerebbe una canzone romantica da dedicare al morosino, invece parla di un amore finito. Insomma, quelle pubblicità indirizzate alla fascia media. Inferiore, eh, manco liceo.
Rappresentante assoluta di queste paste in bianco che diventano gustosissime con una spolverata di Parmigiano è lei, la Dove.
Ma porca Eva.
Si fa ambasciatrice della "vera bellezza".
Quindi va giù di spot in cui sprona dei mucchi di merda a sentirsi Naomi.
E tutte le ipo-autostimate che guardano lo schermo e si emozionano.
Ma non vi rendete conto che, così facendo, la Dove altro non vi dice che "Gioia, sei cicciona da non poter salire in aereo ma, non importa, devi sentirti figa!"?
L'ultima sua trovata è il "cerotto della bellezza":
C'è una psicologhissima che regala un pezzo di carta autoadesiva a un gregge di cesse e le bruttarelle devono indossarlo per 12 giorni.
Giorno 1: "Mah, me pare 'na strunzata."
Giorno 2: "Uhm, non sento cambiamenti."
Giorno 3: "Uuuh, non sapevo di avere queste belle palpebre..."
Fino ad arrivare al giorno 12 in cui la racchia si guarda allo specchio e si sente Belen.
Poi si reca dalla luminare per il colloquio di fine esperimento e lei le svela gli "ingredienti magici" del cerotto:
"Vuoi sapere cosa c'era dentro al patch?"
...
...
Suspence per una rivelazione che avevamo già capito dal primo fotogramma di 'sta cagata...
...
...
Niente!"
(Nooooo? Ma che davero davero???)
E i sacchi di letame si sciolgono in pianti liberatori per il brillante effetto placebo del "nulla autoadesivo".

Io vi farei sentire belle a forza di lorde sul muso.
Così poi, vedrete, quanti cerotti.