venerdì 30 ottobre 2015

Il punto B

: sì, c'ho un brufolo.
Anzi, c'ho IL brufolo.
Ed è schifosamente enorme ed enormemente schifoso.
È talmente grosso che fra un po', infuocandosi, prende il volo e dà vita a una nuova galassia.
Però, davvero, lo so che ce l'ho.
Cioè, gli manca la bandiera, sarebbe proprio impossibile non accorgersi della sua presenza e portarlo in giro inconsapevolmente.
Anzi, non escludo che mi dichiari guerra e che ottenga l'indipendenza: è uno tosto.
Non ci serve, a me e a LUI, che tu continui a fissarlo.
Non è che, magicamente, con il potere del tuo sguardo, sparirà o esploderà, o ti dirà "Conosci te stessa!" come un oracolo, se no, ti pare?, l'avrei già abbondantemente interrogato.
Sta lì, immobile, saldamente ancorato alla fronte. È fin rassicurante, nel suo essere ingombrante.
Però, bella la mia simpaticona che lo guardi e ridacchi sguaiatamente, e poi lo riguardi come se non potessi proprio farne a meno:
a me domani passa.

lunedì 26 ottobre 2015

Valentino-ino-ino



: poi rimetterò a posto le moto nella vastità del cazzo che me ne frega ma, quando ti interessa l'approccio dell'essere umano alla conoscenza, non puoi rimanere indifferente al manifestarsi di questo splendido fenomeno: lo spaccarsi del popolo in "Valentino sì" e "Valentino no".

Ora, se si parla di tifo, fate bene a esprimere la vostra opinione perché siamo nell'ambito del gusto personale, che è indiscutibile, ad esempio: mi piace Valentino = mi piace il gelato alla crema/ non mi piace Valentino = non mi piace il gelato alla crema.
Contrariamente a come vi hanno insegnato, però, non tutto rientra nel ventaglio dell'"opinione".
Cioè non potete dire "Secondo me la capitale di Italia è Milano", perché sarebbe errato. Quello che potete dire, eventualmente, è: "Secondo me sarebbe meglio che la capitale di Italia fosse Milano" e, a quel punto, il vostro interlocutore deciderà se condividere o meno quell'opinione.
In questo motociclistico caso, non potete tenere le parti del vostro beniamino a prescindere, perché gli volete tanto bene. Il mondo non dovrebbe funzionare così.
Valentino o ha dato un colpo a Marquez o non l'ha dato. (Aristotele, principio del terzo escluso!)
Da ciò segue che Valentino o è stato stronzo o non lo è stato. (Vedi sopra).
Valentino non può, contemporaneamente, avere dato un colpo a Marquez e non essere penalizzato, perché sarebbe una contraddizione. (Aristotele, principio di non contraddizione!)
Ovviamente lo stesso ragionamento va applicato a Marquez (Marquez è stato scorretto o non lo è stato, ecc.) e, solo dopo, si potrà affermare qualcosa con una buona dose di certezza.
Tutto il resto è fuffa.

sabato 24 ottobre 2015

Se non lo sai, saverialo!

: Saverio Tommasi.
Al mondo c'è anche Saverio Tommasi.
Saverio Tommasi ha centocinquantamila seguaci su Facebook.
Centocinquantamila  persone hanno volontariamente messo un like alla sua pagina.
Volontariamente hanno detto: "Saverio, ci piaci!"
A meno che non fossero sotto l'effetto di sostanze simpatiche o con pistole puntate alla tempia.
In quel caso capirei e avrei già pronta la campagna virale per salvarle. Ma, povera Italia, ho paura che fossero proprio convinte di ciò che stavano facendo.
Ragazzi, rimane nell'etere una scelta di questo tipo.
Se domani il vostro partner vi accoppasse, la D'Urso si sentirebbe in dovere di spulciare in diretta il vostro profilo e dire "likava Saverio Tommasi".
Non è un prezzo un po' alto, per uno come Saverio Tommasi?
Saverio Tommasi è l'ottavo nano, Mongolo.
Se l'intelletto umano fosse una lavagna, Saverio Tommasi sarebbe un'infinita serie di unghiate.
Saverio Tommasi è un mappazzone retorico che nessuna citrosodina potrà mai far dissolvere in un rutto.
L'indigeribile Saverio Tommasi, rutto mai nato.
Saverio Tommasi, il giornalista freelance.
Ma non vi fa rabbrividire il termine "giornalista freelance"?
Vi fidereste di un "chirurgo freelance"?
Guardate che non è poi così diverso: invece della vita, gli affidate la vostra informazione che, nella mia concezione utopica del mondo, è pure peggio.
Condividere il pensiero di Saverio Tommasi è contribuire alla distruzione del pianeta, è schiacciarlo sotto il peso di una gigantesca figuremmerda.
Per tanto così, se la decadenza umana da Aristotele ai giorni nostri deve essere così dolorosa, che l'Intelligenza Divina ci mandi il meteorite e non pensiamoci più.

giovedì 22 ottobre 2015

Eccesso di L(s)D

: io considero il "non rubare" molto più forte del "non uccidere".
Quindi, secondo questo ragionamento, dovrei auspicare che l'eccesso di legittima difesa resti impunito.
E, invece, no.
Perché io non mi fido degli esseri umani e della loro buffa tendenza all'auto-conservazione.
So che creerebbe un precedente per qualsiasi persona che desideri ucciderne un'altra: legittima difesa, poi, vuol dire "legittima difesa per tutti", non solo per il povero vecchietto.
(Cfr. Stati Uniti, il vicino West con un omicidio ogni quarto d'ora!)
Quindi, il povero vecchietto (posto che io non conosca tutte le dinamiche e potrebbe pure essere stronzo come Dinamite Bla) lo lasciamo libero ma, poi, pensiamo seriamente a cosa fare con 'sti delinquenti, ché i problemi si risolvono a monte.
E voi piantatela con queste considerazioni passionali e manifestazioni di bestialità su qualsiasi argomento.

sabato 17 ottobre 2015

Vaccino sì, no, forse.

: Neuro, il mio cane dal peso specifico di una moneta, ha avuto un problemino intestinale e il veterinario gli ha infilato un dito nell'ano.
Un enorme dito in un minuscolo ano.
Così, bella stellina, è stato male per una settimana.
Ecco, io mi sto sentendo più o meno così, in questo periodo di dibattito su "vaccino sì, vaccino no".
Leggo cose che emozionano come un ditone piazzato lì, inaspettatamente.
Ma diavolo, non avete ancora capito quando usare "gli" o "le" e pretendete di poter dire qualcosa di vagamente sensato su un tema così serio?
Le madri parlino di amore, i medici parlino di scienza e il popolo parli di figa o vestiti, ché tanto l'è medesim.

giovedì 15 ottobre 2015

Modello, addico e stampo

: secondo voi è normale che un'addetta stampa di un ente pubblico faccia da testimonial per un negozio di abbigliamento?
Non è la mia classica polemica sterile, anche perché questa settimana mi sono già presa della razzista invidiosa e non ho proprio voglia di difendermi anche dall'accusa di essere sessista (perché io mi spiegherò male, per carità, ma voi alle volte non capite proprio un cazzo!).
Quindi chiedo, seriamente, se scegliere di ricoprire un ruolo istituzionale (o simili) si concili con il fare la modella. Una modella, per altro, attempata, non una ventenne dalle turgide membra.
Me lo chiedo davvero, non per fare la spocchiosa, ma solo per capire come due ambiti così diversi possano coincidere.
Mi chiedo, poi, se per essere utilizzati da un marchio (o simili) quando non si è proprio avvenenti ma ci si considera solamente tali (e se ne è convinti, a giudicare da alcuni eventi, con una certa ostinazione), non si debba aver fatto qualcosa di ragguardevole.
In parole più alla buona, per essere scelti come testimonial di qualcosa, non si dovrebbe essere o belli o celebri (se non entrambi)?
Per esempio, Intimissimi non sceglie fisici teorici per promuovere le mutande e il CERN non fa distribuire dei flyer alla gnoccona di turno.
Con questo non voglio dire (è ovvio ma voglio essere precisa, non sia mai!) che non esista la fisica teorica gnocca, figuriamoci.
O che se non si possa essere intelligenti se si è gnocche.
Voglio solo chiedere come sia possibile essere scelti come "modello" se non si è modello di nulla.
Cioè, se voi vedeste una pubblicità con scritto "Margherita Treni per Zara", non vi verrebbe spontaneo domandarvi "E chi stracazzo è Margherita Treni??", magari in maniera più fine?
Perché a me verrebbe spontaneo, visto che Zara è una catena celebre mentre Margherita Treni, beh, chi stracazzo è?
Mi pongo queste domande perché, innanzitutto, il domandare è bello e poi perché voglio sinceramente capire se è la mia visione a essere errata o se, in questa città, siamo davvero proprio alla frutta.

P.S. Non sono invidiosa, non voglio fare la modella, non voglio fare l'addetta stampa: ho trent'anni e voglio fare ben altro.
Indi per quindi, non tediate il mio animo intollerante con obiezioncine da minorati.

lunedì 12 ottobre 2015

Il De Treno(ncisiamo!)

: "mentalità": lasciando perdere le definizioni imbarazzanti che ho trovato sui vari dizionari online, è l'atteggiamento con cui qualcuno affronta qualcosa.
Contiene "mente", che mi pare un po' pretenzioso, visto che generalmente è un approccio che rallenta le sinapsi e riduce il pensiero a una qualche categoria.
Comunque, le persone che salgono sui treni hanno differenti mentalità.
1. DARE FASTIDIO CONSAPEVOLMENTE. Propria, per lo più, dei ragazzotti che, per sentirsi grandi, rumoreggiano, si tirano le cose, si azzuffano, ecc.
2. DARE FASTIDIO INCONSAPEVOLMENTE.
Propria della categoria "abelinati", che parlano ad alta voce, camminano sbattendoti addosso i loro bagagli, guardano video su YouTube senza cuffie, tengono il cellulare al massimo volume e, quando si entra in galleria, urlano al telefono "Mi senti? Adesso?Mi seeenti? Mi seeeeeeenti?" non capendo che no, non ti può sentire, imbecille, perché sei infilato in una montagna e non c'è segnale. Tra gli abelinati, degni di nota sono anche quelli che, a vagone deserto, ti si siedono davanti, rubandoti ossigeno e spazio vitale.
3. LAVORO-GUADAGNO, PAGO-PRETENDO.
Propria di chi pensa che su un regionale puzzolente l'estrazione sociale valga qualcosa. Questi individui, spesso signorotte dell'alta borghesia che fu, cercano spazientite il vagone ristorante, pretendono di sedersi al loro posto numerato perché l'hanno prenotato (poi mi spiegheranno come ci sono riuscite, ah, vil danaro!) o, meglio, si infuriano perché ciò che differenzia la prima classe dalla seconda è solo un "1" appiccicato alla porta di vetro con lo scotch e non un egiziano che sventoli foglie di palma e offra loro caviale e champagne.
4. IO MANAGISCO! Propria di chi, con il suo operato, cambia e salva il mondo rigorosamente al telefono. "Sì, ascolta, ti ho appena mandato quella mail, dimmi se ci può stare il concept perché ne ho parlato con l'art e il tutto è problematico, dimmi la tua che poi facciamo il punto e contatto il soggetto, questo è un pesce grosso!" Mi chiedo sempre perché, poi, viaggi in treno e non con la bat-mobile.
5. I MENDICANTI. Non c'è molto da dire, sono zingari o tossici, o zingari tossici che, piuttosto di ripulirsi e andare a lavorare, si svegliano alle sei per barbarti la moneta.
6. I FURBI RIBELLI. Chi, per reale impossibilità o presa di posizione, pretende di viaggiare senza biglietto, dando vita a una bagarre con il controllore che, il più delle volte, equivale a far fermare il treno aumentandone il ritardo.
7. GLI STUDENTI.
Degni di menzione sono quelli che ripassano ad alta voce o sfruttano il tragitto per fare i compiti in gruppo, trasformando la carrozza in un carro bestiame.
8. LE DONZELLETTE. Ragazzine che si lanciano in lunghe disquisizioni su vestiti, unghie, extensions, il fighetto di turno, la zoccoletta di turno, e qualsiasi altro argomento da gallinacei. Talvolta non è un treno, è un'aia.
9. I BISOGNOSI DI ATTENZIONI. Vecchiette, provoloni, disagiati, ecc. Chiunque necessiti di disturbare, seppur brevemente, la tua vita nella speranza di migliorare la propria. Come se chiacchierare un'ora con una simpaticona come me potesse servire.
10. ...perché il dolce si mangia alla fine: I SOCIOPATICI. Il mio, come direbbe il manager, settore. Il mio ramo, categoria, regno.
Il sociopatico, il treno, lo chiama "il merda".
Il sociopatico ti odia a prescindere, che tu sia oggettivamente insopportabile o che tu faccia il minimo rumore, che tu mastichi, tiri su col naso, parli, ascolti, sfogli le pagine, respiri, esisti.
Il sociopatico è un intollerante e ciò che non tollera sei tu: come un intollerante alimentare necessita un menu particolare, il sociopatico necessita che tu sparisca dal suo raggio di azione.
Il sociopatico non dovrebbe essere obbligato a stare in mezzo alle altre categorie ma è povero e non può viaggiare in macchina, perciò sopporta.
A suo modo.
Poco.
Per niente.
Quanto lo odio, 'sto cazzo di treno.

sabato 10 ottobre 2015

Mipiace Facebook

: Facebook non fa più vedere chi mette mipiace ai post, neanche ai propri.
Zuckerberg, dopo aver distrutto migliaia di coppie, tenta di rimetterle insieme o, comunque, di preservare quelle esistenti (spesso nate grazie a lui).
Prevedo un boom di matrimoni e picchi demografici.
Zuckerberg, presto papà, presto Papa.

venerdì 9 ottobre 2015

Buon/giorno un cazzo

: scrivere "buongiorno" tutto attaccato è un vilipendio al vostro io? Al vostro proprium? Alla sostanzialità della vostra anima?
Oppure, in balìa di pulsioni anarchiche, mirate a boicottare la grammatica ladra ribellandovi al perfido sistema sintattico che schiaccia le vostre persone?
No, perché secondo la mia visione semplicistica, forse dovuta a una falla nella mia preparazione, siete solo bestie che vogliono far intendere, male, che la loro giornata sarà meglio di quella degli altri.
Vanitose, domperignose, bestie.

mercoledì 7 ottobre 2015

La mamma-bomber

: cosa c'è di meglio, per iniziare la giornata, di un dettagliato resoconto pappa-pupù della mamma bomber, dal quale emergono le presunte difficoltà cognitive del neonato che confonde gli orari?
Volano parole come "percezione del dolore", "immagine riflessa", "psiche" e "bioritmo".
Poveri bimbi, non possono nemmeno più cagare e mangiare contemporaneamente che sono subito casi di studio.

lunedì 5 ottobre 2015

A Lorenzo

: lo chiamano "disturbo mentale".
E lo accostano alla disabilità.
Alla faccia della disabilità, caro amico mio.
Vorrei chiedere a quelli che oggi non rispondevano alle tue domande in cosa, esattamente, non sei abile. O sei meno abile di loro.
Perché vedi, mio nuovo amico, se una ragazza che studia "teorie della comunicazione" non è in grado di capire il tuo linguaggio è lei che ha un handicap, non tu.
È lei che è nel posto sbagliato, non tu.
Sono le sue domande a essere sempre inappropriate, non le tue.
Ma cosa può saperne lei, povera bestiolina, di filosofia della scienza?
Le tue curiosità sono figlie di stupore, di meraviglia.
Sei un aristotelico, amico mio.
Mi hai detto cose di un'acutezza rara.
Peccato, per quegli ottusi.
E scusali, perché non comprendono.
Scusali, se ti disturbano.