lunedì 5 dicembre 2016

I Dieci Passi










: quando vedo un post lunghetto, mi prende subito la strana frenesia di buttarmici dentro perché se uno scrive più di quattro righe è sicuramente un intellettuale saccente di merda con la mamma che sta in vetrina, sta in vetrina ad Amsterdam.
Però, essendo bipolare e perciò da una parte ACAB e dall'altra Nei Secoli Fedele, cerco di darmi delle regole per svolazzare nel mondo dell'internet più come un'ape che come una cimice e, quindi:
1. Leggo il post.
2. Non l'ho capito.
3. Lo rileggo più attentamente.
4. Non l'ho capito di nuovo.
5. Se mi interessa capirlo, chiedo (tramite un commento educato, non grugnendo come una scrofa gravida) dei chiarimenti all'autore del post.
6. Leggo i chiarimenti.
7. Se mi ritrovo nella stessa situazione del punto 2, ripeto le operazioni.
8. Se continuo a non capire, poiché non posso procedere all'infinito avendo solo venti giga, abbandono la conversazione salutando educatamente chi mi ha dedicato la sua attenzione.
9. Siccome fino al punto 8 ho solo curato il sintomo, ora devo cominciare a curare la mia malattia.
Perché, se continuo a leggere senza capire, molto probabilmente ho dei deficit di cui devo preoccuparmi.
Che opzioni ho a disposizione?
- vendere i miei cromosomi in eccesso al mercato hippy di Ibiza.
- tappare il cratere che ho nel cranio riempiendolo di vomito misto a feci, conscia di migliorare comunque la mia situazione attuale.
- oppure, seriamente: quando leggo un post, potrei concentrarmi su quello che c'è scritto e NON sul fatto che chi l'ha pubblicato mi stia sul cazzo, o su una parola estrapolandola dal contesto (se, per esempio, la prima parola di uno status è "barbabietola" e io odio le barbabietole, non devo far sì che le mie emozioni negative prevalgano sulle mie capacità cerebrali!).
- Quello che NON sono legittimata a fare è insultare: se IO non capisco, per deficit reale o virtuale, il problema è il MIO, non dell'autore del post (a meno che, naturalmente, l'autore del post non sia più scemo di me). L'insulto è infatti lecito quando ci sono intelletti che combattono ad armi pari, altrimenti o e schiavismo (di cui mi macchio spesso, cattiva, cattiva G!) o è rivolta dello schiavo (che fa sempre molta tenerezza).
10. Emigro senza ritorno a fanculo, ché sicuramente la mia incompetenza è incurabile.

Ovviamente, tutto questo vale anche per le conversazioni a voce, devo solo sostituire il verbo "leggere" con il verbo "ascoltare".

Avete capito?
Tornate al punto 3.
Ancora niente?
Filate al punto 10 senza passare dal via, bestie.

giovedì 24 novembre 2016

NOVEMBRE ALESSANDRINOOO111!!!1!1!1!






: ogni novembre, un rivoluzionario alessandrino si sveglia e sa che dovrà intasare l'internet con la seguente domanda: "Ma spendere i soldi per pulire i fiumi, invece che per le cazzate, eh???1??1? Politici infami!!!1!1!!1".
Ogni novembre, una mamma bomber alessandrina si sveglia e sa che dovrà intasare l'internet con la seguente domanda: "Ma le scuole le chiudono o no???1?1?1!1? Prima i bbbbambine!!!1!1!!1!".
Ogni novembre, un catastrofista alessandrino si sveglia e sa che dovrà intasare l'internet con la seguente domanda: "Ma non sarà un altro '94????1?1??11".
Ogni novembre, non importa a quale categoria alessandrina tu appartenga, l'importante è che intasi l'internet con domande del cazzo.

domenica 13 novembre 2016

Iene bomber





: no, aspettate.
Oggi ho passato una giornata bellissima, siccome è arrivato il momento dell'anno di vedere la mia cosa preferita: il Cirque du Soleil.
Ho anche mangiato una pizza buonissima di mia invenzione e, arrivata a casa, mi sono messa lo smalto.
Questo interessantissimo resoconto per dirvi che lo spirto guerrier ch'entro mi rugge di solito era cheto, la mia mente serena e il mio cuore leggero.
... Fino a quando ho acceso la TV e ho visto un servizio de Le Iene sulla sicurezza negli aeroporti, il cui succo era il seguente:
- Dall'11 settembre 2001 la nostra vita è cambiata: la paura fa sì che negli aeroporti ci siano controlli più severi. Ma è davvero così? No, perché gli aeroporti sono pieni di cose con cui un potenziale terrorista potrebbe creare una bomba indisturbato.
E il "giornalista" ci fa vedere come costruire una bomba con una bottiglia di vodka e un accendino, entrambi facilmente reperibili al duty-free, e le conseguenze che potrebbero esserci se uno la lanciasse in aereo. -
Ah, quindi ora quelli delle Iene vengono pagati per dare ottime idee? Non ai terroristi, agli idioti schizofrenici: non ci vuole un genio per capire che l'alcol è infiammabile, ma magari un coglione non ci arriva.
Perché suggerirglielo?
Dato che non smetteranno mai di vendere alcol e accendini, che senso ha fare un servizio del genere?
"Non vogliamo creare psicosi, MA vogliamo farvi aprire gli occhi!"

... Non siamo razzisti, MA...
... Non ce l'ho coi gay, MA...




lunedì 7 novembre 2016

Io voto Monica





: queste elezioni americane mi danno la stessa sensazione di quando mi trovo in un paesino sperduto e, tipo verso le cinque del pomeriggio, mi viene un certo languore che credo di poter soddisfare con una brioche.
(Situazione non così ipotetica, per quel che mi riguarda).
Così entro nell'unico bar del paese ma sono le cinque ed è chiaro che le brioche siano quasi finite.
Quasi, tranne due: l'olandesina con l'uvetta e lo strudel.
Che sono un po' l'equivalente alimentare del mignolo contro lo spigolo.
Non impazzisco di gioia, quindi, ma ormai sono lì dentro e cosa faccio? Non posso andarmene per due motivi:
uno, nella mia mente si è già formata l'immagine di me che mangio una brioche e il mio languore non si soddisferebbe con nient'altro se non una brioche (la mia mente è un gatto nero che ho attaccato ai... piedi da più di trent'anni).
Due, non ci sono altri bar ed è meglio per l'umanità che quando mi viene fame io mangi.
Perciò devo scegliere tra l'olandesina con l'uvetta e lo strudel.
Sono entrambi due dolci con crema e frutta "trattata". Io odio i dolci con la frutta a meno che non siano frutti rossi o banana.
Ma devo scegliere e scelgo lo strudel: se c'è una cosa che mi fa incazzare è proprio addentare un dolce potenzialmente buonissimo e trovarmi in bocca qualcosa che sembra una caccola.
Mangiando lo strudel, però, non è che raggiunga l'orgasmo gustativo.
Non è che dica che è il dolce più buono che io abbia mai mangiato.
Non è che dica che tutte le altre brioche fanno cagare.
Non è che non mangerò mai più nessun dolce all'infuori dello strudel.
Lo mangio in silenzio (perché comunque non si parla con la bocca piena!) ed è finita lì, conscia del fatto che le mie papille sarebbero state ben più contente di un saccottino al cioccolato.
Così per la Clinton e Trump.
È chiaro che si debba dare una preferenza o, meglio, è chiaro che sia cosa buona avere un'opinione in merito, dato che noi italiani non votiamo.
Però una cosa è fare una scelta sapendo bene che se non è zuppa è pan bagnato, altra cosa è diventare fan sfegatati.
Io non supporto qualcuno solo perché è femmina e io sono femmina.
Io non supporto qualcuno solo perché c'ha le corna plateali.
Io non supporto qualcuno solo perché il leader del mio partito ha deciso che bisogna supportarlo solo per creare del soffoco.
Io non supporto qualcuno solo perché è un personaggio talmente assurdo da poter dare una scossa al paese.
Un conto è dire "se dovessi avere una pistola alla tempia voterei...", altra cosa è convincersi che sia la scelta della vita.
Perché, diciamocelo, sia l'olandesina con l'uvetta che lo strudel fanno proprio cagare: se proprio dovessi sognare, a capo del mio paese vorrei il cannolo alla panna di Zoccola.



sabato 5 novembre 2016

E allora niente



: e allora niente sono qua che, meriggiando pallida e assorta, mi dirigo verso Porta Nuova con l'occhio lucido già carico perché oggi sono davvero preoccupantemente scarmigliata e non ho il mascara e mi sento più del solito in contrasto con la bellezza che mi circonda.
E l'occhio si carica ancora un po', perché cerco di vedermi come mi vedono le altre persone e lo spettacolo non è proprio dei migliori, con 'sto trolley con le ruote tutte mangiate e con questa mega scagazzata bianca che, dico io, ce ne saranno di valigie e tu hai scelto la mia, sarai ben stronzo, eh, piccione?
E l'occhio si carica ancora e ancora perché penso a ieri, che mi è esplosa una bomba emotiva, e io vorrei tanto venirci più spesso in questa città, con queste persone, con questa atmosfera.
E allora niente, cerco il tabellone con i binari, vedo questa ragazza che sta suonando qualcosa che credo sia Einaudi e forse lo è, ed è così struggente che la diga cede e l'occhio si allaga perché, dai!, pure la colonna sonora?, e mi fermo e l'ascolto, e la fotografo, e mi perdo.
E, oh no!, mi ricordo che muoio di sete e con le lacrime ancor di più ma devo correre perché è tardi ed è vero che il treno non passa solo una volta nella vita, posso prendere quello dopo, ma quello dopo è fra un'ora.
E, allora niente, ho corso.
Così sto qua, su questo sedile blu, che scrivo e frigno e sento, sì, "con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio, in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia".

domenica 30 ottobre 2016

Circa il Circo




: non so spiegare cosa significhi per me il circo.
E, anche se trovassi le parole, di certo non le sbatterei su Facebook.
Dico solo che la mia vita, se fosse uno spettacolo, sarebbe sicuramente uno spettacolo circense.
È per qualcosa che ha a che fare con ricordi ed emozioni, basta questo.
Infatti, io ho visto circhi di qualsiasi tipo, livello e nazionalità.
Tutto ciò, che potrebbe far scattare l'allarme del "cazzovene", per dire che se si parla di circo, forse, due cagate le posso dire.
Nella nostra amata città sta per arrivare il circo Medrano, circo con animali.
Due premesse, poi tre considerazioni:
1. da quello che ho potuto constatare negli anni (sta per arrivare l'induzione!) se un circo ha bisogno di utilizzare animali per avere successo è perché il livello puramente circense (acrobati, ecc) è molto basso.
2. se vogliamo essere precisissimi, le condizioni degli umani che lavorano nei circhi non è migliore di quella degli animali. Voi potreste far notare che un essere umano è libero di andarsene mentre un animale no ma io potrei far notare che ci sono alcuni circhi "a gestione familiare" in cui i figli sono quasi obbligati a portare avanti l'attività, talvolta controvoglia. Eh vabbè.
Premesse poste, vorrei fare tre considerazioni.
1. "IL COMUNE NON DOVREBBE PERMETTERE SPETTACOLI DI QUESTO GENERE!!! VERGOGNA!!1!!11!"
Momento.
Tutti sanno quanto mi piaccia punzecchiare la mia cara amministrazione, ma bisogna farlo a ragione (e con dati alla mano).
C'è una legge statale che tutela i circhi con animali in quanto considerati in qualche modo "costruttivi".
C'è una legge comunale che dà la precedenza a circhi senza animali.
Legge statale vince su legge comunale, soprattutto se non c'è altra richiesta oltre a quella del circo con animali: se per il 9 novembre ha presentato richiesta solo il Circo Medrano, va da sé che nessun altro potrà avere precedenza su di esso. E, inoltre, suddetto circo ha già vinto svariate battaglie legali, una proprio ad Alessandria.
Vero. Ma:
La legge statale, quella ciofeca del 18 marzo 1968, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ad aprile blabla, parla di "circhi EQUESTRI e spettacoli viaggianti".
Potrei sbagliarmi e in tal caso avrei già pronto il mea culpa, ma credo che le tigri non siano esattamente cavalli: i cavalli sono considerati animali domestici e sono utilizzati in alcuni sport, le tigri no.
Quindi credo che anche un avvocato mediocre possa tranquillamente aggirare questa legge di merda. Credo, potrei sbagliarmi.
2. ANIMALISTI.
Si potrebbe pensare di affidare la gestione di tutto questo agli animalisti con le loro battaglie.
No.
Gli animalisti hanno perso credibilità ai miei occhi quando si erano incatenati davanti al Magnifico Acquatico.
Peccato fosse un circo senza animali.
Gli animalisti portano sulle spalle il peso della figuremmerda, lasciamoli lì a fare il loro show solo alle sagre più frequentate e non alle altre.
3. MAMME BOMBER: "I BBBAMBINI PREFERISCONO I CIRCHI CON ANIMALI!!!"
Ovvio.
Tutti i bambini amano tutti gli animali.
Per i bambini che desiderano un animale ma non hanno la possibilità di tenerne uno il circo è un'occasione ghiotta, anche solo per osservarli a distanza.
Poi, per i bambini che hanno un cane o un gatto, vedere una tigre è ovviamente un'emozione unica.
È perciò naturale che se chiedete loro, con le vostre voci da mamme bomber, "Amooore, vuoi il circo con rrrroar o senza rrrroar??", loro rispondano che vogliono il circo con la tigre.
Ma loro, stelle belle, che ne sanno?
Che ne sanno dello sfruttamento?
Non possono arrivarci da soli, immersi come sono nel loro candore.
Basterebbe spiegare loro le cose affinché diventino adulti consapevoli: per farle fare il salto nel cerchio di fuoco, la tigre è presa a frustate sul muso.
Vedrete, data l'enorme empatia di cui sono dotati, che i bambini capiranno.
Loro sono creature meravigliosamente intelligenti, non come le loro madri.
- Premesse e considerazioni poste, mi avvio alla conclusione:
NON ANDATE AL CIRCO MEDRANO.
Ogni volta, nonostante le polemiche, questi fanno sold out.
Non basta dire che verranno controllati: non basta che le gabbie siano pulite, che gli animali mangino regolarmente. Il salto nel cerchio di fuoco la tigre non lo deve fare.
Punto.
NON COMPRATE BIGLIETTI PER CIRCHI CON ANIMALI.
A lungo andare, vedendo la perdita di guadagno, poiché con il dio danaro non c'è legge che tenga, elimineranno gli spettacoli con animali.
E, a proposito: a metà novembre arriva il Cirque Du Soleil. Portate lì i vostri figli e se ne innamoreranno.

... La messa è finita, andate a fanculo.

domenica 23 ottobre 2016

Né bianco, né nero, lo voglio grigio, che schifo il grigio!




: ieri sera mi trovavo in terra lombarda per festeggiare il compleanno di un pezzo del mio cuore, perciò mi sono persa sia Casadei, sia Bregović, sia l'illuminazione del ponte (a proposito: se poteste postare dei video decenti, ve ne sarei grata!).
Stamattina, però, ho assistito all'inaugurazione vera e propria, immersa nel mio amato grigio umido.
Cercando di ricordarmi tutto quello che ho letto su Facebook e tutto ciò che i miei grandi padiglioni auricolari hanno captato, vorrei ripercorrere con voi alcune delle polemiche più emozionanti legate a questa avventura (alcune mie altre no, in ordine assolutamente sparso), non vedendo l'ora che una nuova ondata lamentosa travolga la nostra città.
Partiamo:
1. "Abbasso il Mayer, Meyer, Maier!"
C'è addirittura gente che ieri si è taggata "Presso il Ponte Meyer", ciò significa che qualcuno ha creato quel punto di interesse errato su Facebook e 68 (ma adesso saranno sicuramente di più!) persone gli sono andate dietro.
Bestie che non siete altro, il nome provvisorio del nostro ponte è Meier, M-E-I-E-R, da Richard Meier: se volete che la vostra polemica sia credibile, o anche se volete essere solo simpatici, almeno imparate a scriverlo.
2. "Belle le luci che lo illuminano, ma chi paga?"
Sul serio dopo che sono stati spesi 25 e pussa milioni di euro tu pensi alla bolletta dell'Enel?
È come, in un matrimonio, lamentarsi dei soldi spesi per comprare il riso da lanciare.
3. "È un ponte troppo futuristico"!
Cuore, che tenerezza.
Il progetto ha quasi vent'anni, è futuristico come il passaggio dal walkman all'mp3.
4. "Era più bello il Cittadella, non si strappa la sua storia a una città!"
Momento, era più "bello" o aveva più "valore"?
Perché talvolta serve il restauro, talvolta serve la ricostruzione, talvolta serve la costruzione di sana pianta.
Se nella storia si fosse sempre e solo restaurato, non esisterebbe evoluzione in architettura.
5. "Popolo di ciccioni, pensate solo a mangiare! Ogni scusa è buona per le bancarelle col cibo!"
Sì, avete scoperto il trucco, vecchi volponi: a voi non la si fa!
Ora possiamo confessarlo serenamente: abbiamo speso 25 milioni di euro di ponte solo per avere una scusa per fare lo street food in cento metri di via Dossena, beccati!
6. "Casadei e Bregović: è Festa dell'Unità!"
Ok, puzza chiaramente di Festa dell'Unità. Però a me l'idea è piaciuta: io c'ho il trash nel midollo. Solo una cosa: noi abbiamo Al Rangone, non ci serviva proprio Casadei. Io l'avrei resa una "cosa nostra", visto che abbiamo spinto sul concetto di "eccellenze locali".
7. "Il ponte che unisce, la rinascita di Alessandria, un progetto che abbiamo voluto concretizzare al più presto nel 2012!"
Questa l'ha detta la mia topolona bionda. Eh no, cara mia, adesso non infettare con i tuoi meriti una cosa che hai denigrato per anni!
8. "Fortunatamente c'era il monsignore che ha santificato il ponte: avevo paura che non ci fosse per rispetto alle migliaia di musulmani che hanno infestato la nostra città!"
Eh già, una bella fortuna!
9. "Ma Renzi?"
Esatto, Renzi? Aspettando Messina, avrebbe potuto tagliare il nastro ad Alessandria!
10. "Richard Meier, premio Nobel per l'architettura".
E che altro dovrei aggiungere?
11. "Richard Meier non si è presentato! Vergogna!"
C'ha 82 anni, cazzo! Non era il caso di fargli prendere un aereo ma di grazia è ammmericano e avanguardista, così ha potuto collegarsi con Skype: fosse stato alessandrino sarebbe ancora lì a cercare di capire se il Wi-Fi si può mettere o meno nei rabaton.
Ce ne saranno state sicuramente altre, ma ho voluto lasciare il dolce alla fine:
12. "Ma è brutto il ponte: è PENDENTE!"
Questa non ha capito che il ponte è volutamente obliquo, che è fatto proprio così, non posso infierire.

Eh niente, raga.
Anche questa ce la siamo tolta dai coglioni.
Ora volgiamo lo sguardo al futuro, periagogiamo (giadologismo) alla ricerca di nuovi spunti per manifestare la nostra alessandrinità: NÉ BIANCO-NÉ NERO-LO VOGLIO GRIGIO-CHE SCHIFO IL GRIGIO.

sabato 22 ottobre 2016

Obiezione! (Di coscienza)





: voi non potete capire il brivido che prova uno studioso di filosofia della mente quando arriva 
il momento dell'anno in cui la cronaca lo mette di fronte alla locuzione "obiezione di coscienza".
Perché al giro il momento arriva, eh.
Obiezione-di-coscienza.
"Obiezione" e "coscienza" sono due concetti a me molto, molto cari.
L'"obiezione" è uno degli strumenti principali del filosofo (sì, anche dell'avvocato, blabla!): si legge un articolo e, se si ha qualcosa da ridire, si formula una bella obiezione.
La "coscienza" è, invece, uno degli argomenti principali di un filosofo della mente: cos'è? C'è? Dov'è? È sinonimo di mente? Ecc.
Ci passo le ore, ci spreco le energie, con 'sto strumento e per 'sto argomento.
Quindi capite bene che, quando arriva il "medico" di turno che si comporta da catto-bomber e si professa "obiettore di coscienza", io mi agito.
Per non dare nulla per scontato, un medico che è obiettore di coscienza si rifiuta di sottostare alla normativa che permette alle donne di esercitare il loro diritto ad abortire perché va contro il suo credo, etica, fede calcistica. È quindi un medico che si rifiuta di effettuare un aborto, o un raschiamento. Qualunque siano le condizioni della paziente.
E questo è fastidioso, per me, per tre motivi che rimandano a ciò che ho detto sopra.
Il primo: per obiettare, devi essere capace a farlo: non è che basta un gnegnegne.
Il secondo: per obiettare perché te lo dice la tua coscienza devi aver riflettuto sul "cosa" sia la tua coscienza, sul "dove" sia, se sia sinonimo di mente, ecc. 
Il terzo: per rifiutarti di fare abortire perché la tua coscienza ti dice che non si uccidono le persone devi aver riflettuto sul "quando" inizia la vita umana e sul "cosa" intendiamo per "persona".
A questo punto uno potrebbe dirmi che, proprio come ho detto sopra, tutto ciò dovrebbe interessare un filosofo, non un medico: un medico ha la possibilità di essere obiettore di coscienza e può esserlo senza stare tanto a riflettere.
Accetto, ma con molti brividi lungo la schiena.
Quindi specifico: io comprendo e rispetto chi rifiuta il concetto di aborto perché ha fede in un Dio particolare che gli impone alcune cose. Non lo condivido, perché la mia fede è il mio intelletto, ma comprendo e rispetto.
Io comprendo e rispetto (molto!) chi rifiuta il concetto di aborto perché pensa che la vita umana inizi "da subito". Potrei anche arrivare a condividere quella che è una riflessione molto profonda.
Qua però non si parla in generale, qua si parla specificatamente di medicina.
Io NON comprendo, NON accetto e soprattutto NON rispetto, se il rifiuto del concetto di aborto arriva da un medico.
Un medico fa un giuramento, il giuramento di Ippocrate (nella sua versione attuale, perché quella "originale" era anti-abortista): la vita del paziente viene prima di te e, quindi, prima del tuo credo, della tua etica.
Se fai morire un paziente perché ti rifiuti di fare un raschiamento per le tue convinzioni, sei sicuro di essere un buon medico?
Se fai morire qualcuno deliberatamente, sei sicuro di essere un buon uomo?


P.S. Raga, risp veloce:
Se io aderissi al satanismo, potrei rifiutarmi di sottostare alla norma che mi impedisce di uccidere, solo perché il mio credo mi impone il contrario? Sì? Risp!

giovedì 20 ottobre 2016

VIO-dio tutti




: avviso: post qualunquemente banalmente bassamente ilfattoquotidianamente mediocre.
Vi do tre parole: tenerezza, fastidio, demonio.
A me Renzi che va da Obama portandosi dietro le eccellenze italiane fa tenerezza: è il tirare fuori l'argenteria per gli ospiti, è la zitella tutta agghindata, è il mio cane che quando era piccolo mi portava a vedere tutti i suoi giochi scodinzolando. Non penso sia il caso di demonizzare la scelta in sé: ha fatto cose più gravi che portarsi dietro un premio Oscar, una medaglia d'oro paralimpica, ecc.
E con queste "cose più gravi" passo alla seconda parola: fastidio.
In tutto questo circo, che ho appena detto essere tenero, c'è però qualcuno che ha fatto notare quanto fossero vestiti male Benigni e sua moglie. Ah. Cioè, invece di indignarti perché Renzi è andato a leccare il culo a Obama (come il bambino di prima elementare che vuole fare il capogruppo ma gli altri non lo cagano e così va dalla maestra dicendo "Meeeeestra, non mi fanno fare il capogruppo, glielo dica lei, uééé!") balbettando un discorso intriso di imbarazzo (discorso fortunatamente in italiano, così una figuradimmerda almeno ce la siamo risparmiata, e discorso che spero di ritrovare perché vorrei analizzarlo!), tu ti indigni perché Benigni, noto fashion blogger poi!, non era sufficientemente elegante. Evviva, evviva il tuo intelletto.
E passo alla parola "demonio". Il demonio che si è liberato dalle catene con cui lo tengo imprigionato nell'ala ovest della mia anima.
Sono venuta a conoscenza solo stanotte della polemica su Bebe Vio.
Anzi, dellE polemiche, perché ce ne sono state alcune.
Di quelle sul suo abito di Dior da ventimila euro il mio demonio non se ne è curato: se sei così idiota da pensare di averlo pagato con le tue tasse e non sai che, invece, è un regalo della maison, non meriti di morire. Sei solo idiota e l'idiozia, il mio demonio è d'accordo (più o meno), non costituisce (ancora) movente.
Ciò che ha liberato la mia parte più oscura, quella che mi auguro non sopravvenga quando ho un coltello in mano, è invece la seguente frase:
BEBE VIO È UNA PRIVILEGIATA.
Ok, sono d'accordo che non si debba essere pietisti forzati, buonisti, ecc.
Però.
Però, davvero.
La nostra mente partorisce dei pensieri strani. La mia non ne parliamo. MA, con un'abile mossa che si chiama "intellezione", o almeno a me piace chiamarla così, non li pronunci. C'è anche in mezzo quello che per la psicologia popolare è semplice "buon senso", eh.
Per esempio, se ti piace il black humor e ti trovi a una commemorazione nel Giorno della Memoria, può balenarti il pensiero di raccontare una barzelletta sugli ebrei trasformati in sapone. Ma non la racconti: impedisci a te stesso di raccontarla.
Qua il discorso è comunque un po' diverso: non è solo il fatto di dire una cagata, è proprio il fatto di pensarla.
Posso provare a capire che a qualcuno possa venire in mente che Bebe Vio sia una privilegiata, ma faccio veramente fatica.
In quale ipotesi, in quale mondo possibile, in quale stato di cose, in quale descrizione di stato, una ragazza che non ha né braccia né gambe può essere considerata una privilegiata?
Al di là del buonismo, raga, qua è questione di intelligenza. Di quelle povere, eh, il minimo richiesto.
Anche perché mi viene il dubbio che si sia detto solo per colpire Renzi.
Cioè uno odia Renzi e, poiché Renzi si è portato dietro Bebe Vio, odiamo anche Bebe Vio e scarichiamole addosso un camion di merda.
Come costringersi ad amare Trump perché si ama Salvini che a sua volta si è costretto ad amare Trump.
Se siete arrivati alla fine di questo parto quadrigemellare, in cui due bambini erano podalici e gli altri due avevano il cordone ombelicale intorno al collo, capite il mio dramma?
Capite il mio demonio?

N.D.G. Il termine "demonio" andrebbe sostituito con "demone", lo so. Ma il demone può anche essere qualcosa di positivo e il mio demonio colcazzoche lo è.

mercoledì 19 ottobre 2016

H!(premiare l'intenzione); B!(punire l'intenzione)



:  stavo facendo questa brillantissima e sherlockissima riflessione, che condivido perché dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior:
nel nostro mondo l'INTENZIONE (particolare stato intenzionale o di atteggiamento proposizionale) non viene punita ma spesso viene premiata.
Cazzo voglio dire?
Voglio dire che si sente spesso qualche idiota sentenziare "Eh, ma non siamo mica qui a fare un processo alle intenzioni!".
Come dire: non importa che X volesse rubare, l'importante è che non l'abbia fatto.
Perciò l'intenzione, mescolando (proprio come avviene nel nostro mondo) giurisprudenza, politica e opinione pubblica, non viene punita.
Al contrario, però, il popolino l'intenzione la premia eccome.
La premia con i consensi, con i Big Likes.
Come dire: non importa che X faccia effettivamente qualcosa, l'importante è che manifesti l'intenzione di farlo.
Prendiamo un militante 5stelle a caso, per esempio: per ottenere consensi gli basta dire che si taglierà lo stipendio, non deve poi farlo davvero.
Oppure, prendiamo una persona con molti seguaci sul web: per ottenere i Big Likes, le basterà dire cose come "Da domani dieta!". Poco importa se poi rimane grassa.
Si premiano i progetti ma non le loro realizzazioni.
Ed è banale, banalissimo, ma continua a succedere: sempre e solo carote per le intenzioni, mai bastoni.
È scoprire l'acqua calda, lo so.
Ma è anche continuare a scottarci toccandola.
Per me dovrebbe accadere l'esatto contrario, se parliamo di "intenzione": dovrebbe esserci la punizione ma non la ricompensa.
Per punire dovrebbe bastarci l'intenzione, ma non per il premio.
A me basta il fatto che uno voglia rubare per condannarlo.
Ma a me non basta il fatto che uno dica che farà una cosa per osannarlo.
Quando si parla di punizioni e ricompense, fatti e intenzioni fanno all'amore in modo molto strano.
E interessante.
... S'è capito 'n cazzo, giàsso.

lunedì 17 ottobre 2016

Chiappa /Rolex

: la foto della mano appoggiata sul volante per far vedere la marca della macchina e l'orologio è la controparte maschile della foto al mare per far vedere il culo.
È comunque un'offerta in base alla domanda.

Nobel, quasi brut!

: il Premio Nobel è un riconoscimento che viene dato a chi si ritiene abbia "apportato considerevoli benefici all'umanità".
In realtà, a parer mio, è principalmente un "affair scientifico", come dire: le cose serie (in cui ci impegniamo maggiormente e che ci interessano di più) sono le scienze dure, poi, certo, dobbiamo infilarci in mezzo anche la letteratura e la pace (e, più tardi, l'economia) per dare un contentino pure agli "umanisti".
E, infatti, non è molto chiaro cosa intenda la commissione con "letteratura". O "pace".
Non è molto chiaro perché lo stesso Alfred Nobel, chimico, probabilmente aveva altri "interessi": prova ne è il fatto che abbia tagliato fuori dai riconoscimenti due pilastri irrinunciabili, se parliamo di qualcosa che debba essere utile all'umanità: matematica e filosofia.
La matematica la tagliò fuori per motivi che riguardavano il suo cuore infranto, mentre la filosofia... Lasciamo stare.
Quindi non mi stupisce che il premio per la letteratura sia stato dato a Bob Dylan: se l'idea di poesia che si ha è mediocre, colui che incarnerà l'ideale poetico sarà mediocre.
Lo "spirito" di quegli uomini di scienza, insomma, si accontenta di poco.
Di quella pochezza che regna sovrana e, perciò, quell'assegnazione ha paradossalmente un suo senso.
Come ripeto ormai ossessivamente, basterebbe cercare di elevarsi un minimo.
E, allora, non saremmo costretti ad accettare l'equazione "tanti fan=apporto significativo al mondo".

(Prima che i fan di Bob Dylan inizino a lanciarmi le pietre: un conto è amare le sue canzoni, altro è ritenere che egli sia meritevole di un riconoscimento per aver migliorato l'UMANITÀ. 
È un ragionamento ovvio ma giàcconoscoimieipolli.)

mercoledì 5 ottobre 2016

È il mio bioritmo che parla!

: raga, scusate, devo scrivere questa cosa da mamma bomber.
Scusatemi davvero, sarà l'orologio biologico, saranno le ovaie che si stanno trasformando in uva passa, non so.
Sono la prima a dire che le mamme non andrebbero giudicate perché hanno ragioni che la ragione non conosce (Ciao Blaise!), però ho visto su Instagram questo video di Michelle Hunziker e di sua figlia Aurora, quella più grande, che stanno tentando di fare un selfie.
Il video sarebbe pure simpatico, se solo le mie orecchione da ultratrentenne femmina non avessero captato il bambino/a che strilla in sottofondo, affidato/a a una terza donna che gli/le dice "Amore, amore, andiamo a giocare col didò!".
Cioè, il bambino rugna e tu fai i selfie?
Se mia madre avesse avuto la possibilità di stare a casa con me tutto il giorno mi avrebbe spupazzato 24 ore su 24.
Se sforni figli e poi non li caghi per mettere un video per acchiappare dei like non sei una mamma, sei una fattrice.
Poi magari sono in posta, o dal pediatra, e il bambino non è il suo, eh: potrei scrivere una gigantesca cagata ma, giassapete, alle ovaie non si comanda.
Inoltre, se quel video mi compare nella ricerca generica vuol dire che qualcuno dei miei contatti ci ha messo un cuore, ve lo mozzate da soli quel pollice o faccio io?


giovedì 29 settembre 2016

29 settembre: piango e rido perché sono bipolare!

: l'"Accadde oggi" mi ricorda che qualche anno fa avevo pubblicato "29 settembre" di Battisti-Mogol (quanta originalità!) manifestando il mio disagio a riguardo: è una canzone che mi irrita.
È bella, ma ha un testo irritante.
"Seduto in quel caffè, io non pensavo a te. Vedevo il mondo che girava intorno a me".
Quindi c'è una fantomatica donna a cui Battisti è in qualche modo legato.
Al bar, però, ne arriva un'altra:
"Poi d'improvviso lei sorrise. E, ancora prima di capire, mi trovai sotto braccio a lei, stretto come se non ci fosse che lei".
-Poi vanno al ristorante, a ballare e a casa a ciulare (non specificato, abduzione mia!)-
Il mattino dopo:
"Mi son svegliato e... e sto pensando a te!"
"Ricordo solo che, che ieri non eri con me."
"Il sole ha cancellato tutto. Di colpo volo giù dal letto."
 "E corro lì al telefono, parlo, rido e tu, tu non sai perché.."
"T'AMO, T'AMO e tu, tu non sai perché".
E via, in preda all'isteria fino a circa 3 minuti e 29.

Cioè, sentite una roba, voi due, mostri sacri della musica italiana.
Questo ricciolino, ubriaco frascico, conosce al bar una povera sfigata dal bel sorriso.
Fa tutto l'innamorato, la porta a destra e a sinistra per la città illuminata.
Presumibilmente, se la quaglia per tutta la notte.
Poi al mattino si sveglia, coi postumi della sbornia, e si ricorda di essere sentimentalmente legato a un'altra.
Dice che non si ricorda nulla della notte scorsa, solo che lei non era con lui. Ah, vecchio volpone.
Così va al telefono (N.D.G. Spero che non fossero a casa della ragazza del bar perché se no questa ha pure finanziato la telefonata) e la chiama.
Piangendo e ridendo, come ogni bipolare che si rispetti, le dice che l'ama.
Tu non sai cosa ti ho combinato la notte scorsa, ma io comunque ti amo!
Ah, beh, certo.
E, intanto, la ragazza dal bel sorriso dorme nella stanza accanto.
Certo, potrebbe anche essere che Battisti si sia comportato così perché la sua amata era così stronza e refrattaria al suo amore da costringerlo a ubriacarsi per superare la vita.
Ma, comunque, questo non lo autorizza ad andare in giro per il mondo a fare l'innamorato.
Ma, comunque, la ragazza dal bel sorriso dorme nella stanza accanto.
Lei, in qualunque modo la interpretiamo, è sempre lì che se la dorme inconsapevole.
E l'altra, con tutta probabilità, si riprenderà il bipolare Battisti.
Cioè, questo cretino si atteggiava "quasi come se non ci fosse che lei".
Va al ristorante e a ballare abbracciato a lei, "quasi come se non ci fosse che lei".
E poi, presumibilmente, da come se la canta allegro, la passa liscia.
Mogol, ma vaffanculo, va'.








martedì 27 settembre 2016

Eunuchi urlatori

: sto percorrendo allegramente via San Giacomo della Vittoria quando, al mio passaggio, un uomo su un furgone nella viuzza perpendicolare (via Piacenza) attacca a sbraitare perché, evidentemente, ha troppa fretta per aspettare che passino tutte le macchine, essendo lui Batman e dovendo salvare la nostra città.
Io gli faccio segno, all'italiana, di darsi una calmata (con la manina aperta piatta che va su e giù).
Così lui, sgommando, mi segue e mi si affianca per urlarmi contro.
Io gli consiglio, sempre all'italiana (con la manina aperta di taglio che va su e giù), di "andare".
Lui continua a sbraitare, senza andarsene.
Così, siccome non mi piace parlare attraverso un vetro, scendo per un romantico tête-à-tête.
Lui se ne va, lasciandomi lì, sola, e mandandomi in bianco.
Che becera metafora della vita.
Più uno ha il pene piccolo, più urla.
E, conscio delle sue micro misure, quando arriva il momento clou, in preda all'ansia da prestazione, scappa.
Ma non avevamo detto che le misure non contavano?

(Sono conscia del fatto che "più uno ha il pene piccolo più urla" non sia una verità assoluta. Gne gne)

sabato 13 agosto 2016

Ah, l'è Sandria?

: la cosa che mi faceva più incazzare di Umberto Eco era l'orgoglio con cui diceva di aver abbandonato Alessandria, se ne bullava proprio.
Diceva che fosse una specie di cacatoio in cui facevano una farinata strepitosa.
Lo odiavo per questo.
Ma ora sto arrivando a capirlo.
Non tanto per la città, la città è simpatica.
Piuttosto per gli alessandrini, gli alessandrini sono detestabili.
C'è chi ha la mente spappolata dalla provincialità, che quando va a Milano sembra Renato Pozzetto.
C'è chi non va oltre il Tanaro perché ha paura che lì il mondo finisca.
Non li biasimo: ad alcuni il non avere stimoli segna di nero il destino.
Ma i peggiori, il cancro vero, sono i fenomeni. Quelli che sembra abbiano la brillantezza, il genio. Quelli che scappano dal Tanaro per dirigere il mondo ma poi, con la coda fra le gambe, sempre al Tanaro ritornano.
Dire di essere invece che essere, tipico mandrogno.
E una parola per chi ci amministra? La diciamo?
Non solo lei, per carità.
Tutti i suoi, tutti i non-suoi.
La colpa è di ogni singola persona che poggia le chiappe lì.
Mancano di delicatezza intellettiva e di educazione dell'intelletto (e questo non lo spiego che, se D-io vuole, magari un giorno ci scrivo qualcosa).
La colpa è un po' di tutti.
Sono molto, molto, dispiaciuta per la mia città.
E se scrivo post lunghissimi, che se li leggi fino in fondo ti ritrovi con una ruga in più, è perché ho fatto una scelta di vita, che mi porta ad alzarmi alle cinque per prendere un treno puzzolente: aiutare a ragionare.
Qui, però, sul Tanaro, l'è propi dura.

domenica 7 agosto 2016

"Ma Renzi è alle olimpiadi accompagnato dalla Luxuria"? Cit.

: potremmo biasimare la moglie di Renzi per aver sposato un coglione e per amarlo nonostante tutto (nonostante il suo grave ritardo, intendo).
Potremmo biasimarla per supportare le scelte discutibili del marito, senza vergognarsene nemmeno un po', stando semplicemente a osservarlo mentre affossa un paese.
Potremmo biasimarla per essere come migliaia di altre donne, che non parlano, non vedono e non sentono.
E invece no, la prendiamo per il culo perché è brutta.
Ci meritiamo questo e molto, molto altro.

venerdì 29 luglio 2016

Devi prenderli tutti!

: collezioniamo i Pokémon come abbiamo collezionato i babaci di Star Wars dell'Esselunga.
Con ossessione tipicamente umana.
Perché, se vai a far la spesa e disgraziatamente te ne danno uno, poi la collezione la devi completare. Anche se non te ne può fregar di meno e manco sai chi cazzo sia Luke e perché abbia bisogno di forza.
Poi, per alcuni, questa ossessione sfocia in incidenti a volte ridicoli, a volte tragici. Per altri finisce lì.
Ce ne è mai fottuto qualcosa di Star Wars, se non per darci un tocco di brillantissima nerdità? No.
Ce ne è mai fottuto qualcosa dei Pokémon, al di là dell'effetto madelaine? No.
Però ci giochiamo, come abbiamo giocato a Ruzzle, ecc.
Cosa c'è di così terribile?
Il fatto che la gente vada dall'altra parte del mondo a cercarli, forse. Ma lì non è colpa della Nintendo, della massa che schiaccia o chissà cos'altro. Lì è colpa della ghiandola pineale fallata.
Non mi inquieta questo gioco, perché è un gioco. Anzi, mi diverte.
Trovo molto più inquietanti e fastidiose le varie teorie psicologiche, antropologiche o filosofiche a riguardo. 
Trovo inquietante chi non ha un'idea propria manco per sbaglio ma si sente in dovere di averla adesso.
Da un lato trovo urticanti i "bastian contrari per forza", quelli che dicono "no" perché sono fighissimi, ribellissimi, che non seguono la massa e poi si tatuano il simbolo dell'infinito.
Dall'altro trovo asfissianti i "sostenitori per forza", quelli stupefatti dal fenomeno, che filosofeggiano parlando di "realtà aumentata" e della svolta che questo comporta, infangando la mia categoria. (Infatti, per far scaturire un reale interesse filosofico, ci dovrebbero essere dei dettagli che mancano totalmente, ma non sto a tediarvi).
Inoltre, leggo ragazze sconcertate dal fatto che non ci siano più uomini interessati a loro ma interessati ai Pokémon: dolcezze, li avete "presi tutti" voi, fategliene prendere qualcuno anche a loro. Cedete il vostro motto "You gotta catch 'em all!".
Datevi una rilassata tutti, comunque.
Perché, se proprio vogliamo parlare di realtà, le minchiate che scrivete virtualmente mi si ficcano "realmente" nella corteccia visiva primaria e soffro per tre giorni.
Volete giocare? Giocate.
Non volete? Non fatelo.
Ma non pestate merde concettuali quali "la gente non tromba più", fornendo come giustificazione il fatto che YouPorn sia stata scalzata da PokémonGo nelle app più scaricate: se YouPorn era al primo posto, vo dì che 'un se trombava uguale!



giovedì 28 luglio 2016

La rivolta degli idioti

: siamo in guerriglia mondiale.
Non "guerra", perché la guerra ha una dignità semantica che mi sento di preservare.
Questa è guerriglia, un pasticciaccio.
È, probabilmente, un momento di quelli che servono all'umanità per riassestarsi (pensavate di poter andare avanti ancora per molto con i governi alla Renzi? Con le elezioni alla Trump? Con le guru di YouTube? Con i bomber? Dai, raga!).
È materia da "Come spiegare l'antropologia a tuo figlio": la civiltà, ogni tot, ha bisogno di una metaforica (o neanche tanto metaforica) saccagnata di botte. Succede da quando è comparso l'animale umano.
Sapevo che sarei stata tanto fortunata da trovarmi in mezzo a uno di quei momenti (nascere nell'anno di Chernobyl è sempre stato un grande indizio per tutto) ma, sinceramente, sono un po' delusa.
Speravo di assistere a una battaglia fra esseri umani ed esseri dotati di un'intelligenza superiore, quasi divina.
Esseri sadici, perfidi, alla "Saw".
Speravo di veder comparire dei monitor con dei pupazzi fighissimi che dicessero "Umani, vogliamo fare un gioco con voi!" e ci sottoponessero alle peggio torture mentali fino alla nostra esplosione cerebrale (tu chiamale se vuoi... perversioni!).
E invece niente.
Invece siamo in un clima di grossolano terrore, banale e stupido terrore.
Abbiamo paura che qualcuno ci sgozzi, ci spari o si faccia esplodere in punti a random del mondo. Abbiamo paura di morire completamente a caso.
Abbiamo paura di essere "pedine" di un gioco fra venali imbecilli, o imbecilli integralisti, o imbecilli in pieno delirio di onnipotenza.
Imbecilli, comunque.
Di chiunque sia la colpa, Isis, Usa, Sticazzi Uniti, l'intero popolo islamico, Candy Candy o che ne so, l'umanità media sta barcollando.
E in qualche modo mollerà, credo. 
Ma 'sto pippone per dire, alla fine, che mi dispiace un po' usare il 90% del mio tempo a studiare la mente umana (seriamente, eh, non come "La scienza dice..."!), a scervellarmi per capire me, Aristotele, Cartesio e gli altri, e poi accedo a internet e scopro che un uomo italiano, a piede libero, ha chiamato la polizia da una cabina telefonica alle 15,30 dicendo "C'è una bomba a Porta Nuova. Esploderà fra quattro ore. Trovatela!", manco avesse dodici anni e fossimo negli anni 90.
È questa la tristezza, la delusione: la guerriglia della pochezza, dell'insufficienza mentale. La rivolta degli idioti.
E la loro possibilità (logica? Fisica? Metafisica?) di vittoria.
Che culo.

martedì 26 luglio 2016

Je so pazz!

: io sono ignorante e, occupandomi di una materia che (a detta di quasi tutti) è utile solo a formare il personale dei fast-food, dovrei solo stare zitta.
Però.
Viene sgozzato un prete nella chiesa francese di Saint-Etienne-du Rouvray da due individui che urlavano "Daesh, Daesh!" (non "Pizza, Pizza!" o "Mucca, Mucca!" o "Unicorno, Unicorno!").
Ora viene fuori che un anno fa è stato arrestato a Parigi (nel silenzio generale) un algerino che stava pianificando vari attentati e nell'elenco compariva anche (toh, di'!) la suddetta chiesa.
La polizia francese ha avuto un anno per grattarsi i maroni in tutta tranquillità.
Ma ora, che è avvenuto quanto già annunciato, dichiara lo stato di calamità e, contemporaneamente, dice che l'"attentato" è stato un mero raptus di due squilibrati.
Come dire, siamo in pieno allarme terrorismo ma ogni tragedia che avviene non ha matrice islamica, assolutamente no!, è solo opera di pazzi.
Quindi?
C'è un allarme terrorismo o c'è un'epidemia di follia?
C'è un reale "problema" islamico o semplicemente è il caldo?
Lo chiedo perché io sono bipolare, sono continuamente a rischio schizofrenia e vorrei, almeno, avvertire chi ha a che fare con me di scappare il più lontano possibile!

martedì 19 luglio 2016

Guardate che poi arrivano i trenta!

: avrei voluto che qualcuno mi avesse detto "Guarda che poi arrivano i trenta!", altro che Babau.
Leggi, ché poi arrivano i trenta!
Studia, ché poi arrivano i trenta!
Costruisciti, ché poi arrivano i trenta!
E fa' che le fondamenta siano solide, ché poi arrivano i trenta!
Ma non me l'hanno detto e ho gingillato.
Così i trenta sono arrivati e, sì, sono mostruosi.
Perciò ora lo dico io a chi non ci è ancora arrivato: guardate che poi arrivano i trenta!
Pensateci a cosa mettere il venerdì sera, perché alla vostra età è importante anche quello, ma fate in modo che non sia la vostra unica preoccupazione.
Perché poi arrivano i trenta.
Perdete tempo con Instagram per cercare il selfie perfetto, ma provate ad accompagnarlo con una frase vostra e non di qualcuno che credete Oscar Wilde e invece non lo è.
Perché poi arrivano i trenta.
E con i trenta l'occhio si spegne, la chiappa cede, la tetta (se ce l'avete!) si affloscia, iniziando un infinito-fino-a-quando-finisce decadimento.
Io le vedo le persone vuote su Instagram, quelle che non hanno altro da offrire se non la chiappa o la mise: a vent'anni fanno piacere, oltre fanno tristezza.
So che a vent'anni non ci pensate a riempire quei crani e investite tutte le vostre energie nelle pose a tre quarti.
Ma, davvero, guardate che poi arrivano i trenta!

venerdì 15 luglio 2016

Che facciamo?

: non puoi bloccare l'atto terroristico di un singolo folle insospettabile che decide di svegliarsi un mattino e sparare in una scuola.
(E su questo avrei da ridire, perché gli indizi ci sono sempre, è che noi diamo retta alle mamme, ai buoni, ecc. Ma facciamo finta che la gente impazzisca da un momento all'altro).
Il terrorismo seriale, invece, lo puoi bloccare.
Perché è organizzato, comunica su internet, manda video, si allena alla luce del sole che manco Rocky.
Se non lo blocchi, è perché non vuoi.
Io non voglio credere che un branco di pecorai tenga in scacco il mondo.
Hanno i processi cognitivi dei bonobi, non si sono evoluti.
Preferisco credere che il mondo voglia farsi tenere in scacco perché fa comodo, per soldi o per questioni che non comprendo.
Preferisco crederlo perché in una parte di mondo io, contrariamente a quanto si possa pensare, ho fiducia.
Ho fiducia nel mondo che ha fatto nascere Aristotele, Einstein e Alda Merini (sì, lei!).
Preferisco pensare che il mondo sia venale e non stupido.
Son gusti.
Il problema è: che si fa?
Che facciamo noi?
Perché, non so se l'avete notato, ma stanno accuratamente evitando l'Italia girandoci intorno.
Forse perché il dolce si mangia alla fine, forse perché siamo collusi con loro come siamo collusi con tutto ciò che di più marcio esiste, non so.
Ma, aldilà di pensare al nostro paese, qualcosa dobbiamo fare.
Cosa?
Non so.
La punta di follia che è in me suggerisce di eliminare la gramigna, come faceva mia nonna in campagna.
Perché è vero che tutte le religioni sono pericolose, ma se non vedete che l'Islam lo è di più, raga, avete un problema. Ed è più pericoloso per un insieme di fattori che non sto ad elencare. Poi, è chiaro, gli atti terroristici non provengono dall'Islam moderato. Ma siamo sicuri che ci sia un Islam moderato? Boh.
Tutti abbiamo un difetto più grosso degli altri e il mio è la tendenza al totalitarismo. Ma la sedo, la blocco.
C'era un tempo in cui volevo buttare benzina sui campi rom e bruciarli, perché ero fermamente convinta che quelle persone, che vivono da parassiti pesando sulle vite degli altri e rosicchiandole con i loro furtarelli, non meritassero di vivere.
Sono cambiata, per fortuna.
Ma in me c'è sempre una vocina che suggerisce di eliminare i problemi alla radice.
Appunto, qua la radice dov'è?
È vero che la cellula principale da cui proviene il tutto è formata da pecorai, ma poi ci sono anche ragazzi cresciuti all'occidentale.
Chiudere le frontiere non so quanto convenga.
E comunque non sarebbe definitivo. Come buttare il bygon negli angoli della casa quando le blatte ti hanno infestato le fondamenta e l'interno dei muri.
Forse ha senso in paesi in cui la legge vale qualcosa ma in Italia, raga, se il poliziotto vede cento euro non capisce più niente.
E poi, ci barrichiamo in casa quando gli zombie ci picchiano sulle finestre? Quando infestano i mari?
Non potremo più andare in Sardegna?
Son problemi.
Quindi? Che si fa?
Raga, forse l'entità ha dato retta a Miss Italia e ci ha dato la guerra mondiale.
Ci deve essere qualcosa che possiamo e dobbiamo fare (oltre a non sparare cazzate e a educare i nostri figli!) ma non so quale sia.
Mo' ce penso e vi risolvo 'sta bega.

mercoledì 13 luglio 2016

Il Buongiorno Gramo di Gramellini

: inizio a non tollerare più la smielata retorica. Non sui giornali.
Credevo che i trenta mi avessero ammorbidita, ma in realtà mi sono inacidita (possibile?) ancora di più.
Non si scrive un articolo del genere.
Non si scrive per il rispetto delle persone morte.
Perché quando muoiono delle persone per un errore tipicamente umano (o una tendenza tipicamente umana) su un giornale si dovrebbe analizzare quell'errore.
E basta.
Per i fronzoli ci sono (e fortunatamente, eh!) i libri, i blog, ecc.
Un buongiorno del genere lo si dovrebbe dare, nel 2016, solo su Facebook: è stucchevole.
Può piacere ed è bene che piaccia, ma è un qualcosa di fuorviante.
Senza contare che, a livello argomentativo, la domanda "L'Italia è quella del binario unico o del fiume di donatori?" non ha senso di essere posta.
Molto semplicemente perché, alla vivida luce dei fatti, l'Italia è evidentemente tutte e due le opzioni.
L'Italia è sia terra di imbarazzo che di solidarietà, una non esclude l'altra.
E il problema, è, appunto, proprio quello: è romantico vedere l'unità di un popolo nel disastro; è inquietante continuare a vedere disastri.
La metafora dello specchio ha senso quando c'è una contraddizione in essere (tecnicismo, colpa mia!): per esempio, quando c'è un fiume di donatori e contemporaneamente NON c'è un fiume di donatori. Che ne so, se ci fossero donatori per un terremoto e non per un disastro ferroviario.
Quindi, la metaforaccia su cui si basa l'articolo rende l'articolo un articolaccio.
Le ultime righe sono state un becero virtuosismo, dimenticatele.
Il punto è che, caro Massimo, tu mi piacevi molto e i tuoi libri sono belli, ma in alcuni momenti ci vorrebbero le cinghiate, non le caramelle.
Un giornalista non dovrebbe indorare la pillola, dovrebbe infilare dei grossi suppostoni.
Secondo la mia idea di mondo fantastico, almeno.

venerdì 8 luglio 2016

Il "come"

: ieri mi chiedevo, con un barlume di fiducia nell'essere umano, come fosse possibile che qualcuno non condannasse senza alcun dubbio l'ultrà che ha ucciso il nigeriano a Fermo. Mi chiedevo come fossero possibili opinioni di grazia verso di lui.
Perché, ancora oggi, ce ne sono, eh.
Ci sono opinioni che fanno trasparire un "Sì, l'ha ucciso, ma...".
Voglio dire, ci sono casi (non moltissimi) in cui sembra che non ci debbano essere dubbi sullo scagliarsi, concettualmente, contro un assassino: quando qualcuno confessa di avere brutalmente ucciso un bambino, per esempio.
Il caso di Fermo mi sembrava altrettanto "facile": non puoi essere così bestia da chiamare "scimmia" la moglie di qualcuno e poi ammazzarlo. E non puoi uscire indenne dall'opinione pubblica. Easy, no?
Quindi perché leggevo opinioni titubanti?
Perché la gggente non era disgustata dall'ultrà ma tentennava?
Perché leggevo cose come "Sì, fatto terribile, ma l'immigrazione buuu!"?
(Al di là delle varie savianate, tommasate, gramellinate, per cui Emmanuel l'abbiamo ucciso tutti, che potrei anche apprezzare ma il momento ora non è retorico!)
Come si fa a pensare, in questo caso, "Sì, ok che lo ha ucciso a sprangate, ma..." ?
Come si fa a cercare un qualche movente diverso dal becero razzismo?
L'ho capito.
Per il modo in cui le fonti di informazione che abbiamo ci hanno presentato il fatto.
Ora, io ho la tendenza a pensare che, in questi casi, la migliore fonte di conoscenza siano i nostri occhi: se non vediamo, mozziamoci la lingua.
Ma, siccome qualche cenno di epistemologia mi è stato inculcato, so che possiamo farci andare bene anche la cara testimonianza, se non proviene proprio da interdetti.
Quindi, yeee, leggiamo i giornali.
Ecco, per il caso di Fermo, i giornalisti hanno lavorato proprio male.
In tutti gli articoli che ho letto, la ricostruzione del fatto faceva rabbrividire:
- ultrà chiama "scimmia" la moglie di un nigeriano.
- il nigeriano REAGISCE agli insulti/ DIFENDE la moglie.
- ultrà lo ammazza con una spranga.
Basta.
E da questo si scatena un putiferio mediatico.
Ma vi sembra che ci siano informazioni sufficienti?
Come cazzo li scrivono 'sti articoli?
Cosa vuol dire che "reagisce agli insulti" e "difende la moglie"?
In che modo, caspita?
Sarà ben importante, no?
Perché non salta subito all'occhio quanto manchi una parte fondamentale?
E se, all'insulto, il nigeriano fosse diventato, con ragione, una furia implacabile?
E se l'omicidio fosse stato una degenerazione?
Non si sa. È difficile, forse implausibile, ma non si sa.
Poi, certo, rimarrebbe comunque una vittima di una bestia, un razzista di merda il cui processo cognitivo si è arrestato alle elementari quando, sicuramente, gli altri bambini non lo facevano giocare a calcio e da adulto è diventato un ultrà per riscattarsi.
Ma il fatto non è per nulla chiaro.
Di nuovo.
Non abbiamo elementi sufficienti.
Solo che si parla di migranti e ultras con daspo, argomenti caldi, e l'importante non è informare ma fare i dindi.
Non caschiamoci, perché con le nostre condivisioni, siano esse strappalacrime, intelligenti o idiote, facciamo friggere il mondo.


Non scrivere cagate!

: vi siete mai chiesti come funzioni la mente umana? Se esista una mente umana? Se sia sinonimo di "anima"?
Dove risieda? Nel cervello? In tutto il corpo? Nell'ambiente?
Penso di no.
No, non ve lo siete mai chiesti.
E lo penso perché (ha ragione chi me lo dice continuamente!) non ho fiducia nelle cognizioni dei più.
Badate, sono comunque domande prive di risposta, quindi alla fine l'assassino potrebbe essere tanto il maggiordomo quanto il giardiniere.
Ma sono domande che servono per non incappare in quelle che, sicuramente, sono cagate concettuali.
Ogni volta che viene commesso un omicidio, qualunque movente esso abbia, passionale/razziale/razzista/economico, voi vi fate una bella cagata concettuale: buttate fuori tutto, una bella scarica e via, pronti per un nuovo argomento.
Perciò, quando c'è un trend topic, che sapete già che vi farà venire un'irrefrenabile voglia di buttare fuori, non potreste prendere quello che è l'equivalente virtuale di un imodium preventivo, cioè spegnere l'internet?
Perché per me, leggere quei post, equivale a vedervi andare in una piazza gremita di persone, tirarvi giù i pantaloni e farvi una bella cagata davanti a tutti.
Non si fa, su, la cacca si fa a casa propria, chiusi nel proprio bagno.
Quindi, dai!, prendi anche tu l'imodium: non scrivere cagate!

domenica 3 luglio 2016

Zaza chi?

: volevo far finta di niente perché sono anni che devo far finta di niente per quanto riguarda il calcio.
Perciò volevo continuare.
In generale, faccio finta di niente su questa abitudine snervante che avete di salire esclusivamente sul carro dei vincitori.
Faccio finta di niente sulla "professionalità" con cui ne parlate, come se poteste capirne i meccanismi sottostanti, ecc, come se la sapeste lunghissima.
Faccio finta di niente sul vizio di trattare come idolo qualcuno solo quando fa gol e di coprirlo di merda quando non lo fa.
In particolare, cioè per gli Europei e per la partita di ieri, faccio finta di niente sul fatto che due pirloni con pochissimi gol all'attivo si siano comportati come fenomeni e si siano comportati come fenomeni perché voi glielo avete permesso con le vostre millemila condivisioni su internet: internet, lo ripeto quotidianamente, dà onnipotenza, perciò due minchioni qualsiasi possono fare gesti e balletti per prendersi gioco degli altri.
Faccio finta di niente perché così è, se vi piace.
Ma su una cosa non posso proprio far finta di niente: perché continuate a scrivere che Zaza è "figo"?
Scrivete "Sarai pure bello ma...".
Raga, Zaza è un cesso.
Ora, se vogliamo dire che si ciula una figa (altra fenomena di internet senza competenze né altro che voi avete contribuito a rendere dea) diciamolo.
Ma non è che se uno mischia fluidi corporei con un altro ne assume le caratteristiche, eh.
Zaza è brutto e cattivo.
Manteniamo vivo il nostro approccio infantile alla vita almeno in questo caso.

giovedì 30 giugno 2016

Dici ti piace, ma non ti piace

: alle medie (periodo già notoriamente roseo!) ero entrata in contatto con due ragazze che avevano il vizio di riempirmi di complimenti solo per prendermi per il culo. Era tutto un "Ooooh ma che bei capelli", "Ooooh ma quanto sei simpatica", ecc.
Le detestavo, ma capivo la loro perversione (o semplicemente ho cercato di interpretarla come tale per non reputarle solo due emerite imbecilli): quando dici, per esempio, a una bambina molto brutta che è bella lei dapprima sarà diffidente e non ci crederà. Ma se continui a ripeterglielo, prima o poi, ne sarà felice, sinceramene felice, e tu potrai capirlo dalle sue espressioni facciali.
Ecco, il perverso, colui che si fonde in finti complimenti, gode come un gatto d'estate a vedere il piacere che suscitano le sue false lusinghe: si sta prendendo gioco di te, ce l'ha fatta.
Allo stesso modo le perverse delle medie, probabilmente, nel dire alla bambina brutta che fosse bella, godevano dell'anti-presa in giro, della sua vera felicità suscitata dai loro falsi complimenti. Come accarezzare un cerbiatto e guardare i suoi occhioni di gratitudine, sapendo che di lì a poco lo sgozzerai.
Le odiavo, ma ho voluto darmi questa spiegazione per trasformarle nella mia mente in personaggi splendidamente perversi, le maestre dell'anti-presa in giro, per differenziarle dai bambini banalotti che banalmente mi prendevano in giro, il cui massimo era riferirsi alle orecchie, alla magrezza, ecc.
La presa in giro è genuina, grezza, semplice. L'anti-presa in giro è raffinata, perfida, geniale.
Insomma, senza ramenare il torrone più di tanto, ho costruito quel castello per non sentirmi così idiota da farmi prendere per il culo da due idiote. E così le ho vestite di una veste intelligentemente più elegante.
Ma il punto non è ancora questo.
Il punto è: cosa fa il perverso quando la sua "vittima" si accorge della sua perversione? Gode ancora? Cambia vittima?
Che succede quando la vittima non ha più quella tenera espressione di beatitudine, inconsapevole del gioco perverso del suo carnefice?
Che succede quando il falso adulatore viene smascherato?
Le medie sono passate da un pezzo, ma trovo ancora chi mi fa finti complimenti. Virtualmente. Me li scrive, non me li fa guardandomi. O, per essere proprio sul pezzo, mi mette incessantemente "like".
 "Scrivi benissimo!", "Sei troppo sagace!", ecc.
A che scopo? Non vede la mia faccia, le mie espressioni, né le mie micro-espressioni, non può godere del mio piacere nel ricevere apprezzamenti.
E, più importante, io lo so quanto mi stia prendendo in giro.
Dove sta la sua perversione? Dove sta il suo godimento?
Forse dai miei "grazie" digitati capisce che il suo troll è andato a segno?
Chissà.

lunedì 27 giugno 2016

Le virgolette! Le virgoleeeeeette!!!

: ogni volta che leggo uno status che mi piace, che mi piace oltremodo, mi scatta subito la diffidenza e penso: "come è possibile che questo imbecille abbia prodotto una perla di rara bellezza?".
Così digito una parte dello status su Google e, quasi sempre, lo trovo. Ciò significa che l'imbecille ha rubacchiato le parole di qualcun altro.
E divento verde, muscolosa, mi si strappa la canotta e le manone mi friggono.
Come si fa a rispondere "grazie" a dei complimenti per uno status che non è il proprio?
Come si fa ad avere tale disinvoltura?
Come si fa a non dire subito: "non è farina del mio sacco"?
Non mettere le virgolette di citazione  è appropriarsi indebitamente di qualcosa. È RUBARE.
Internet non salva la proprietà intellettuale, ma noi possiamo far sì che gli egocentrici che non hanno un ego meritevole non lo accrescano agggratis: quando ci accorgiamo che qualcuno scrive parole non sue, non assecondiamolo spolliciandolo.
Non creiamo dei mostri virtuali.
La "fama" su Facebook dà onnipotenza: crea falsi fenomeni che, un giorno, si sentiranno in diritto di "fenomenare".
Prima di idolatrare qualcuno, assicuriamoci che la sua genialità sia davvero sua e non rubata.
(Senza contare il fatto che complimentarsi con un imbecille, che fa finta che un aforisma come "L'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi" sia suo, renda noi più imbecilli di lui).

"Campagna per la sensibilizzazione all'attenzione all'uso delle virgolette per la salvaguardia della proprietà intellettuale, allo scopo di liberarci dai guru virtuali".