domenica 31 dicembre 2017

2017, suuuuca!





: io, di questo 2017, non dico più un nulla.
Tanto, chi sa leggere, soprattutto fra le righe, ha letto. E sa. Ma forse sapeva già, anche senza leggere.
Comunque.
Ho controllato l'Accadde Oggi e non ho mai fatto gli auguri di "buon anno".
Ma sono quasi a 32 e il buongiornissimokaffèèè è alle porte e, soprattutto, magari, se lecco un po' il culo al karma provando a essere più positiva, più buona... forse... chissà...
Perciò, buona fine e buon inizio, raga.
Non a tutti, eh.
Cioè non è che ci sia qualcuno che non meriti di passare un buon anno, ci mancherebbe.
Semplicemente, non merita i miei auguri.
Ci sta, credo.
Insomma, quel qualcuno non merita i miei auguri perché ci ha sputato, e ci sputerebbe ancora, sopra. A me, prima degli auguri. 
Insomma, la cattiveria grossolana va bene ma nel momento in cui la subiamo possiamo anche decidere di considerare morto chi ce la scaglia contro. Immagino di sì, immagino sia lecito.
Forse non cattolicissimo, ma non mi pare di credere a una vergine che partorisce quindi ci sta, credo.
Ci sta un po' tutto, credo.
Ci sta ferire a morte il prossimo, ci sta pensare di essere dei fenomeni per questo, ci sta uccidere, ci sta cagare su qualsiasi scala valoriale, ci sta tradire, ci sta umiliare, ci sta rubare, ci sta molestare, ci sta violentare, ci sta aprire pagine Facebook per bullizzare (se la vita è bulla con noi, se ci ha fatto brutti, pezzenti, orfani, soli, costretti a scopare in saldo perché abbiamo la carica sessuale e la dotazione di Ken, noi possiamo esserlo con chi vogliamo, giusto?).
Ci sta tutto, credo.
In un'ottica universale, tutto è necessario: tanto il bene, quanto il male.
Ma in un'ottica particolare, se tu mi fai male, fiero, orgoglioso, di farmi quel male, che ti aspetti? Che ti porga l'altra chiappa?
Beh, anche no, rivedi un po' le tue aspettative: devi aspettarti che io ti odi fino al mignolo, il veicolo della bestemmia per eccellenza.
E ci sta, credo.
Questo 2017 mi ha fatto riscoprire l'odio, quello vero.
Cioè, io odio e ho sempre odiato molte cose, ma è più una "non tolleranza viscerale": uso il termine "odio" per comodità.
Il 2017, invece, incarnato in individui specifici e in "cose" specifiche, mi ha fatto riprovare l'odio, quello vero, quello puro.
E gliene sono fin grata, credo: non odiare nessuno al mondo è sintomo di quell'esistenza pacifica e bovina che non mi è mai appartenuta.
Ho già odiato consapevolmente e ora, per motivi diversi, ri-odio consapevolmente.
Ne sono perversamente grata, quindi, credo.
Perciò auguri di buon anno, raga.
Non a tutti, ma a molti.
Perché se non ci fossero stati quei molti (che non è vero che sono molti ma sono abbastanza da sembrare immensi)... vabbè.
So che non amate le troppe parole.
Ma chi sa, o prova a, scrivere, lo deve fare.
Per se stesso e/o per gli altri.
Che sia per amore, o per odio.

P.S. Mi sarebbe servito fare un bell'elenco dettagliato di quanto accadutomi quest'anno, a mo' di prova di quanto scritto.
Ma, anche no. Viverlo è stato già pienamente sufficiente tendente al discreto quasi buono.


venerdì 29 dicembre 2017

Selfie?








: guidavo con la spensieratezza di chi deve scegliere tra la sedia elettrica e l'iniezione letale, quando un'auto con due ragazze, nemmeno così giovani, mi si piazza davanti di sbieco, ostruendo buona parte della carreggiata.
Mi accosto con fatica e noto che si sono fermate per farsi un selfie.
Allora attacco briga, chiedendo loro "Ma siete serie?", e loro si indispettiscono, dandomi probabilmente dell'acida bisbetica (nella loro testa, perché se avessero avuto il coraggio proferire verbo la polizia penitenziaria non mi avrebbe permesso di scrivere questo post).
Ma io dico.
Stai facendo una roba da idiota, una roba oggettivamente da idiota, come bloccare una strada per l'impellente bisogno di immortalare la tua faccia da cazzo, nemmeno così carina direi, e pretendi che nessuno te lo faccia notare?
Ma sul serio, raga?
Un'ora fa, lo stesso.
Un ragazzo ha bloccato via San Giacomo andando a passo di zoppo perché stava digitando al cellulare.
Cioè, non siete stati in grado di fare una cosa semplice come crescere senza evidenti danni cerebrali, pensate davvero di poter fare due cose contemporaneamente?
Due cose come guidare e usare il telefono?
Ma quanto vi odio, sempre?

mercoledì 27 dicembre 2017

Eau de G





: il 2018 sarà l'anno di due importanti celebrazioni:
- dieci anni che uso il mio profumo;
- dieci anni che sono sono iscritta a Facebook.
Parliamo del primo, ché al secondo ci penseremo a suo tempo.
Quello che nutro verso quella fragranza, di cui non dirò il nome perché ne sono iper-gelosa, è amore, nient'altro.
O, forse, molto più che amore.
Mi batte il cuore ogni santa volta che me lo spruzzo, mi si strazia il cuore quando lo sento addosso a qualcuno che non sia io, mi piange il cuore al solo pensiero di tradirlo con qualche altro profumo.
Lo amo da dieci anni, senza il minimo tentennamento, senza il minimo dubbio.
Lo amo di un amore ancora pieno di sessualità e passione.
Quando lo finisco e non ne ho subito un'altra confezione a portata di mano, e mi tocca uscire senza mettermelo, mi sento incompleta.
Anzi, mi sento nuda.
Perché chiunque abbia avuto a che fare con me, intendo molto a che fare con me, ha almeno un ricordo legato a me e al mio profumo.
Al nome, del mio profumo, che si adatta perfettamente a ciò che sono io.
Alla fragranza, del mio profumo, che è pungente, acidula, impertinente, come (purtroppo) sono io.
Al modo in cui, il mio profumo, sembra stato creato apposta per me.
Perché lo usiamo in tante, ma lui è mio.
Perché lo portante in tante, ma non come lo porto io.
A voi svanisce, io lo trasudo.
A voi piace, io lo amo.
Io ne divento possessiva, insopportabile, frivola, immatura.
Come quando impedivo alle persone vicino a me di comprarlo, quando al "Ma piace anche a me!" seguiva il mio "Ma io ti taglio le mani!".
Come quando un mio amico lo aveva regalato alla fidanzata e io, non scherzo, l'ho massacrata facendo leva sulla sua mancanza di personalità.
Perché lui tira fuori il mio lato oscuro, il mio lato luminoso, quello brillante, il mio tutto, il mio io.
Esagerato?
Frivolo?
Bestiale?
Forse.
Ma sono dieci anni che lo amo.
Perché lui è IL profumo.
Il mio.

lunedì 18 dicembre 2017

Concittadino Borsalino






: - Di dove sei?
"Alessandria".
- D'Egitto?
(Risata forzata di chi sopporta 'sto battutone da più di trent'anni) "Ahah".
- Non so nemmeno dove sia, cosa c'è ad Alessandria?
"È al centro del triangolo TO-MI-GE, abbiamo la Cittadella, i rabaton, i Baci di Gallina, le sorelle Parodi, il nuovo ponte Meier, una squadra di calcio che gioca coi colori della nostra nebbia..."
- ... -
"Cappelli Borsalino, presente?"
- Ah, cazzo, sì!!! Figata!!!

Ecco, concittadini, cercate nella memoria l'ultima volta che avete avuto una conversazione così e screenshottate con l'anima.
(Alessandria è morta. E voi l'avete uccisa.)

venerdì 15 dicembre 2017

Sei arrabbiata oggi?




: sono in banca e l'impiegato tanto caro che aveva sopportato le mie angherie per il bancomat perduto mi chiede "Sei arrabbiata OGGI?" e io sì, certo, sono incazzata nera, ma non glielo dico perché mi sembra sia carico di aspettative, un po' come se il senso reale della sua domanda fosse "non sarai mica arrabbiata ANCHE oggi?", quindi rispondo che, no, non sono arrabbiata STRANAMENTE, anche se sì, sono arrabbiata, certo, sono incazzata nera.
Così lui, rincuorato, mi dice che tanto, ORMAI, non gli faccio PIÙ paura e io non so cosa intenda e manco lo voglio sapere perché, insomma, è quasi Natale e mi illudo che l'immagine che ha di me l'altro-da-me sia la stessa che ho io di me - cioè di una burbera che però è molto dolce, che anche se, sì, certo, sono sempre incazzata nera ma anche se sono sempre incazzata nera non significa che non sia anche molto, moltissimo tenera - il che è quasi impossibile ma, insomma, è quasi Natale e un'illusione me la merito anch'io.
Anche se, sì, certo, sono incazzata nera.
Come SEMPRE.




mercoledì 6 dicembre 2017

Io non Sox un cazzo!






: la cosa più bella che abbia letto in questi giorni è che il malore di Nadia Toffa sia stato messo in atto dai "poteri forti" per impedirle di continuare a divulgare la verità.
E non era una battuta, eh.
Cioè era messa giù col classico piglio da "Coincidenze? Io non credo!".
Capito? Quelli come Le Iene c'hanno la VERITÀ e i potenti li colpiscono a botte di patologie cerebrali per non fargliela divulgare.
Si può essere complottisti, eh, riguardo a 'sta storia - si può essere complottisti riguardo un po' a tutto - ma, se proprio deve venire in mente un "complotto", quello dovrebbe riguardare il fatto che, guarda caso, il malore sopraggiunga proprio dopo il servizio sul Sox, servizio che dovrebbe bastare a far chiudere definitivamente il programma.
Ma, anche questo, sarebbe un "Coincidenze? Io non credo!" piuttosto forzato.
Io (opinione personale puzzolente e irrilevante) penso che il malore della Toffa potrebbe essere dipeso da una gigante quantità di stress dovuta a una altrettanto gigante figura di merda.
Sicuramente, con una dose di certezza donatami dalla banale razionalità, escluderei l'ipotesi dei poteri forti che la mettono a tacere.
Per alcuni, invece, è l'ipotesi più PROBABILE.
Si vive bene così, raga?
Credendo a 'sta roba, intendo.
Credendo ai vari "Non lo sa nessuno ma noi lo sappiamo e ora lo sapete anche voi!".
Credendo ai vari sensazionalismi.
Credendo di potervi documentare in modo approfondito così facilmente, con un articoletto letto su LaMarmottaCheConfezionaLaCioccolata.org o con un post di News.24Sticazzi.eu o con un video di IoSonoRettiliano?
Perché, se così si vive bene, lo voglio fare anch'io.
Voglio credere anch'io alla veridicità della "denuncia" de Le Iene (o simili) e a qualcuno che voglia soffocarla per controllarci.
Voglio pensare anch'io di avere un accesso privilegiato a fonti certissime.
Voglio pensare anch'io di essere in grado di analizzare qualsiasi dato quando l'ultima cosa che ho analizzato sono stati i tabelloni delle elementari in cui, con tutta probabilità, c'era scritto "bocciata".
Però non ci riesco.
Perché so' allieva di Socrate e so che l'unica cosa che so è che non so un cazzo.
In questo periodo, poi, c'ho un'ignoranza addosso più densa di quando avevo fatto un disegno di Garibaldi e compagni e avevo colorato i loro vestiti di verde.
So, però, che non posso parlare del Sox, perché non ho idea di cosa sia e del perché sia.
E so anche che non posso fidarmi delle Iene perché anche loro non hanno idea di che cosa sia e del perché sia ma, anzi, mi fanno credere di saperlo e di volere che anch'io lo sappia.
Sapere cosa, poi?
Nadia Toffa, per esempio, è laureata in Lettere con percorso storico-artistico.
Perché parla di fisica nucleare?
Non è che ti puoi preparare per un servizio sulla fisica nucleare leggendo qua e là stralci di "cose fisiche".
Perché, più che altro, è ovvio che tu faccia figure di merda.
Non è che sia colpa tua, naturalmente: non avere dimestichezza con la fisica nucleare non è reato.
Dovrebbe esserlo, però, parlarne come se si avesse la verità in tasca.
Nel mio mondo perfetto dovrebbe essere reato parlarne, punto.
Dovrebbe, almeno, esserlo insinuare dubbi, mai posti prima di allora, fra noi ignoranti.
Perché se non sei preparato non puoi gestire eventuali obiezioni.
Se non sei preparato, non puoi gestire il polverone da te stesso sollevato.
Se sei ignorante riguardo a una cosa, manifestamente ignorante, non puoi "denunciare" quella cosa.
Questo vale per tutti quelli che parlano di cose che non sanno, le Lucarelli varie, ecc.
Ok, "sapere" è un concetto, strano!, filosoficamente intricato: potrebbe essere che noi non sappiamo mai totalmente qualcosa, ecc.
Ma ignorare totalmente e far finta di sapere, questo sì, è male, bua, cacca.
Non ravanate, dai, nella cacca.

Riassunto (ovvero, ciò che avrei potuto direttamente dire in tre righe ma sono sadica):
Se non sai taci, coglione.
E devi schifare chi non sa ma non tace, non idolatrarlo, coglione.

venerdì 1 dicembre 2017

Praljak vs Socrate




: poi la finite di bestemmiare paragonando Praljak a Socrate?
Cioè finché c'è da fare un meme ok ma se il paragone diventa serio, tanto da scrivercene un articolo, mi preoccupo, eh.
Socrate. SOCRATE.
Praljak si avvelena per una condanna.
Socrate si avvelena per una condanna.
Allora Praljak è Socrate.
Giada rompe un tacco per strada.
Belen rompe un tacco per strada.
Allora Giada è Belen.
Madonna, raga.

martedì 28 novembre 2017

Quando incontrai la Sacher





: siamo negli anni 90, sono bambina e in casa trovo una torta.
(... pezzo strappalacrime che vi risparmio ...)
È esteticamente perfetta, un blocco di cioccolato.
La mia alimentazione è, diciamo così, costituita all'ottanta per cento da cioccolato, quindi appena vedo 'sta terra piatta marrone inizio a salivare.
Appena ne taglio una fetta scopro che all'interno ha pure una cremina, perciò non è una mappazza stopposa ma ha tutta l'aria di essere un equilibrio di consistenze.
La addento e... oh, no, no!
Non è una cremina. È una cazzo di marmellata.
Sul serio? La marmellata in mezzo al cioccolato?
Ma farciscila con la merda, la prossima volta.
E chiamala Saichemerdacher, non Sacher.
Me la ricordo ancora la delusione bruciante di quell'incontro.
Che è un po' quella che provo ogni volta che mi abbinano la frutta al cioccolato senza palesarlo.
Quando mi vomitano addosso fruttosio senza avvertirmi.
Tipo quando ordino il mio bel tortino-cuore-caldo e me lo guarniscono con lo sciroppo ai frutti rossi, convinti anche di fare cosa buona.
Oppure: "Gradisce anche una salsa ai lamponi sul brownie?"
No, non ti azzardare, ti taglio le mani.
E le fontane di cioccolato per pucciarci dentro la frutta? Ribrezzo!
E le scorze d'arancia ricoperte di cioccolato?
Orrore!
E il croccantino gelato con il cuore di amarena? Raccapriccio!
Io tollero solo un frutto insieme al cacao e quello (manco a dirlo!) è la banana.
Tutti gli altri abbinamenti, dai, sono da imbecilli.
Cioccolato con cioccolato, punto.
Non inventatevi abbinamenti disgustosamente azzardati solo per fare gli stravaganti.
Cioè, raga, con cosa avete anestetizzato lingua e palato?
Cioè, raga, per usare le papille come le usate, trapiantatevele nell'ano.

Fastidio, eh, quando qualcuno cerca di oggettivare i gusti personali, eh?
Fastidio, eh, quando qualcuno vi dà degli imbecilli perché preferite una cosa a un'altra, eh?
Fastidio, eh, quando qualcuno vi rompe i coglioni per quello che mangiate, scegliete, preferite, eh?
Fastidio, eh, quando qualcuno pretende di giudicare l'irrazionale, eh?
Fastidio, eh, leggere nero su bianco il vostro stesso comportamento di merda, eh?



giovedì 23 novembre 2017

La fortuna, né colpa né merito








: fate un favore all'umanità, raga.
Guardatevi un po' nella vostra globalità e chiedetevi quanto, di ciò che avete, sia merito esclusivamente vostro.
Se quella serenità, felicità pratica, sia dovuta solo a voi stessi o ad altri.
Se la vostra stabilità, mentale ed economica, sia il frutto del vostro sudore o di quello altrui.
Se il vostro equilibrio non sia solo equilibrio riflesso.
Se nessuno abbia un po' spostato l'arrivo verso di voi per agevolarvi.
Se nessuno abbia avuto il cuscino sempre pronto da buttare sotto i vostri culi per attutire le cadute.
Se così fosse, siete persone da ammirare e fonte di ispirazione.
Se così non fosse, se la vostra fosse solo banale fortuna, se si trattasse unicamente di essere nati dalla parte giusta, fate il favore di non insegnare la vita.
Ché voi non l'avete imparata, eh, solo azzeccata per culo.

sabato 18 novembre 2017

Caccia alle streghe VS indagine







: Giadona che tenta di chiarificare concetti, parte 789.654.123.
Con "caccia alle streghe" si intende il perseguitare una moltitudine di persone, per lo più innocenti, con l'intento di trovare un colpevole a tutti i costi, condannandolo per reati che, con tutta probabilità, non ha commesso.
Al tempo che fu, infatti, le "streghe" e gli "stregoni" non commettevano nulla che noi contemporanei riterremmo illecito.
Semplicemente, gli eroici uomini di chiesa si inventavano dei pretesti per far vedere quanto ce l'avevano grosso (il potere): misero in piedi una bella persecuzione di migliaia di innocenti, colpevoli solo di amare i gatti, avere nevi, occhi chiari, ecc, unicamente per manifestare il proprio potere.
Ben diverso è quando, per esempio, al giorno d'oggi, si scopre che un bambino è stato sciolto nell'acido: se è avvenuto, che ne so, a Castellazzo*, si cercherà il colpevole in quel gruppo di castellazzesi che sono soliti fare "quelle cose lì".
Ma quella ricerca non potrà essere definita "caccia alle streghe", perché c'è un bambino concretamente morto e qualcuno deve averlo concretamente ammazzato, perciò si chiamerà "indagine".
Con "indagine" si intende l'attività teorica e pratica finalizzata all'appurare la verità relativamente a fatti determinati: succede qualcosa, cerco di capire che è successo realmente.
È chiara la differenza?
Caccia alle streghe: si infangano persone completamente estranee ai fatti.
Indagine: si interrogano persone informate, spesso per loro stessa ammissione, sui fatti.
Confondere i due termini è sinonimo di ignoranza.
Applicarli scorrettamente per cercare di fare i simpatici è sinonimo di idiozia.
Così, perché c'ho il feticcio della chiarificazione.

* Castellazzo è il primo paesino che mi sia venuto in mente, non sono a conoscenza dell'esistenza di clan al suo interno.
Non provate a sciogliermi nell'acido perché tanto, per quanto acido possa essere, non lo sarà mai quanto me.

domenica 12 novembre 2017

Agli "amici".







: ogni tanto, in questo gabbiano con le piume inzaccherate di catrame che chiamiamo "esistenza", mi vengono in mente dei pensieri che facevo da piccola e che mi tornano ciclicamente utili.

Alle medie c'era questo ragazzetto molto simpatico e pittoresco che, credo nel doposcuola o qualcosa del genere, veniva appioppato a turno a qualcuno di più studioso di lui.
Quando veniva appioppato a me notavo sempre che, ogni volta che passava più di mezzora con una bambina, lui se ne innamorava e iniziava a scriverle "ti amo" in tutti i colori del mondo (ai miei tempi si mandavano i bigliettini, sì).
Così, quando me lo ritrovavo vicino di banco, sapevo già che, da lì a mezzora, avrei avuto anch'io il mio bel "ti amo" da quell'incostante spasimante.
E mi faceva molta tenerezza, quel ragazzetto.
Perché, naturalmente, non è che volesse dire proprio "ti amo", voleva semplicemente dire che si stava trovando bene in quel poco tempo passato con me.
E, a turno, con tutte le altre bambine.
Credo lo facesse anche coi maschi, ma immagino che sostituisse il "ti amo" con qualche pugno, come erano soliti fare tra di loro i portatori di pene acerbo per dimostrarsi affetto.
Mi faceva molta tenerezza, quel ragazzetto.
Perché era chiaro che fosse tanto solo  mentre io ero arrivata dalle elementari con la mia corazzata, con gli amici che sono ancora amici adesso, con le mie uniche gioie di quel periodo (e di tutti i miei periodi).
Mi facevano molta tenerezza quelli che non avevano nessuna amicizia, nemmeno una, coltivata dalla tenera età.
E ce n'erano molti, come quel ragazzetto.
Così pieni di affetto, così dispensatori di affetto, così desiderosi di affetto, da essere anaffettivi.
E ce ne sono ancora molti, come quel ragazzetto.
Solo che io, adesso, li schifo.
Nessuna tenerezza per loro.
Nessuna tenerezza per voi.
Perché se in trenta, quaranta, ecc, anni, non siete stati in grado di coltivarvi delle amicizie sincere, profonde, senza soffocarle con il vostro finto affetto, la colpa sarà sì dell'universo ostile, ma soprattutto è vostra.
Se, nell'età adulta, considerate "amico" solo chi passa più tempo con voi, se valutate solo la quantità, se badate solo alla vicinanza fisica, materiale, io vi schifo.
Se saltate ancora di fiore in fiore, dando affetto a tutti senza darlo realmente a nessuno, io vi schifo.
Quel ragazzetto aveva già vissuto, in quella decina di anni di vita, tutte le difficoltà che voi, nella vostra, per vostra fortuna immeritata, non vivrete mai.
Voi siete senza scusanti.
Voi siete il peggio.
E io, giusto per sottolinearlo ancora, e ancora, e ancora, vi schifo.

giovedì 9 novembre 2017

La banalità del male




: io ho un animo acido, rompicoglioni, prolisso e antipatico.
Però, purtroppo, estremamente delicato.
E vedere la testata al "giornalista" di Nemo mi disturba profondamente, come mi disturbano quei video sui maltrattamenti ai bambini, anziani e animali.
Mi disturba sapere che esistano elementi del genere.
Elementi che vivono di violenza, animali che, senza andare tanto lontano, leggo quotidianamente sui gruppi online. E che sopprimerei senza stare tanto a parlare di diritti umani.
E, poi, elementi che per lo scoop, per l'audience, per il dio danaro mascherato da giornalismo di inchiesta, sono pronti a farsi ammazzare o a fare ammazzare il collega, continuando a tenere la telecamera in mano senza aiutarlo.
Come in quei circhi infernali in cui ci sono gli animali feroci, i domatori feroci e gli spettatori feroci.
La ferocia è ovunque, per un motivo o per l'altro.
Se voi non consideraste la filosofia come un punto in più per farsi assumere da Mc Donald's sapreste che tutto questo ha un nome: banalità del male.
Ma che cazzo parlo a fare?

mercoledì 8 novembre 2017

A me mi





: allora, raga, consiglio di grammatica pragmatica:
non correggete l'A-ME-MI.
Perché:
1) denota spessore, non culturale ma di coglioni che si gonfiano, ruotano e poi esplodono.
2) generalmente chi caga il cazzo per l'a-me-mi è chi si è fermato a quel punto dell'apprendimento della lingua italiana che coincide con i due anni di età. Infatti è l'unico errore che riconosce facilmente, unitamente al "'ma però" e all'uso dell'h.
3) se correggi l'a-me-mi e poi canni tutti i verbi sei peggio di colui che correggi, perché sei comunque un ignorante ma un ignorante borioso.
4) se correggi l'a-me-mi a un grammar-nazi significa che non sei solo un rompicoglioni, ma uno stupido rompicoglioni che non coglie l'ironia.
5) se ripeti ossessivamente "a me mi non si dice!" senza sapere perché è sbagliato mi fai salire il bullismo che praticavo da infante nei confronti dei pappagalli secchioni, che ripetevano le cose senza capirle.
6) se uno è così analfabeta da non aver assimilato la prima regola che gli viene insegnata quando inizia a parlare, che senso ha accanirsi?

A me mi state sul cazzo, ma forse l'ho già detto.

giovedì 2 novembre 2017

Emulazione/Ammirazione








: raga, se vi piace quello che fa qualcuno e volete farlo anche voi, diteglielo.
Perché magari è contento di insegnare qualcosa e avere qualcuno che apprezza quello che fa.
Poi, certo, ci sono cose che non si possono insegnare (per tutto il resto c'è YouTube) ma due dritte si possono dare.
Io non farò mai una vellutata di zucca come quella di mia nonna ma posso cercare di imparare il suo metodo, chissà che un giorno mi verrà non dico uguale ma simile.
Idem per il sarcasmo: il sarcasmo non si impara. Ma si può imparare a costruirne la "struttura".
Solo, non copiate.
Non copiate sguaiatamente, rozzamente, grossolanamente: si vede.
Si vede che non siete nel vostro, si vede la forzatura.
E poi, non mi stancherò mai di dirlo, copiare è rubare.
Perciò, chiedetele, 'ste due dritte.
Non abbiate paura di alimentare l'ego di chi state imitando: così è peggio, eh. L'imitazione è già, di per sé, un "so che sei meglio di me".
Tanto vale ammetterlo e imparare in modo pulito qualcosa.

P.S. Sfigati.

lunedì 30 ottobre 2017

S-figa





: ieri ero a vedere IT e durante la pausa di cinque minuti ho sentito i discorsi dei ragazzini davanti a me (sentito, eh, non origliato!).
Non so l'età, avranno avuto diciotto anni ma io spero meno, spero che si siano fatti portare al cinema dai genitori.
Erano due coppiette.
I due maschietti hanno iniziato sfidarsi a duello per decretare chi dei due fosse il maschio dominante.
Sfida a colpi di like e visualizzazioni.
"Ma tu quanti seguaci hai?"
"No, solo? Cioè praticamente tu segui tutti ma nessuno ti segue, che sfigato!"
"E qual è la tua foto con più like?"
"E quante visualizzazioni fai per storia?"
"Io duecento, TOH!!!" (+ gesto dell'ombrello).
Tutto così.
Un po' uno un po' l'altro con 'sto telefono in mano.
E le due ragazzine che li ascoltavano ammirate.
Ora, ok, io sono anziana.
Ma mi ricordo che ai miei tempi al cinema si limonava, pure nelle pause (cioè, gli altri limonavano perché a me se invitavano era per vedere davvero il film).
E anche i miei amici facevano le gare di maschi alpha, solo che si sfidavano a colpi di "chi ce l'ha più lungo" (con tanto di centimetro per le misurazioni), "chi sputa più lontano", "chi piscia più lontano", "chi se ne è limonate di più", ecc.
Io sì che sono anziana, ma ho un fratello adolescente che mi tiene aggiornata sui cambi generazionali.
E vi assicuro che, pur essendo la tecnologia e la socialità elementi fondamentali per lo sviluppo della futura classe dirigente, la figa (o qualunque altro organo sessuale) rimane sempre ciò che traina più di un carro di like.
Per alcuni, almeno.
Perché per altri ciò che conta è proprio il carro di like.
"Like" completamente a caso, perché sono like a scarpe tutte uguali, cose tutte uguali, "cose", più che altro.
Il "like" che dovrebbe contare davvero se lo portano al cinema ma non lo cagano.
Non dico nulla di nuovo, ok.
Anche molti adulti sono piazzati peggio, ok.
Ma vederlo lì, spiattellato davanti agli occhi, mi ha fatto rimanere a bocca aperta.
Me e i vecchi che erano con me.
Perché quando noi eravamo (io lo sono ancora) sfigati, sapevamo di esserlo.
Questo minava la nostra autostima ma ci ha, senza dubbio, rafforzato. Anzi, qualcuno ha fatto della propria sfiga il suo punto di forza.
Se pensi solo a dei like che ti vengono messi a caso, sei sfigato. Ma non lo sai, anzi, ti senti figo.
Abbiamo orde di sfigati che si reputano fighi solo perché qualcuno piazza lì un apprezzamento virtuale.
Sfigati inconsapevoli che si credono consapevolmente fighi.
Che amarezza.
Viva la figa siempre.



giovedì 26 ottobre 2017

La punta Anna Frank





: c'è qualcosa, in questa storia calcistica di Anna Frank, che non riesco veramente a cogliere.
E questo mi rende nervosa perché io so' cogliona e dovrei, per mia natura, cogliere.
Ricapitolando:
un gruppo di bestie fa una cosa puramente bestiale, cioè giocata in una dimensione totalmente istintuale, priva di razionalità, come sono soliti fare quegli animali lì, tutti spaco-botilia-amazo-familia.
Fanno una cosa che non hanno capito nemmeno loro (e come farebbero, dato il loro non-sviluppo cognitivo?), una cosa di cui mi sforzo di cogliere il lato comico o pungente ma non ci riesco. E io amo il black humour, eh.
Gli viene fatto un po' di culo e rilasciano un comunicato da brivido, senza senso, che avranno sicuramente fatto scrivere a qualche cuggggino che c'ha le scuole.
La cosa, però, non va giù alla "società".
Perché, sapete, un conto è avere a che fare con un mini-mondo, quasi più "reale" di quello reale, cioè più consistente, più massiccio, che "muove molto" a livello economico, giuridico, ecc, in cui si lanciano SOLO le banane ai neri chiamandoli "scimmie", in cui si vende SOLO la propria madre per una vittoria, in cui ci si ammazza SOLO per una partita, un altro è rendersi conto di avere a che fare con un mini-mondo che si permette di utilizzare come sfottò un'immagine con quella potenza, un significante dal significato sacro per noi occidentali.
"L'Olocausto no, quello no, dobbiamo fare qualcosa".
E, poiché ammettere di avere una falla nel sistema grossa quasi quanto il sistema stesso significherebbe porsi delle domande un po' troppo scomode, si maschera il tutto cercando di trasformare la faccenda in qualcosa di "buono" con questa nuova moda del je-suis.
Siamo tutti Anna Frank perché un gruppo di bestie ha osato profanare Anna Frank.
Il punto è che il gruppo di bestie manco ha capito che cazzo ha fatto, manco ha capito la portata di ciò che ha fatto, perché è, appunto, un gruppo di bestie.
Bestie che, però, fanno comodo.
Perché comprano il biglietto e permettono al sistema di stare in piedi.
E, quindi, edulcoriamo questa grande sconfitta dell'umanità mettendo un po' di zucchero in questa polenta di merda: regaliamoci, con il je-suis, l'illusione di essere superiori, più forti, più dotti, più sensibili.
Tutto questo è profondamente, concettualmente, razionalmente, sbagliato.
Finché non ci sarà una condanna totale ma semplicemente si trasformeranno le cose rendendole accettabili attraverso la banale retorica, il mondo sarà la discarica che è.
Continuate ad addobbare i vostri alberelli senza rendervi conto di quando siano marce le loro radici, va', che siete furbi.

lunedì 23 ottobre 2017

Ingresso libero MA...





: stasera c'è un evento di divulgazione anti-scientifica per cui "l'ingresso è libero MA con richiesta di una donazione per sostenere l'evento". 

Ecco, allora l'ingresso NON è libero.
Chiamatelo "ingresso a offerta" ma non "libero" perché "libero" è prassi che significhi "gratuito", non "aperto a tutti". 
Poi, se avete bisogno di soldi, mettete un biglietto. Che sia di cinque, dieci, quindici euro, ma mettetelo.
Perché fa già ridere che la vostra "divulgazione" abbia bisogno di essere finanziata, ma almeno non chiedete che venga "sostenuta": "sostenere" ha un bel significato pregnante.
Psicologicamente, io sono disposta a pagare per venire a farmi due risate e buttarci giù una polemica, ma non sono disposta a "sostenere" un bel niente.
Sostenere persone di questo tipo è sostenere la non-ricerca, è buttare merda su millenni di pensiero umano, millenni di sforzi intellettuali, ed è legittimare l'ignoranza.
Che queste persone abbiano il coraggio di non nascondersi dietro alla loro libertà di pensiero/azione chiedendo "donazioni".

Soldi, chiedete soldi: almeno in questo siate trasparenti.

venerdì 20 ottobre 2017

Vermicelli di riso con zucchino e pioggia di parmigiano e olio evo grezzo




: allora, oggi sono un po' alterata.
Diciamo pure che, se fossi un personaggio di un cartone animato, sarei il cacciatore che ha ucciso la mamma a Bambi, per fare un esempio.
Così, ho pensato di passare la pausa pranzo all'insegna del rilassamento, facendo la cosa che mi fa più cagare in assoluto, più che lavare i pavimenti e stare alle regole di qualunque tipo: cucinare.
Chef G propone vermicelli di riso con zucchino e pioggia di parmigiano e olio evo grezzo.
Mi annoio già al taglio dello zucchino a rondelle, perciò le prime tre vengono bene mentre le altre vengono accettate come le porte dell'Overlook Hotel.
Troppo tempo passato con lo zucchino (!) e niente affinità con i tempi tecnici culinari fanno di Giada una cuoca che brucia la cipolla surgelata, nel frattempo messa a soffriggere.
Pazienza.
Getto le rondelle/schegge di zucchino in padella e attendo quello che pare un tempo infinito, così cerco di accelerare la cottura buttandoci dentro curry e peperoncino e, naturalmente, urlando le solite frasi motivazionali tra cui "Cuoci bello!" e "Burn baby burn!", nel caso fosse una cucurbitacea anglofona amante della disco dance anni 70.
A questo punto mi pare che manchi qualcosa a questo piano operativo da leccarsi i baffi: i vermicelli di riso.
Poiché non ho assolutamente idea della loro resa da cotti mi affido alle indicazioni sulla confezione: 1 persona = 1 nido.
Mah, meglio abbondare, si sa che i cinesi c'hanno quell'abitudine lì di limitare le quantità (la volpe che non arriva all'uva dice che tanto è sazia).
Butto il nido e tre quarti in un pentolino pieno d'acqua fredda interessandomi solo in un secondo momento delle modalità e dei tempi di cottura.
Acqua tiepida, quattro minuti.
Ah, la mia è fredda.
Poco male, accendo un po' il gas per bilanciare, non cambierà nient...
...colla.
Pazienza.
Scolo 'sto pastone di vinavil e lo aggiungo allo zucchino.
Faccio saltare e innaffio il tutto con parmigiano e olio evo non raffinato (cambia un cazzo ma mi sento molto DOP).
Assaggio e, hey!, niente male.
Davvero, niente male.

La morale? Fate tutto a cazzo di cane, raga, ché tant l'è medesim.

mercoledì 18 ottobre 2017

Ancora Wimbledon, Worcester, Weimaraner





: raga, perdonatemi, devo toccarla piano:
il fatto che ci fossero anche ebrei arrivisti, poco simpatici e senza altre doti se non il patrimonio ereditato, non rende Hitler meno colpevole.
Magari potete pensare che se lo meritassero di finire così, per una sorta di idea di "giustizia divina" esistente nelle vostre teste bacate, o magari alcuni erano consenzienti per una sorta di masochismo esasperato, ma questo non rende il carnefice meno carnefice.
E non rende meno complice chi sapeva ma ha taciuto, il popolo, il sistema, la società, ecc.
Se, in particolare, una persona che si professa vittima di qualcuno è anche idiota, questo non ha niente a che vedere con il fatto che lui, in generale, sia un carnefice.
Si può discutere sul fatto che, in quella specifica situazione lui lo fosse o meno, ma non che lo sia in generale.
Chissà se si è capito cosa volevo dire o se verrò additata come blasfScema solo per il fatto di aver usato Fast and Führer per far capire un concetto (che avreste già dovuto capire da soli ma anche oggi usate la testa domani).

giovedì 12 ottobre 2017

No Ius Soli. Sai cosa sia lo Ius Soli? No.





: "No Ius Soli in Italia, la cittadinanza non si regala!!!".
- Carino lo slogan, ma in verità in Italia si ventila uno Ius Soli temperato, sai di che parlo?"
"SÌ MA è intollerabile che una che è salita sul barcone incinta una volta toccato terra partorisca un figlio che diventa automaticamente cittadino italiano!"
- Ok, e quello è Ius Soli. In Italia si parla di Ius Soli temperato, hai presente?
"SÌ MA ti pare giusto che quelli si portino dietro mille figli in pancia e diventino tutti cittadini italiani???"
- Al di là del giusto o dello sbagliato, non c'è niente di tutto ciò nella proposta di legge. È uno Ius Soli temperato, sai che comporta?
"SÌ MA io non voglio dare privilegi agli immigrati, sarebbero nuovi cittadini, abbiamo già abbastanza problemi!!!"
-Scusa se insisto, ma devo proprio rifarti la domanda: sai cosa significa Ius Soli temperato?
"SÌ, che un immigrato che nasce in Italia è automaticamente cittadino italiano!"

Sapete cos'è questo, oltre al risultato di schiaffi non dati?
È il sistema scolastico italiano che premia chi non ha studiato un cazzo ma se la cava.
Avete presente, no, quando a scuola c'era quello che palesemente non sapeva niente ma aggirava la domanda e si prendeva comunque la sufficienza perché l'impegno andava premiato?
Ma quale impegno? Quello di essere un ignorante di merda che invece di dire "Non lo so" dice "SÌ MA"?
Meglio che la scena muta, dicevano.
Sparare minchiate era meglio che stare in silenzio, a detta di chi aveva il compito di formare menti con un pensiero critico.
E questo è il risultato.
Gente che non sa un cazzo e fa battaglie contro il cazzo che non sa.
Non sapete leggere, non sapete scrivere, non sapete ragionare ma vi schierate a favore di questo o di quello.
Gli schiaffi che non vi hanno dato e che vi darei io, perché di parole non ne ho più.

mercoledì 11 ottobre 2017

Spinaci




: mi ricordo perfettamente: alcuni di voi hanno condiviso ossessivamente link di diffamazione nei confronti della Bonduelle e dei suoi spinaci forse tossici.
"Bonduelle infame per te solo le lame", perché una (UNA) famiglia si era intossicata, cioè aveva detto di avere avuto allucinazioni dopo averli mangiati.
Avete massacrato, voi e tutti quelli come voi, senza porvi il minimo dubbio sulla credibilità dei protagonisti, un'azienda, causandole molti danni economici, di immagine, ecc.
Ora viene fuori che avete, prevedibilmente e come al solito, pestato una merda concettuale.
Domanda: ci vuole molto a scrivere, una volta appurato di aver sbagliato, "Ho scritto una cazzata, ho agito di impulso, mi sono lasciato prendere dal movimento NO-Tutto"? 
Ci vuole tanto a essere normali, raga?
Perché non siete normali, non avete uno sviluppo cognitivo nella norma.
Avete dei gravi deficit, gravissimi.

Almeno ammetterlo vi farebbe risultare più tollerabili.

mercoledì 4 ottobre 2017

Io ci sto! (Ci metto la testa, ci metto la faccia, ci metto il cuore!)





: il mio conclamato bipolarismo (o, per chi ci crede, il mio essere nata sotto un segno doppio, il peggiore dei segni doppi!) fa sì che io provi emozioni contrastanti davanti al video dei poveri bancari mantovani.
Da un lato mi dispiace immensamente che queste persone (una, in particolare) adesso debbano essere nell'occhio del ciclone di merda: è profondamente sbagliato che qualcuno divulghi qualcosa senza il tuo consenso, è profondamente sbagliato che si vada oltre nel giudizio ed è profondamente sbagliato che si parli di disagi psichici quando semplicemente è stata fatta una cosa trash. Non tutti affrontano una cosa del genere alla grande: essere presi per il culo anche dai propri amici non è semplicissimo.
Mi auguro che riescano a far passare il momento senza uscire davvero di testa: per esperienza posso dire che, se dimostrerai di avere sinapsi più frizzanti di chi ti percula, la tempesta di merda durerà veramente poco e potrai usare tutto ciò che hai passato per fare una bella pulizzzzzia kontatti.
Dall'altro lato mi sento, a malincuore, di dire un'altra cosa: nel 2017 non possiamo più girare video amatoriali di merda e pretendere che restino privati, punto.
È sbagliato ed è una grande sconfitta per l'umanità, soprattutto per la vita di coppia ufficiale o clandestina, ma è così: non possiamo fidarci più di nessuno. 
O, meglio, non è che non possiamo girare dei video "un po' così", siano essi ridicoli o piccantini, possiamo eccome, solo dobbiamo essere pronti alle conseguenze di una loro eventuale condivisione.
Ogni volta che ci viene un'idea per un video, sopratutto se non ne siamo noi i registi, dobbiamo chiederci: come la prenderei se diventasse virale? Soccomberei oppure no alle tempeste di merda?
Se la risposta è "Ne morirei e ne andrebbe della mia condizione psico-fisica", beh, lassla bui (lascia stare).
È una misura di sicurezza straordinaria e aberrante, lo so: dovremmo essere liberi di fare ciò che vogliamo. Ma, dopo la Cantone, ecc, non possiamo cadere dalle nuvole: sappiamo e dobbiamo sapere cosa succede su internet, quel brutto posto.
Se hai caratteristiche fisiche peculiari e ti fai riprendere mentre con la tua voce stridula intoni una canzoncina alla Gen Rosso, devi sapere che ti stai buttando in pasto ai leoni, devi saperlo. Devi sapere che la maggior parte delle persone non interpreterà quel video per ciò che è, una cagata, ma massacrerà la tua persona.
Perché sono brillantissimi, simpaticissimi (frustratissimi): non gli basta ridere, devono anche fare i bastardi perché così risultano fighissimi.
Loro sono brutti e cattivi? Beh, certo.
Noi talvolta siamo troppo ingenui? Eh, beh, certo.
Arriverà il momento (?) in cui non dovremo più imporre cose perché la massa sarà così saggia da non aver più bisogno di regole e misure cautelari.
Arriverà il momento (?) in cui potremo vendere liberamente armi senza preoccuparci che sia o meno un problema perché tanto la gente le userà solo per sparare alle bottiglie.
Ma ora siamo lontani da quel momento, perciò svegliarci e farci un po' più furbi credo sia l'unica soluzione possibile.

Ora, naturalmente, qualcuno interpreterà questo post come se fosse un "Non sono contro chi offende la Katia e i suoi colleghi MA...", sono pronta: è giusto che le mie battaglie mi si ritorcano contro perché sono un dito in culo.

domenica 1 ottobre 2017

Plana-ana-ana(l)




: c'è questa polemichetta alessandrina che, perdonate, suscita un po' di ilarità per chi ne è al di fuori: il liceo classico Plana deve o non deve essere intitolato a Eco?
Posto che, appunto, non essendo legata sentimentalmente né intellettualmente al Plana perché io provengo, meschina, da un banale liceo linguistico, e l'unica eco che dovrebbe riecheggiare nella mia mente è esticazzi-azzi-azzi, la mia la dico lo stesso: se c'è polemica c'è UhSignur.
Il Plana, a mio saluzzo* parere, deve rimanere Plana.
Ma non per altro, perché intitolare qualcosa a Eco significherebbe fargli un torto di quelli belli tosti. Significherebbe non aver compreso ciò che "alessandrinità" sta a indicare. Se poi, siccome non era simpaticissimo, vogliamo far sì che si rivolti infinitamente nella tomba per fargliela pagare eternamente allora, ok, procediamo.
Solo non facciamone un discorso politico: almeno una volta in cui la politica ha tenuto conto delle opinioni degli interessati non demonizziamola.
E per chi fa battute sul fatto che la gente  non sappia chi fosse Plana e si infuoca per nulla: non lo sapete nemmeno voi. Perché, che mi perdoni, non conoscere il suo operato non è così esecrabile. Come non è esecrabile non conoscere l'operato di Diodata Roero Saluzzo. Tutti sono importanti, certo, ma qualcuno lo è di più.
Non fate i brillanti intellettuali quando non lo siete: si vede, eh, come il botox.

* D. R. Saluzzo è il nome del mio liceo. A dirla tutta sarebbe "Saluzzo-Plana", è che poi i classicisti iniziano a grattarsi.

P.S. Non aver frequentato il classico è uno dei miei miliardi di rimpianti: a quest'ora leggerei la Metafisica in lingua originale.

venerdì 29 settembre 2017

MAstocazzo!





: in (ad) Alessandria è stato arrestato un imprenditore sessantenne perché adescava minorenni su Facebook e offriva loro soldi per prestazioni sessuali.
La rete mandrogna è infuocata.
Perché è infuocata?
Perché viviamo in una società in cui le ragazzine sono disposte a vendersi non per piacere ma per comprarsi un telefono con cui postare le loro già rifatte membra su Instagram?
No.
La rete è infuocata perché "lui sarà un maiale, MA loro sono puttane!".
Come dire: ha pagato solo lui con l'arresto nonostante loro siano troiette.
Sì, loro si sono prostituite: accettare qualcosa in cambio di un atto sessuale è prostituzione.
Quindi, secondo voi (voi generico!) dovrebbero essere punite anche loro.
O, in alternativa, si dovrebbe alleggerire la pena al tizio.
1. Questo è errato. E non so più come ripeterlo:
PROSTITUIRSI NON È REATO.
Lo è sfruttare la prostituzione, cioè obbligare qualcuno a prostituirsi per qualsivoglia motivo o "beneficiare" in prima persona di quelle prestazioni.
La legge punisce i puttanieri e non le puttane, fatevene una ragione.
2. E se anche le ragazzine lo avessero "provocato" con le loro foto audaci?
Brutta notizia: pazienza.
La minigonna e le foto da zozza, considerate "provocanti", non c'entrano nulla con ciò che provocano. Ciò che provocano viene punito, non il contrario.
Una minigonna, di per sé, non dice "Fammi tua!".
Le foto da zozza non dicono "Penetrami e dammi dei soldi!".
3. Vi chiedo un favore: non utilizzate la parola "consenziente" quando ci sono in ballo dei minori.
Quando si tratta di minori non semplificate, ve lo chiedo per favore.
Una ragazzina che arriva a prostituirsi nasconde un disagio che nemmeno vi immaginate, lasciate perdere il suo consenso. Non dite "Si, lui è un maiale MA...".
Mi innervosisce.
4. E a questo ci tengo: per gli adulti il discorso è ben diverso.
Gli adulti dovrebbero essere liberi di fare ciò che vogliono: una volta appurato che non ci sia abuso o sfruttamento, la legge dovrebbe garantire massima libertà a puttane e puttanieri.
Sei un adulto bello e formato e vuoi vendere la tua compagnia? Perché no?
Sei un adulto bello e formato e vuoi pagare per quella compagnia? Perché no?
Chi siamo noi per dire cosa è morale e cosa no?
Nessuno.
Ma siamo qualcuno per dire che adescare ragazzine su internet con viscide esche fa schifo.
Anche se le ragazzine erano consenzienti.
Anche se diciassette anni si-dai-su sono quasi diciotto.
Siamo qualcuno per demonizzare ogni "Sì, lui è un maiale MA..."
Impariamo a dire MAstocazzo.

giovedì 28 settembre 2017

Ciao Hef!




: ciao Playboy, incubo delle femministe, idolo di noi liberi esseri umani.
Colui che si è battuto perché "Troia!" fosse un complimento.
Colui che ha sfidato lo sfidabile.
F.I.P, carissimo, insegna agli angeli a fotter...sene.


giovedì 14 settembre 2017

La mia Piazza






: raga, lo dico subito onde evitare sorprese: se mi toccano piazza Garibaldi, la mia piazza, trasformandola in una distesa di mattoncini e forme geometriche con parcheggio sotterraneo, mi incateno in cima a un lampione e non scendo fino a quando non cambiano idea. Lo faccio, lo sapete che lo faccio.
Quella piazza, così com'è, è alessandrinità.
Imprecare quando non si trova parcheggio  (che non si trova solo al lunedì di mercato e talvolta al sabato sera dopo le dieci) è alessandrinità.
Odiare quel mercato dal profondo del cuore ma non poter immaginare di vivere senza, senza le sciure che fanno parcheggiare i mariti in quarta fila per andare a comprare le piantine, è alessandrinità.
Osservare, dai portici, le stesse macchine che fanno tre o quattro o dieci giri per trovare posto e sentirsi fortunati per aver trovato il proprio è alessandrinità.
Non volere il parcheggio sotterraneo perché si ha paura dei delinquenti ma lamentarsi perché quello attuale non basta, è alessandrinità.
Non vedere mai la piazza "nuda", senza macchine né bancarelle, e avere un colpo al cuore per quanto è bella le poche volte in cui si spoglia, quando c'è la pulizia o quando nevica, è alessandrinità.
Non ditemi che non voglio l'innovazione (il Meier l'ho voluto, aspettato e amato!): io voglio solo che i veri simboli dell'alessandrinità restino intatti.
Perché odiare l'alessandrinità ma volere che nessuno tocchi l'alessandrinità... è alessandrinità.

mercoledì 13 settembre 2017

La storia si ripeteh









: ormai siamo arrivati al punto che le persone a me più care mi girano i post dei loro contatti per farmi venire il nervoso.
Vedermi vomitare bile deve essere appagante, in qualche modo.
Ieri, per esempio, è stato posto alla mia attenzione ciò che ha pubblicato un omuncolo pittoresco, il cui succo era: mentre oggi alcuni bambini hanno iniziato la scuola, ad altri ne è stato impedito l'accesso. E ha allegato una pagina della Stampa di epoca fascista in cui veniva comunicato che il Consiglio dei Ministri aveva deliberato l'esclusione dalle scuole di insegnanti e alunni di origine ebraica. E ha aggiunto "La storia si ripete".
Cioè, in soldoni, ha sostenuto che impedire a un bambino di entrare a scuola perché ebreo equivale a impedire a un bambino di entrare a scuola perché non vaccinato.
No, raga.
Le due cose non sono equivalenti, vi do 'sta notizia flash.
Sempre di impedire l'ingresso a qualcuno si tratta, sono d'accordo, ma le motivazioni sono ben ben ben diverse.
E la motivazioni contano, eh, quando si vuole essere credibili.
Mi dispiace molto, moltissimo -e la mia non è polemica ma rassegnazione- che si continui a tirare in ballo uno dei più grandi fail dell'umanità per avvalorare questa o quest'altra tesi.
E mi dispiace molto, moltissimo, che Aristotele si sia fatto un culo nero per darci le basi per la perfezione intellettuale, per fondare la ragione, e siamo ancora piazzati così.

lunedì 28 agosto 2017

La razzia dell'ironia




: qualche giorno fa ho scritto questo post:

": allora, raga, riepilogo cose che non puoi fare se sei nero:
shopping a Forte dei Marmi con un tuo amico nero come te, naturalmente;
affittare stanze d'albergo;
prelevare al bancomat;
sederti sulle panchine;
andare in piscina.

Altro?"

Questo post non è stato capito e sono stata (strano, non succede mai!) eliminata da una ragazza che mi stava molto simpatica.
Ora, aiutatemi a fare chiarezza: dove e cosa ho sbagliato, raga?
Perché, se dopo i miliardi di parole che spendo, qualcuno pensa che io sia una che dice, seriamente, che i neri non possano andare in piscina, ecc, allora io ho sbagliato qualcosa.
Anzi, non qualcosa: io ho sbagliato tutto.
Se una ragazza che mi conosce, che sa chi sono, che sa come sono, mi elimina da Facebook perché crede che io sia una razzista qualunque, una grossolana razzista, una che scrive cose che manco Adolf ai tempi d'oro, allora ho sbagliato tutto.
O magari no.
Magari era un post palesemente ironico, ironico senza dubbio, banalmente ironico, che non è stato capito da chi lo ha letto.
Non ci sono infinite possibilità: o ho sbagliato qualcosa io oppure non ho sbagliato qualcosa io.
Io cosa potrei aver sbagliato?
A ironizzare su un tema caldo?
Ah, beh, non lo faccio mai, proprio mai.
E comunque, per amor di ragione, io ho ironizzato sui post che odiano i neri, non sui neri. Perché io sono normodotata, raga, la mia capacità neuronale è nella media, non faccio questi scivoloni del cazzo.
Quindi, che ho sbagliato? A non mettere la didascalia "Sto scherzando"?
E dovrei, eh, l'ho già detto più volte. Ma l'ho sempre reputato un insulto all'intelligenza del mio interlocutore: a me quando raccontano una barzelletta e poi mi chiedono "L'hai capita?" sale la voglia di sangue.
Però ultimamente quello che scrivo viene travisato più del solito ed è ovvio che io debba prima di tutto farmi un esame di coscienza, esame il cui risultato è sempre lo stesso: io sono responsabile di quello che scrivo, non dell'interpretazione fantasiosa che ne viene data. 
Perciò, non mi viene in mente cosa potrei aver sbagliato io in questo specifico caso (in questo SPECIFICO CASO, non nella vita).
Quali sono, invece, i fattori che non dipendono da me che possono portare a ritenere offensivo il mio post?
Innanzitutto il fatto che non mi si conosca (difficile, eh, perché se io trovassi una roba del genere su un profilo sconosciuto ne coglierei comunque l'ironia ma vabbè): uno non sa il culo che mi faccio per portare un po' di filosofia nella vita quotidiana e pensa che io sia una che non vuole i migranti in piscina. Bene, solo un piccolo neo: io non sono una vip, se leggi quello che scrivo è perché sai chi sono, mi hai tra le amicizie il più delle volte, avrai beccato per caso un mio post nella tua home, sai che non scriverei mai alla Salvini, no?
Quindi anche questo fattore, depennato.
Un altro motivo di non comprensione potrebbe essere il fatto che uno non sappia capire quello che legge: alla fine i test di comprensione del testo non li fanno tutte le facoltà e magari non tutti hanno portato a termine con successo le elementari, quindi ci sta. Non si è capito quello che ho scritto, semplicemente perché si è idioti. Capita, eh.
(Sì, se non capisci quello che scrivo io, il cui livello è veramente basso, sei scemo. Mi dispiace, ma è così. Lavoraci su.)
Ma, comunque, non è questo il caso, perché la ragazza non è idiota.
Perciò, poiché rifiuto di aver sbagliato qualcosa io (vecchia boriosona!), rifiuto che qualcuno pur conoscendomi mi dia della banale razzista (raga, dovreste saperlo che io odio la razza umana nella sua totalità e me ne fotto dei colori!) e rifiuto che ci sia qualcuno così stupido da non cogliere una così semplice ironia, mi tocca, ahimè, la strada della retorica.
Non c'è molto da dire di brillante: forse le continue battaglie sotto ogni post, di qualunque genere, a colpi di trumpismi o salvinismi e tommasismi o lucarellismi, le continue lotte fra razzisti e buonisti, che schiacciano l'equilibrio sotto una montagna di merda, hanno fatto sì che gli animi siano troppo surriscaldati e incapaci di comprensione.
Spiego meglio, così non ci sono scuse: siccome è tornato a galla, più vivo che mai, il dibattito sulle "razze", chi si sente appartenente a una "razza" discriminata e ha a che fare tutti giorni con commenti orribili, legge tutto ciò che trova come razzista a prescindere, come sale sulla carne viva.
Come dire: "non importa se ti conosco, se ho parlato varie volte con te, se so come la pensi e se so che fai balli caraibici e angolani, hai scritto una cosa che secondo me è razzista, ti elimino. E se mi mandi un messaggio per spiegarmi le tue ragioni, me ne fotto perché ormai sei razzista, razzista, razzista. Anzi, ti lancio pure le frecciate, perché è quello che ti meriti, razzista".
E questo è molto, molto triste.
L'incomprensione è sempre molto triste.
E io sono spesso incompresa (povera Giadona!), perciò sono molto triste.
Ma ho fatto il giuramento di Aristotele e non demordo. Perché la mia tristezza è nulla confronto alla Ragione.
Rimarrò la sola a leggere i miei post, raga.
Però magari insegnerò a leggerli alla mia gatta.
E lei lo insegnerà ad altri gatti.
E non sarò più triste.
Fino a quando non litigherò anche con tutto il mondo felino.
Eh, vabbè.

P.S. Ogni singola parola di questo post è, come sempre, concatenata ad altre parole: va da sé che per comprendere il senso di ciò che volevo dire si debba leggere tutto, fino alla fine.

mercoledì 23 agosto 2017

Quando ti svegli reGina




: che io spacchi i coglioni e, non contenta, ci passi sopra tre o quattro volte con un matterello per fare una bella lasagna di scroto, è cosa nota.
Io so' filosofa, io provo a conoscere me stessa: so di non sapere ma so anche di romperti i coglioni fino a quando non vedo il sangue schizzarti dal naso.
Il fatto è che, a mia discolpa!, io rompo i coglioni sempre per la stessa cosa: perché non ragionate.
E non sto dicendo che ragioniate male, chi sono io per dirlo?, sto dicendo che non ragionate. E questo posso dirlo perché si vede, si sente, si tocca.
Perché quando uno espone (anche male, eh, per carità, che schifo i verbi!) la propria idea, deve essere almeno padrone di quell'idea. Deve averci impegnato almeno un paio di inferenze, energie intellettive. Se non sa come giustificarla, significa che più che un'idea, o un bel concetto elaborato a modino, era una scoreggia, un fastidio momentaneo facilmente eliminabile con un colpo di culo.
I vostri commenti che incontro in giro per la rete sono scoregge che sono sì fisiologiche, niente paura è tutta natura!, ma hanno veramente poca rilevanza concettuale.
Basta scoraggiare nei luoghi pubblici, raga, è fastidioso: non c'è scritto da nessuna parte che io debba respirare le vostre particelle di merda.

mercoledì 16 agosto 2017

"Donare" il sangue





: disquisivo amabilmente proprio ieri con i miei amichetti a proposito del "donare il sangue".
E la mia opinione in merito è rosea, gentile, tollerante: se non doni il sangue meriti di vivere tanto quanto lo merita un eroinomane (nel mio mondo moralmente ideale gli eroinomani hanno meno dignità ontologica dei ladri, per dire).
Esonerati da questo imperativo giadonico sono, ovviamente:
- chi è di moltissimo sotto peso.
- chi ha varie fobie (tra cui aghi e sangue) e sviene anche solo per un prelievo ordinario.
- chi ha vari disturbi, carenze e/o malattie.
- chi segue particolari culti religiosi (questo punto, però, mi costa parecchia fatica ed è ancora in corso di valutazione!).
Tutti gli altri devono donare il sangue, fine.
E si capisce, eh, quando ti stai inventando le scuse più disparate per non farlo "Sono daltonico, non posso donare!".
E si capisce, eh, quando dici che doni ma non è vero: non hai la più pallida idea di quali siano le procedure a cui sei sottoposto.
Vi regalo i commenti sotto a questo link di Tgcom24, ma potete trovarne dello stesso tenore anche su Repubblica, ecc: non è giusto che il nervoso debba averlo sempre e solo io.