sabato 21 gennaio 2017

Sii il cambiamento di sto...mondo









: io non ho mai amato particolarmente Gandhi per molte valide motivazioni tra cui "c'ho un carattere di merda e Gandhi mi mette ansia ".
Ma c'è una sua frase con cui mi alzo al mattino e mi addormento alla sera:
SII IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO.
Inflazionata quanto volete, ma è ciò che mi permette di vivere con l'etichetta di "rompicoglioni" e andarne fiera.
Io rompo i coglioni alle persone obbligandole a usare la testa perché sono il cambiamento che vorrei vedere nel mondo: vorrei un mondo in cui la gente sia in grado di ragionare.
E voi direte che, beh, in questo mondo c'è già gente che è in grado di ragionare, ben più di me e ben più illustre di me.
Il che è vero. Ma io voglio un mondo in cui la gente NORMALE (cosa vorrà mai dire?) sia in grado di ragionare, non solo i cosiddetti "sapienti".
I cosiddetti sapienti, gli accademici, vivono nella loro oasi di pace e se ne sbattono se la gente normale ripete in loop "Mandiamo i profughi a spalare invece che lasciarli al caldo negli alberghi!".
Io, invece, non me ne sbatto. Probabilmente perché non sono molto sapiente e non posso vivere nell'oasi di pace intellettuale.
O forse, chissà, perché c'ho proprio la vocazione: invece di accettare la chiamata del papà di Gesù e farmi suora, ho accettato la chiamata di Socrate e mi sono fatta rompicoglioni.
Io rompo i coglioni sempre per fare usare la testa. Online e offline.
Questo rende molto pesante la vita quotidiana a me e rende molto pesante la vita quotidiana a chi mi sta vicino.
Io rubo infatti del tempo alle mie cosucce per cercare di essere il cambiamento che vorrei vedere nel mondo.
Scrivo e parlo tanto, senza mai avere gratificazioni, completamente aggratis.
Scrivo e pronuncio pappardelle nella speranza che qualcuno innaffi il seme della riflessione e, invece, nessuno mi caga.
Invece, il giorno dopo devo sempre ricominciare daccapo.
È snervante la mia vocazione.
Ho sempre pensato che i limiti cognitivi non siano delle barriere "reali": noi SCEGLIAMO di essere idioti, non dipende né dalla genetica, né da un disegno universale preciso, né da checchessia.
Dipende da noi. Se siamo idioti, dipende da noi: non pensiamo abbastanza, non ci concentriamo abbastanza, non leggiamo abbastanza, ecc.
Questa è la tesi per cui mi batto: siamo idioti per scelta nostra (non come quelli che sono single per scelta degli altri!). E io voglio farvi scegliere di non esserlo più.
Ora, però, sto iniziando a ventilare l'ipotesi di abbandonare la mia tesi.
Forse quei limiti sono proprio "reali".
Forse c'è un tarlo che rosicchia il nostro cervello.
Forse ci sono delle barriere di diamante indistruttibili che impediscono alla nostra mente di essere libera.
Perché mi rifiuto di pensare di non riuscire a essere quel cambiamento che vorrei vedere nel mondo: non ci riesco per dei limiti che sono "fisici".

Tutto questo per dire che, anche oggi, il progetto della mia tesi (di laurea) giace lì, ridacchiante e appallottolato, attendendo l'ennesimo domani.

venerdì 20 gennaio 2017

Il banCOMAt












: sono parecchio incazzata.
Quindi, invece di andare a farmi esplodere nel luogo interessato, mi sfogherò qui.
Dunque, ieri ho prelevato al bancomat della CrAsti di Valenza.
La macchinetta mi ha mangiato la carta.
Sorvolando sulle varie bestemmie legate al fatto che checazzociaffidiamoallemacchineputtanagalera, pensavo fosse ovvio che avrei potuto riavere facilmente la mia carta stamattina: se lascio al cinema la mia poste-pay e, se ho la fortuna che nessuno la porti via, il giorno dopo vado lì e me la ridanno.
E invece no.
La tizia della CrAsti, ridacchiando, mi dice che la procedura (e funziona così per tutte le banche dell'universo e forse anche per quelle dell'iperuranio) prevede che la carta venga spedita alla loro sede centrale e poi alla mia filiale.
Incazzata come un'aquila, chiamo la mia filiale (non senza difficoltà perché è Barclays che ora è CheBanca ma per trovare il numero devi cercare Barclays).
Il tizio, ridacchiando, mi dice che è assolutamente vero:
non possono ridarmi la mia carta. E lui, per esperienza, mi consiglia di bloccarla e andare a farne una nuova perché passeranno due mesi prima di riaverla.
Due mesi? E perché?
Cosa? Cioè, mi prendete per il culo?
1. Che cazzo c'avete da ridere, bancari? La vita vi sorride? Vengo a darvi un motivo per piangere?
2. La VOSTRA macchinetta di merda mi mangia la carta perché si è inceppato il meccanismo, voi la prendete, ce l'avete materialmente davanti e non potete ridarmela?
Ma che cazzo di senso ha? Sulla carta c'è il mio nome, io vi do il documento e non posso riaverla?
"La procedura funziona così".
Anche il cazzo che me ne frega funziona così.
Non ha il benché minimo senso: io non ho smarrito la tessera, mi è stata mangiata. E non perché non l'ho ritirata entro i minchia trenta secondi, ma perché il meccanismo era guasto.
E adesso devo premurarmi IO di andare a farmene fare un'altra, quando basterebbe firmare e riprendermela?
E non tiratemi fuori i vari regolamenti interni perché non è questo il punto: sono regolamenti indifendibili.
Indifendibili perché stupidi.
La nostra repubblica è fondata sul lavoro stupido.
Vi odio.
Vi odio e vorrei farvi saltare in aria.
Solo che non so a chi si riferisca quel "VI", se agli impiegati eccessivamente zelanti, al governo ladro o a Dio, quindi non saprei chi far saltare in aria.
Vi odio, comunque, chiunque voi siate.
E avete la mamma che sta in vetrina, in vetrina ad Amsterdam.

sabato 14 gennaio 2017

L'orco non è più in città






: niente, ragioniamo proprio in un modo diverso.
Voi, alla notizia che l'allenatore pedofilo si è suicidato, reagite con un "finalmente una buona notizia!".
Ho letto decine di "finalmente una buona notizia!".
Quale buona notizia?
Avrebbe dovuto marcire in carcere e soffrire per il resto dei suoi giorni, possibilmente in mezzo ad altri detenuti.
La morte è stata per lui una comoda via di fuga, un privilegio.
Ha pagato un prezzo irrisorio, ci ha guadagnato la libertà.
Ma a voi la sua morte basta, perché funzionate così: curate il sintomo e non la malattia.
È un po' come se pensaste che, uccidendo tutti quelli che attualmente hanno la febbre, si potesse debellarla per sempre: a nessuno finalmente verrà più la febbre.
Io vorrei davvero essere come voi, che avete il sospiro di sollievo facile, che riuscite a vedere buone notizie dove io vedo tragedie.
Beati voi, davvero.




venerdì 13 gennaio 2017

L'orco è in città





ennesimo caso di pedofilia nella nostra ridente cittadina.
"Ennesimo", perché ne abbiamo avuti molti. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che, in una città così piccola, sia più facile costruirsi una buona reputazione e quindi un alibi.
Infatti, nonostante le evidenze, ci saranno sempre persone che diranno "Lui pedofilo??? IMPOSSIBILE!!!", permettendogli così di uscirne in qualche modo pulito o, se non altro, con il beneficio del dubbio.
Il tema "pedofilia" è ostico, raga.
E certamente non adatto a internet perché, dai, se non capite un cazzo delle cose più elementari, figuriamoci qua che ci troviamo sull'Olimpo degli argomenti.
Senza contare il fatto che il non avere figli, secondo la ferrea logica sociale, mi vieterebbe di infilarmi in discorsi che riguardano bambini: "Eeeeeeh, ma tu non sei madre!". E, in questa giornata ghiacciata, se c'è una cosa che voglio evitarmi è proprio il confronto con mamme-bomber.
L'argomento è ostico per molti fattori: la pedofilia è una malattia? E, se è una malattia, come si spiega questa estrema lucidità nell'organizzare incontri, trappole, ecc, senza mai fare passi falsi? È una perversione "classica", quindi va trattata come tutte le perversioni? Ecc.
Non ho gli strumenti per rispondere e, francamente, quando si parla di bambini tendo a farmi sopraffare dalle emozioni (sì, sorpresa!, anche se non sono madre!).
C'è, però, una cosa di cui sono certa (per quanto si possa essere certi di qualcosa). Ovvero l'idiozia del suggerimento "castrazione chimica", che vince la gara "commento più usato" sotto ai vari post che trattano l'argomento.
Cioè, tu leggi la notizia terribile di un ragazzo che incontra in un bar l'orco (allenatore di calcio, classico!) che l'aveva violentato da piccolo e decide di seguirlo per vedere se facesse ancora "quelle cose". Scopre che, sì, le fa eccome e trova la forza di denunciarlo, forza che da ragazzino non aveva avuto. I carabinieri arrestano il tizio e trovano a casa sua del materiale raccapricciante.
Cioè tu leggi tutto questo (che avviene nella tua insignificante ma generalmente tranquilla città) e l'unica cosa che ti viene da dire è "castrazione chimica".
Ma, anche volendo prenderti sul serio, a cosa servirebbe?
Cioè, la violenza è solo la penetrazione?
Toccare no?
Il problema non c'è più, se l'uccello non va su? Sì?
Si può essere molto violenti anche senza usare strumenti fallici, anche usando solo le parole, guarda te.
La castrazione chimica risolverebbe qualcosa? Ridarebbe indietro l'anima, l'innocenza, la vita, a quei bambini?
O sarebbe semplicemente un lavaggio di coscienza posteriore? Un modo per dire "Finito tutto, l'abbiamo punito!"?
Ma, prima di parlare o scrivere in preda alle pulsioni, ce la fate a formulare un pensiero vostro?
Dite "castrazione chimica" perché avete sentito il termine da qualcuno e vi è piaciuto, perché siete limitati.
Come quelli che urlavano "alla forca!", senza sapere il perché.
Io penserei alla tortura fisica e psicologica, se proprio dovessi occuparmi dell'orco. 
Ma prima, prima di pensare a come punire lui, penserei a come sia possibile che avvengano ancora queste cose, penserei ai bambini, a come renderli immuni.
Non risolverei un bel niente, ma almeno proverei a pensarci.
Senza sparare parole a caso, copiate da qualcun altro.
Perché, se un bambino è ancora una vittima sacrificale, la colpa è nostra.
La colpa materiale è dell'orco, ovvio, ma noi non siamo innocenti.
E questo ci fa cagare addosso.
E urlare "castrazione chimica".





mercoledì 11 gennaio 2017

Buonisti del cazzo!






: benvenuti alla 999esima puntata di "Giadona la paladona", sottotitolata alla pagina 666 di MediaBibbia.
Oggi vi insegnerò (sì, perché siete peggio dei cuccioli che non sanno orinare nel posto giusto) a non commentare a sproposito i post altrui, in particolare gli "articoli" dei vari giornali, evitandovi l'ennesima figuremmerda.
Non ringraziatemi, tanto non va più di moda.
Sottotitolo: ANSA, commenti fantastici e dove trovarli.
Dunque, prendiamo ad esempio un post che la nostra illustrissima agenzia ha pubblicato ieri con il titolo "Il gelo si abbatte sulla rotta dei migranti".
(N.D.G. il fatto che l'ANSA faccia ridere è vero, ma non rilevante in questo momento).
Ora, scopo del post è farci sapere che i migranti si sono imbattuti in questa inusuale (per quelle parti) ondata di freddo. Non c'è nulla di strano: al tiggì o in ascensore, il meteo fa sempre notizia.
C'è un dato: il gelo sui migranti.
 Punto.
Come quando ci dicono che a Mosca ha fatto -52, o che la città più calda nell'estate 2003 è stata Alessandria.
Questo dato, però, vi ha fatto impazzire. E, come i pazzi, commentare.
Due tipi di geniale intuizione hanno vinto la gara:
1. E AGLI ITALIANI (TERREMOTATI E NON) NON CI PENSATE??1?11?
2. BUONISTI DEL CAZZO OSPITATELI A CASA VOSTRA!1!!1!1!
Dunque cuccioli adorati, venite che vi faccio due coccole (anche se so che la cara Giadon, farebbe paura perfino a un demon!).
La prima considerazione è che questi due commenti cagano sopra a una cosuccia interessante chiamata "pragmatica": tecnicamente (così vedete che so!), viene violata la massima conversazionale della relazione; paneesalamente, quello che dite non c'entra un cazzo.
Se uno ci dice che i migranti sono al freddo, suggerire di ospitarli a casa nostra o parlare degli italiani è totalmente fuori tema: si sta semplicemente comunicando che i migranti sono al freddo. Cazzocene, forse, ma allora cazzocene anche di tutte le volte che ci dicono che il maltempo si è abbattuto su qualcosa o qualcuno.
Sempre per lo stesso motivo, è inutile cercare di trovare una soluzione tipo "ospitateli a casa vostra": è fuori contesto, l'articolo non era un sondaggio per capire come affrontare la questione (anche perché, raga, lo chiederebbero a voi? Ahahahahah, teneri!).
La questione che, però, mi preme maggiormente è il "BUONISTI DEL CAZZO".
Ora, se ci fosse una classifica che comprende tutti gli abitanti della terra e il loro grado di buonismo, penso che io sarei agli ultimi posti. Non proprio all'ultimo, finché ci sono ancora in vita persone come Charles Manson.
Ma io sono proprio l'anti-buonista per eccellenza.
PERÒ.
Se io, persona cinica e blablabla, leggessi che ci sono degli esseri umani in quelle condizioni, la prima cosa che mi verrebbe in mente non sarebbe un "SÌ, MA...", o un "SE STAVANO A CASA LORO..." (almeno azzeccherei il verbo!), o peggio un "MENOMALE!!!", ma sarebbe un "Povera gente".
E il mio non è buonismo ma buon senso.
Buona razionalità, se volete, perché chiamarla "intelligenza" sarebbe borioso e io, noooo, non lo sono per niente.
Poi è chiaro, bisognerà iniziare a pensare seriamente a cosa fare, ma la prima reazione deve essere quella di pietà, soprattutto quando un articolo comunica il semplice dato di fatto: i migranti sono al freddo e al gelo, come il bambinello nella grotta, figlio di quel dio che tanto amate.
Non potete professarvi cattolici, cioè credere a un immigrato morto in croce, e poi scrivere 'ste robe, raga.
È questione di razionalità, ragione.
Siate umani, ogni tanto.
E con "siate umani", intendo "non siate idioti". Perché, se non ve le specificano con un linguaggio base le cose, anche oggi ci arrivate domani.



martedì 3 gennaio 2017

Se...






: se entri in un posto salutando...
Se esci da un posto salutando...
Se ringrazi quando ti viene dato o detto qualcosa...
Se domandi educatamente...
Se non parli al barista, al commesso, al cassiere, o all'altro-da-te in generale, come se tutto ti fosse dovuto...
Se ti lavi denti, orecchie, corpo, capelli, vestiti e parti intime...
Se leggi...
Se ascolti...
Se leggi e comprendi...
Se ascolti e comprendi...
Se non parli alle spalle ma guardando negli occhi...
Se non sparli dei tuoi amici...
Se hai, soprattutto, amici veri che non cambiano a ogni stagione...
Se non incolpi gli altri delle tue frustrazioni...
Se hai rispetto...
Se sei consapevole di avere tutto pur meritando niente e sei grato per questo...
Se sei consapevole di essere ben altro oltre a una foto profilo...
Se non insulti la commessa di un negozio giustificandoti con la frase "la mia squadra ha perso"...
Se sai che taglia di pantaloni ha tuo figlio...
Se regali qualcosa perché vuoi e non perché devi...
Se regali qualcosa che piaccia al destinatario del regalo e non solo a te...
Se non mangi aglio prima di andare a ballare...
Se non indossi una borsa di pelliccia...
Se non racconti balle a casaccio...
Se non hai la lingua marrone a forza di leccare culi...
Se non deridi chi ti chiede aiuto...
Se metti le virgolette quando usi le parole di qualcun altro, senza rubare la proprietà intellettuale di nessuno...
Se pensi che l'etica abbia un certo valore...
Se pensi che Dio esista perché una volta si è incarnato e ha parlato di Motore Immobile (ok, mi sono lasciata trasportare!)...
Se "pensi", in generale...

Se "sì" a tutti questi "se", ti meriti un 2017 bello figo wow, perché sei meglio del 95% della popolazione terrestre.

...Te lo meriti, ma non ce l'avrai.
Perché la vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra un "Amore sono incinta!" e un "Ma io sono sterile, puttana!".
Auguri, comunque.

2016

 

: 2016 in breve, oltre a tutto il resto:
ho compiuto trent'anni.
Nessun'altra annata avrebbe potuto essere migliore per questo traguardo.
Fine.