lunedì 30 settembre 2019

Voulez-vous un pezzo di focaccia avec moi?






: sto zampettando per la mia camminatina attiva-circolazione quotidiana (oh, son trentatré!) quando, in una macchina parcheggiata, scorgo un ragazzo che sta mangiando un pezzo di focaccia.
Lui, quando mi vede, mi fa un cenno e sventola la sua focaccia come per offrirmela, indicandomi il sedile di fianco a lui.
Ecco, raga.
Ecco.
Impariamo da questa storia.
Perché, ok, un “Sei bellissima!” fa sempre piacere.
Ma vuoi mettere con un “Vuoi un pezzo di focaccia?”?
Bravo a te, ragazzo. L’ultimo eroe romantico.

(Il pezzo che volevi offrirmi era di focaccia, giusto?)

martedì 24 settembre 2019

La mia allergia è al genere umano







: le famose battaglie che ognuno sta combattendo (e di cui voi non sapete nulla, perciò siate gentili sempre!) possono avere varia natura.
Un’allergia di cui non si conosce la causa, per esempio.
Perché, chissà come cazzo sia possibile, può capitare che uno si svegli un mattino di luglio perfettamente normale, vada dall’osteopata a farsi mettere dei tape sulla schiena, e gli si spalanchi la porta dell’inferno: un vulcano in eruzione su tutto il corpo.
E così tutti i giorni, da luglio.
Quindi siate gentili, sempre.
Perché se uno sono quasi tre mesi che si gratta dalla cute ai piedi e non sa il motivo, forse forse, non c’ha un cazzo di voglia di giustificare la vostra idiozia.
Per esempio, se siete il medico o l’impiegata dello studio a cui il povero Cristo ha scelto di affidare le proprie allergie, dovreste cercare di mantenere belle attive le vostre sinapsi e bello fermo il vostro buon senso (se ne siete dotati).
Il povero Cristo attende la fine di settembre, il 23, per l’esattezza, da tre mesi: quel tipo di test viene fatto dopo l’estate, dato che si tratta di applicare dei cerotti che si danneggerebbero col sudore.
Il povero Cristo non è un tipo che suda, ma ha atteso ugualmente, benedicendo l’antistaminico.
Antistaminico che, però, deve essere sospeso dieci giorni prima del test.
Il povero Cristo, dunque, sono dieci giorni che ha i solchi su tutto il corpo, da quanto ha grattato.
Poi arriva il 23 di settembre.
E fa caldo. Molto caldo.
Il povero Cristo arriva allo studio, che non è nella sua città, e gli viene detto che i cerotti non gli verranno applicati, con quell’espressione ebete da “Non è certo colpa mia se fa caldo!”. Gli verranno applicati, forse, la settimana prossima.
Il povero Cristo si inalbera leggermente.
E non è maleducato per questo. Non è una testa di cazzo per questo.
Sta male, il povero Cristo. E attendere ancora una settimana significa stare altri sette giorni senza antistaminico.
E i motivi per cui il povero Cristo si incazza non riguardano certo il fatto di non poter mettere quei cazzo di cerotti per il caldo: il povero Cristo non è scemo, sa che il clima è nu poco pazzeriell (anche se, diamine!, lui non suda, ha giurato e spergiurato).
Il povero Cristo si incazza per dei motivi che hanno a che fare con le falle nei processi cognitivi.
Uno: se sai che settembre ha una testa calda ed è più lunatico di un gemelli, programmali per ottobre, ‘sti cazzo di test. Così uno sospende l’antistaminico e soffre come un cane, ma sa che sarà solo per dieci giorni.
Due: buttacelo un occhio alle previsioni: sono diventate parecchio attendibili.
Tre: ed è la cosa che ha fatto incazzare maggiormente il povero Cristo: chiamalo al mattino per rimandare il test, non farlo venire apposta. E, soprattutto, non inventarti di aver provato a contattarlo e quando lui ti dice che non è vero, non dire “NON IMPORTA”. Perché quello ti apre il cranio e ti assaggia il cervello per vedere se sa di merda. E, a quel punto, ti importerà eccome!
Basterebbe poco.
Basterebbe agire con un minimo di intelligenza e con un minimo di etica, per avere un mondo decente.
Perché, davvero, ognuno di noi combatte quotidianamente delle battaglie di cui non si sa nulla.
Siamo intelligenti, se non gentili, sempre.