domenica 30 ottobre 2016

Circa il Circo




: non so spiegare cosa significhi per me il circo.
E, anche se trovassi le parole, di certo non le sbatterei su Facebook.
Dico solo che la mia vita, se fosse uno spettacolo, sarebbe sicuramente uno spettacolo circense.
È per qualcosa che ha a che fare con ricordi ed emozioni, basta questo.
Infatti, io ho visto circhi di qualsiasi tipo, livello e nazionalità.
Tutto ciò, che potrebbe far scattare l'allarme del "cazzovene", per dire che se si parla di circo, forse, due cagate le posso dire.
Nella nostra amata città sta per arrivare il circo Medrano, circo con animali.
Due premesse, poi tre considerazioni:
1. da quello che ho potuto constatare negli anni (sta per arrivare l'induzione!) se un circo ha bisogno di utilizzare animali per avere successo è perché il livello puramente circense (acrobati, ecc) è molto basso.
2. se vogliamo essere precisissimi, le condizioni degli umani che lavorano nei circhi non è migliore di quella degli animali. Voi potreste far notare che un essere umano è libero di andarsene mentre un animale no ma io potrei far notare che ci sono alcuni circhi "a gestione familiare" in cui i figli sono quasi obbligati a portare avanti l'attività, talvolta controvoglia. Eh vabbè.
Premesse poste, vorrei fare tre considerazioni.
1. "IL COMUNE NON DOVREBBE PERMETTERE SPETTACOLI DI QUESTO GENERE!!! VERGOGNA!!1!!11!"
Momento.
Tutti sanno quanto mi piaccia punzecchiare la mia cara amministrazione, ma bisogna farlo a ragione (e con dati alla mano).
C'è una legge statale che tutela i circhi con animali in quanto considerati in qualche modo "costruttivi".
C'è una legge comunale che dà la precedenza a circhi senza animali.
Legge statale vince su legge comunale, soprattutto se non c'è altra richiesta oltre a quella del circo con animali: se per il 9 novembre ha presentato richiesta solo il Circo Medrano, va da sé che nessun altro potrà avere precedenza su di esso. E, inoltre, suddetto circo ha già vinto svariate battaglie legali, una proprio ad Alessandria.
Vero. Ma:
La legge statale, quella ciofeca del 18 marzo 1968, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ad aprile blabla, parla di "circhi EQUESTRI e spettacoli viaggianti".
Potrei sbagliarmi e in tal caso avrei già pronto il mea culpa, ma credo che le tigri non siano esattamente cavalli: i cavalli sono considerati animali domestici e sono utilizzati in alcuni sport, le tigri no.
Quindi credo che anche un avvocato mediocre possa tranquillamente aggirare questa legge di merda. Credo, potrei sbagliarmi.
2. ANIMALISTI.
Si potrebbe pensare di affidare la gestione di tutto questo agli animalisti con le loro battaglie.
No.
Gli animalisti hanno perso credibilità ai miei occhi quando si erano incatenati davanti al Magnifico Acquatico.
Peccato fosse un circo senza animali.
Gli animalisti portano sulle spalle il peso della figuremmerda, lasciamoli lì a fare il loro show solo alle sagre più frequentate e non alle altre.
3. MAMME BOMBER: "I BBBAMBINI PREFERISCONO I CIRCHI CON ANIMALI!!!"
Ovvio.
Tutti i bambini amano tutti gli animali.
Per i bambini che desiderano un animale ma non hanno la possibilità di tenerne uno il circo è un'occasione ghiotta, anche solo per osservarli a distanza.
Poi, per i bambini che hanno un cane o un gatto, vedere una tigre è ovviamente un'emozione unica.
È perciò naturale che se chiedete loro, con le vostre voci da mamme bomber, "Amooore, vuoi il circo con rrrroar o senza rrrroar??", loro rispondano che vogliono il circo con la tigre.
Ma loro, stelle belle, che ne sanno?
Che ne sanno dello sfruttamento?
Non possono arrivarci da soli, immersi come sono nel loro candore.
Basterebbe spiegare loro le cose affinché diventino adulti consapevoli: per farle fare il salto nel cerchio di fuoco, la tigre è presa a frustate sul muso.
Vedrete, data l'enorme empatia di cui sono dotati, che i bambini capiranno.
Loro sono creature meravigliosamente intelligenti, non come le loro madri.
- Premesse e considerazioni poste, mi avvio alla conclusione:
NON ANDATE AL CIRCO MEDRANO.
Ogni volta, nonostante le polemiche, questi fanno sold out.
Non basta dire che verranno controllati: non basta che le gabbie siano pulite, che gli animali mangino regolarmente. Il salto nel cerchio di fuoco la tigre non lo deve fare.
Punto.
NON COMPRATE BIGLIETTI PER CIRCHI CON ANIMALI.
A lungo andare, vedendo la perdita di guadagno, poiché con il dio danaro non c'è legge che tenga, elimineranno gli spettacoli con animali.
E, a proposito: a metà novembre arriva il Cirque Du Soleil. Portate lì i vostri figli e se ne innamoreranno.

... La messa è finita, andate a fanculo.

domenica 23 ottobre 2016

Né bianco, né nero, lo voglio grigio, che schifo il grigio!




: ieri sera mi trovavo in terra lombarda per festeggiare il compleanno di un pezzo del mio cuore, perciò mi sono persa sia Casadei, sia Bregović, sia l'illuminazione del ponte (a proposito: se poteste postare dei video decenti, ve ne sarei grata!).
Stamattina, però, ho assistito all'inaugurazione vera e propria, immersa nel mio amato grigio umido.
Cercando di ricordarmi tutto quello che ho letto su Facebook e tutto ciò che i miei grandi padiglioni auricolari hanno captato, vorrei ripercorrere con voi alcune delle polemiche più emozionanti legate a questa avventura (alcune mie altre no, in ordine assolutamente sparso), non vedendo l'ora che una nuova ondata lamentosa travolga la nostra città.
Partiamo:
1. "Abbasso il Mayer, Meyer, Maier!"
C'è addirittura gente che ieri si è taggata "Presso il Ponte Meyer", ciò significa che qualcuno ha creato quel punto di interesse errato su Facebook e 68 (ma adesso saranno sicuramente di più!) persone gli sono andate dietro.
Bestie che non siete altro, il nome provvisorio del nostro ponte è Meier, M-E-I-E-R, da Richard Meier: se volete che la vostra polemica sia credibile, o anche se volete essere solo simpatici, almeno imparate a scriverlo.
2. "Belle le luci che lo illuminano, ma chi paga?"
Sul serio dopo che sono stati spesi 25 e pussa milioni di euro tu pensi alla bolletta dell'Enel?
È come, in un matrimonio, lamentarsi dei soldi spesi per comprare il riso da lanciare.
3. "È un ponte troppo futuristico"!
Cuore, che tenerezza.
Il progetto ha quasi vent'anni, è futuristico come il passaggio dal walkman all'mp3.
4. "Era più bello il Cittadella, non si strappa la sua storia a una città!"
Momento, era più "bello" o aveva più "valore"?
Perché talvolta serve il restauro, talvolta serve la ricostruzione, talvolta serve la costruzione di sana pianta.
Se nella storia si fosse sempre e solo restaurato, non esisterebbe evoluzione in architettura.
5. "Popolo di ciccioni, pensate solo a mangiare! Ogni scusa è buona per le bancarelle col cibo!"
Sì, avete scoperto il trucco, vecchi volponi: a voi non la si fa!
Ora possiamo confessarlo serenamente: abbiamo speso 25 milioni di euro di ponte solo per avere una scusa per fare lo street food in cento metri di via Dossena, beccati!
6. "Casadei e Bregović: è Festa dell'Unità!"
Ok, puzza chiaramente di Festa dell'Unità. Però a me l'idea è piaciuta: io c'ho il trash nel midollo. Solo una cosa: noi abbiamo Al Rangone, non ci serviva proprio Casadei. Io l'avrei resa una "cosa nostra", visto che abbiamo spinto sul concetto di "eccellenze locali".
7. "Il ponte che unisce, la rinascita di Alessandria, un progetto che abbiamo voluto concretizzare al più presto nel 2012!"
Questa l'ha detta la mia topolona bionda. Eh no, cara mia, adesso non infettare con i tuoi meriti una cosa che hai denigrato per anni!
8. "Fortunatamente c'era il monsignore che ha santificato il ponte: avevo paura che non ci fosse per rispetto alle migliaia di musulmani che hanno infestato la nostra città!"
Eh già, una bella fortuna!
9. "Ma Renzi?"
Esatto, Renzi? Aspettando Messina, avrebbe potuto tagliare il nastro ad Alessandria!
10. "Richard Meier, premio Nobel per l'architettura".
E che altro dovrei aggiungere?
11. "Richard Meier non si è presentato! Vergogna!"
C'ha 82 anni, cazzo! Non era il caso di fargli prendere un aereo ma di grazia è ammmericano e avanguardista, così ha potuto collegarsi con Skype: fosse stato alessandrino sarebbe ancora lì a cercare di capire se il Wi-Fi si può mettere o meno nei rabaton.
Ce ne saranno state sicuramente altre, ma ho voluto lasciare il dolce alla fine:
12. "Ma è brutto il ponte: è PENDENTE!"
Questa non ha capito che il ponte è volutamente obliquo, che è fatto proprio così, non posso infierire.

Eh niente, raga.
Anche questa ce la siamo tolta dai coglioni.
Ora volgiamo lo sguardo al futuro, periagogiamo (giadologismo) alla ricerca di nuovi spunti per manifestare la nostra alessandrinità: NÉ BIANCO-NÉ NERO-LO VOGLIO GRIGIO-CHE SCHIFO IL GRIGIO.

sabato 22 ottobre 2016

Obiezione! (Di coscienza)





: voi non potete capire il brivido che prova uno studioso di filosofia della mente quando arriva 
il momento dell'anno in cui la cronaca lo mette di fronte alla locuzione "obiezione di coscienza".
Perché al giro il momento arriva, eh.
Obiezione-di-coscienza.
"Obiezione" e "coscienza" sono due concetti a me molto, molto cari.
L'"obiezione" è uno degli strumenti principali del filosofo (sì, anche dell'avvocato, blabla!): si legge un articolo e, se si ha qualcosa da ridire, si formula una bella obiezione.
La "coscienza" è, invece, uno degli argomenti principali di un filosofo della mente: cos'è? C'è? Dov'è? È sinonimo di mente? Ecc.
Ci passo le ore, ci spreco le energie, con 'sto strumento e per 'sto argomento.
Quindi capite bene che, quando arriva il "medico" di turno che si comporta da catto-bomber e si professa "obiettore di coscienza", io mi agito.
Per non dare nulla per scontato, un medico che è obiettore di coscienza si rifiuta di sottostare alla normativa che permette alle donne di esercitare il loro diritto ad abortire perché va contro il suo credo, etica, fede calcistica. È quindi un medico che si rifiuta di effettuare un aborto, o un raschiamento. Qualunque siano le condizioni della paziente.
E questo è fastidioso, per me, per tre motivi che rimandano a ciò che ho detto sopra.
Il primo: per obiettare, devi essere capace a farlo: non è che basta un gnegnegne.
Il secondo: per obiettare perché te lo dice la tua coscienza devi aver riflettuto sul "cosa" sia la tua coscienza, sul "dove" sia, se sia sinonimo di mente, ecc. 
Il terzo: per rifiutarti di fare abortire perché la tua coscienza ti dice che non si uccidono le persone devi aver riflettuto sul "quando" inizia la vita umana e sul "cosa" intendiamo per "persona".
A questo punto uno potrebbe dirmi che, proprio come ho detto sopra, tutto ciò dovrebbe interessare un filosofo, non un medico: un medico ha la possibilità di essere obiettore di coscienza e può esserlo senza stare tanto a riflettere.
Accetto, ma con molti brividi lungo la schiena.
Quindi specifico: io comprendo e rispetto chi rifiuta il concetto di aborto perché ha fede in un Dio particolare che gli impone alcune cose. Non lo condivido, perché la mia fede è il mio intelletto, ma comprendo e rispetto.
Io comprendo e rispetto (molto!) chi rifiuta il concetto di aborto perché pensa che la vita umana inizi "da subito". Potrei anche arrivare a condividere quella che è una riflessione molto profonda.
Qua però non si parla in generale, qua si parla specificatamente di medicina.
Io NON comprendo, NON accetto e soprattutto NON rispetto, se il rifiuto del concetto di aborto arriva da un medico.
Un medico fa un giuramento, il giuramento di Ippocrate (nella sua versione attuale, perché quella "originale" era anti-abortista): la vita del paziente viene prima di te e, quindi, prima del tuo credo, della tua etica.
Se fai morire un paziente perché ti rifiuti di fare un raschiamento per le tue convinzioni, sei sicuro di essere un buon medico?
Se fai morire qualcuno deliberatamente, sei sicuro di essere un buon uomo?


P.S. Raga, risp veloce:
Se io aderissi al satanismo, potrei rifiutarmi di sottostare alla norma che mi impedisce di uccidere, solo perché il mio credo mi impone il contrario? Sì? Risp!

giovedì 20 ottobre 2016

VIO-dio tutti




: avviso: post qualunquemente banalmente bassamente ilfattoquotidianamente mediocre.
Vi do tre parole: tenerezza, fastidio, demonio.
A me Renzi che va da Obama portandosi dietro le eccellenze italiane fa tenerezza: è il tirare fuori l'argenteria per gli ospiti, è la zitella tutta agghindata, è il mio cane che quando era piccolo mi portava a vedere tutti i suoi giochi scodinzolando. Non penso sia il caso di demonizzare la scelta in sé: ha fatto cose più gravi che portarsi dietro un premio Oscar, una medaglia d'oro paralimpica, ecc.
E con queste "cose più gravi" passo alla seconda parola: fastidio.
In tutto questo circo, che ho appena detto essere tenero, c'è però qualcuno che ha fatto notare quanto fossero vestiti male Benigni e sua moglie. Ah. Cioè, invece di indignarti perché Renzi è andato a leccare il culo a Obama (come il bambino di prima elementare che vuole fare il capogruppo ma gli altri non lo cagano e così va dalla maestra dicendo "Meeeeestra, non mi fanno fare il capogruppo, glielo dica lei, uééé!") balbettando un discorso intriso di imbarazzo (discorso fortunatamente in italiano, così una figuradimmerda almeno ce la siamo risparmiata, e discorso che spero di ritrovare perché vorrei analizzarlo!), tu ti indigni perché Benigni, noto fashion blogger poi!, non era sufficientemente elegante. Evviva, evviva il tuo intelletto.
E passo alla parola "demonio". Il demonio che si è liberato dalle catene con cui lo tengo imprigionato nell'ala ovest della mia anima.
Sono venuta a conoscenza solo stanotte della polemica su Bebe Vio.
Anzi, dellE polemiche, perché ce ne sono state alcune.
Di quelle sul suo abito di Dior da ventimila euro il mio demonio non se ne è curato: se sei così idiota da pensare di averlo pagato con le tue tasse e non sai che, invece, è un regalo della maison, non meriti di morire. Sei solo idiota e l'idiozia, il mio demonio è d'accordo (più o meno), non costituisce (ancora) movente.
Ciò che ha liberato la mia parte più oscura, quella che mi auguro non sopravvenga quando ho un coltello in mano, è invece la seguente frase:
BEBE VIO È UNA PRIVILEGIATA.
Ok, sono d'accordo che non si debba essere pietisti forzati, buonisti, ecc.
Però.
Però, davvero.
La nostra mente partorisce dei pensieri strani. La mia non ne parliamo. MA, con un'abile mossa che si chiama "intellezione", o almeno a me piace chiamarla così, non li pronunci. C'è anche in mezzo quello che per la psicologia popolare è semplice "buon senso", eh.
Per esempio, se ti piace il black humor e ti trovi a una commemorazione nel Giorno della Memoria, può balenarti il pensiero di raccontare una barzelletta sugli ebrei trasformati in sapone. Ma non la racconti: impedisci a te stesso di raccontarla.
Qua il discorso è comunque un po' diverso: non è solo il fatto di dire una cagata, è proprio il fatto di pensarla.
Posso provare a capire che a qualcuno possa venire in mente che Bebe Vio sia una privilegiata, ma faccio veramente fatica.
In quale ipotesi, in quale mondo possibile, in quale stato di cose, in quale descrizione di stato, una ragazza che non ha né braccia né gambe può essere considerata una privilegiata?
Al di là del buonismo, raga, qua è questione di intelligenza. Di quelle povere, eh, il minimo richiesto.
Anche perché mi viene il dubbio che si sia detto solo per colpire Renzi.
Cioè uno odia Renzi e, poiché Renzi si è portato dietro Bebe Vio, odiamo anche Bebe Vio e scarichiamole addosso un camion di merda.
Come costringersi ad amare Trump perché si ama Salvini che a sua volta si è costretto ad amare Trump.
Se siete arrivati alla fine di questo parto quadrigemellare, in cui due bambini erano podalici e gli altri due avevano il cordone ombelicale intorno al collo, capite il mio dramma?
Capite il mio demonio?

N.D.G. Il termine "demonio" andrebbe sostituito con "demone", lo so. Ma il demone può anche essere qualcosa di positivo e il mio demonio colcazzoche lo è.

mercoledì 19 ottobre 2016

H!(premiare l'intenzione); B!(punire l'intenzione)



:  stavo facendo questa brillantissima e sherlockissima riflessione, che condivido perché dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior:
nel nostro mondo l'INTENZIONE (particolare stato intenzionale o di atteggiamento proposizionale) non viene punita ma spesso viene premiata.
Cazzo voglio dire?
Voglio dire che si sente spesso qualche idiota sentenziare "Eh, ma non siamo mica qui a fare un processo alle intenzioni!".
Come dire: non importa che X volesse rubare, l'importante è che non l'abbia fatto.
Perciò l'intenzione, mescolando (proprio come avviene nel nostro mondo) giurisprudenza, politica e opinione pubblica, non viene punita.
Al contrario, però, il popolino l'intenzione la premia eccome.
La premia con i consensi, con i Big Likes.
Come dire: non importa che X faccia effettivamente qualcosa, l'importante è che manifesti l'intenzione di farlo.
Prendiamo un militante 5stelle a caso, per esempio: per ottenere consensi gli basta dire che si taglierà lo stipendio, non deve poi farlo davvero.
Oppure, prendiamo una persona con molti seguaci sul web: per ottenere i Big Likes, le basterà dire cose come "Da domani dieta!". Poco importa se poi rimane grassa.
Si premiano i progetti ma non le loro realizzazioni.
Ed è banale, banalissimo, ma continua a succedere: sempre e solo carote per le intenzioni, mai bastoni.
È scoprire l'acqua calda, lo so.
Ma è anche continuare a scottarci toccandola.
Per me dovrebbe accadere l'esatto contrario, se parliamo di "intenzione": dovrebbe esserci la punizione ma non la ricompensa.
Per punire dovrebbe bastarci l'intenzione, ma non per il premio.
A me basta il fatto che uno voglia rubare per condannarlo.
Ma a me non basta il fatto che uno dica che farà una cosa per osannarlo.
Quando si parla di punizioni e ricompense, fatti e intenzioni fanno all'amore in modo molto strano.
E interessante.
... S'è capito 'n cazzo, giàsso.

lunedì 17 ottobre 2016

Chiappa /Rolex

: la foto della mano appoggiata sul volante per far vedere la marca della macchina e l'orologio è la controparte maschile della foto al mare per far vedere il culo.
È comunque un'offerta in base alla domanda.

Nobel, quasi brut!

: il Premio Nobel è un riconoscimento che viene dato a chi si ritiene abbia "apportato considerevoli benefici all'umanità".
In realtà, a parer mio, è principalmente un "affair scientifico", come dire: le cose serie (in cui ci impegniamo maggiormente e che ci interessano di più) sono le scienze dure, poi, certo, dobbiamo infilarci in mezzo anche la letteratura e la pace (e, più tardi, l'economia) per dare un contentino pure agli "umanisti".
E, infatti, non è molto chiaro cosa intenda la commissione con "letteratura". O "pace".
Non è molto chiaro perché lo stesso Alfred Nobel, chimico, probabilmente aveva altri "interessi": prova ne è il fatto che abbia tagliato fuori dai riconoscimenti due pilastri irrinunciabili, se parliamo di qualcosa che debba essere utile all'umanità: matematica e filosofia.
La matematica la tagliò fuori per motivi che riguardavano il suo cuore infranto, mentre la filosofia... Lasciamo stare.
Quindi non mi stupisce che il premio per la letteratura sia stato dato a Bob Dylan: se l'idea di poesia che si ha è mediocre, colui che incarnerà l'ideale poetico sarà mediocre.
Lo "spirito" di quegli uomini di scienza, insomma, si accontenta di poco.
Di quella pochezza che regna sovrana e, perciò, quell'assegnazione ha paradossalmente un suo senso.
Come ripeto ormai ossessivamente, basterebbe cercare di elevarsi un minimo.
E, allora, non saremmo costretti ad accettare l'equazione "tanti fan=apporto significativo al mondo".

(Prima che i fan di Bob Dylan inizino a lanciarmi le pietre: un conto è amare le sue canzoni, altro è ritenere che egli sia meritevole di un riconoscimento per aver migliorato l'UMANITÀ. 
È un ragionamento ovvio ma giàcconoscoimieipolli.)

mercoledì 5 ottobre 2016

È il mio bioritmo che parla!

: raga, scusate, devo scrivere questa cosa da mamma bomber.
Scusatemi davvero, sarà l'orologio biologico, saranno le ovaie che si stanno trasformando in uva passa, non so.
Sono la prima a dire che le mamme non andrebbero giudicate perché hanno ragioni che la ragione non conosce (Ciao Blaise!), però ho visto su Instagram questo video di Michelle Hunziker e di sua figlia Aurora, quella più grande, che stanno tentando di fare un selfie.
Il video sarebbe pure simpatico, se solo le mie orecchione da ultratrentenne femmina non avessero captato il bambino/a che strilla in sottofondo, affidato/a a una terza donna che gli/le dice "Amore, amore, andiamo a giocare col didò!".
Cioè, il bambino rugna e tu fai i selfie?
Se mia madre avesse avuto la possibilità di stare a casa con me tutto il giorno mi avrebbe spupazzato 24 ore su 24.
Se sforni figli e poi non li caghi per mettere un video per acchiappare dei like non sei una mamma, sei una fattrice.
Poi magari sono in posta, o dal pediatra, e il bambino non è il suo, eh: potrei scrivere una gigantesca cagata ma, giassapete, alle ovaie non si comanda.
Inoltre, se quel video mi compare nella ricerca generica vuol dire che qualcuno dei miei contatti ci ha messo un cuore, ve lo mozzate da soli quel pollice o faccio io?