venerdì 26 gennaio 2018

#reclutatequalcunaltro






: le "aziende" spiano i profili Facebook.
Ed è un bene, anzi, benissimo.
Io, per esempio, non darei mai dei soldi a chi abusa di noncielodicono.com e, se fossi un datore di lavoro, vorrei sapere il grado di coglionaggine di chi devo pagare.
Però.
Però, se contatti qualcuno proprio per quello che pubblica su Facebook, poi non devi rompergli i coglioni perché non è proprio ciò che cerchi: hai chiesto tu, eh, bipolare di 'sta cippa.
Tipo, scenario:
hai bisogno di un pizzaiolo e vai a spiare il profilo di uno che fa delle belle pizze napoletane, belle alte, belle corpose.
Lo contatti dicendogli che è proprio ciò che cerchi, madonna che pizzone!, madonna che splendido spessore!, devi assolutamente averlo nel tuo ristorante.
Poi, quando arriva il primo giorno di lavoro, gli dici che deve fare le pizze sottili.
Ma come le pizze sottili?
Ma lo hai chiamato proprio per le sue pizzone, rimembri?
"Eh, sì MA io nel mio locale decido un po' quel che mi pare, io voglio le pizze sottili. Deve farle come le fa sempre, che sono bellissime, ma sottili! Non è così complicato, eh. Non è il caso di fare tante scene, eh."
Non è che sia complicato, semplicemente è ingiusto.
Infatti, il povero pizzaiolo se ne va e tu, piccato, vai ancora in giro a dire che è una testa di cazzo che non ha voglia di lavorare.
Piantatela, "aziende".
Piantatela di contattare le persone dicendo loro che le volete esattamente come sono MA totalmente diverse.
Piantatela di fare leva sull'"È già di grazia che ti abbia contattato!".
Perché qualcuno che preferisce la povertà, invece di scendere a compromessi idioti, esiste ancora.
Qualcuno che preferisce l'anonimato, invece di snaturarsi completamente, esiste ancora.
Qualcuno che non svende i propri orifizi intellettuali per l'EuroSpin dell'informazione esiste ancora.
E non chiedetegli di "essere come è lui ma un po' meno lui".
Perché vi manda a cagare.
E ditelo pure in giro, che è una testa di cazzo.
Ché ci gode.

giovedì 25 gennaio 2018

Papa Francis against fake news







: sta andando di moda, fra gli uomini di chiesa, il parlare di "verità".
"Verità" e "informazione corretta", per l'esattezza.
E ne parlano a mo' di consiglio per i giornalisti, affinché non cadano in fake news.
Non so, mi sembra di essere in un Inception di merda ma senza la cosa più figa (Leonardo).
Uomini di chiesa e giornalisti che discutono di bufale.
È curioso come, a dettare gli attuali criteri di verità e verificazione, sia un gruppo di individui che continua a divulgare la notizia di una vergine partoriente.
Curioso come, a pretendere di parlare di verità "oggettiva", sia chi basa la propria ragion d'essere su una verità (ammesso che sia lecito parlarne) "soggettiva", da ricercare all'interno della nostra anima.
Altrettanto curioso come, ad ascoltare questi preziosi consigli, sia chi fa della "verità gonfiata" la fonte del proprio stipendio.

Io impazzisco.

mercoledì 24 gennaio 2018

La capitale d'Italia è Torino: io la penso così!







: "Attualmente, la capitale d'Italia è Torino!".
- Ma in che senso "capitale"? Capitale-capitale?
"Eh, capitale-capitale! Attualmente Torino è la capitale d'Italia!".
- Ecco, allora no: attualmente la capitale d'Italia è Roma.
"La capitale d'Italia è Torino. Io la penso così!"
- Tu la pensi così, ma attualmente la capitale d'Italia è Roma. Guarda sull'atlante (esistono ancora?), guarda sull'enciclopedia (esistono ancora?), guarda su Google (esiste, esiste apposta!), guarda dove ti pare: qualsiasi cosa o qualsiasi persona ti dirà che la capitale d'Italia è Roma.
 ~apre un sussidiario di storia a caso~
"Guarda, qui dice che la capitale di Italia è Torino!"
- Sì, all'epoca. Ma tu hai detto ATTUALMENTE, ricordi? Hai detto: attualmente la capitale di Italia è Torino.
"Sì, beh, ma io INTENDEVO secondo me, nel senso che io vorrei che fosse Torino!"
- No, tesoro, no. Lo stai dicendo ora, per tentare di girare sgangheratamente la frittata. Prova ne è il fatto che tu abbia cercato conferma nel sussidiario. Se nel dire "La capitale d'Italia è Torino!" avessi voluto semplicemente manifestare il tuo desiderio che fosse Torino non avresti cercato su un libro: i libri di storia non contengono le speranze di ognuno.
"Vabbè, è la tua opinione, come io ho la mia!"

Ecco, questo esempio di conversazione è ciò che avviene quotidianamente.
Su Facebook, al bar, su WhatsApp, sul treno, a casa, in chiesa.
Parole dette, poi modificate, poi "Sì, MA...", poi "Io la penso così!", poi "No, MA io intendevo...", frittate girate, poi incollate al soffitto, poi sfracellate al suolo.
Questo è un mondo in cui si è (anche se nemmeno poi tanto) responsabili di ciò che si fa ma non di quel che si dice e, soprattutto, si scrive.
Questo è un incubo, raga.
È un incubo, per noi figli di Aristotele.

mercoledì 17 gennaio 2018

Cilecca creativa





: è un periodo per me di enorme ostilità universale.
Avrò combinato qualcosa di grave in passato (scavezzacollo che non sono altro!) e il karma ha finalmente deciso di praticarmi del fisting compulsivo e gratinato senza il mio permesso.
Ahi, direi.
Comunque, non mi piace scrivere quando sono delusa dalla vita (dalla vitah, capito?).
Io scrivo quando sono incazzata.
O quando sono triste.
Ma da delusa faccio cilecca, non mi fluisce il sangue nel punto giusto e, tac, non si quaglia.
Ma io devo scrivere, ne ho bisogno, è fisiologico, altrimenti mi viene il mal di pancia da astinenza forzata.
Perciò, ecco una bella sveltina.
Così, giusto per svuotarmi in mancanza di vero e proprio amore creativo.
La verità è che ho trentadue anni.
E trentadue anni sono tanti o troppi per un sacco di cose (che non sto a dire perché sto scrivendo da delusa, non da triste o incazzata!), sono pochi per altre e sono abbastanza per altre ancora.
Per esempio, sono abbastanza per aver compreso quale sia il proprio ruolo sociale.
Il mio è quello di opinionista.
Non so se sia un ruolo che mi sono scelta o se mi sia stato affibbiato (è così da troppo tempo perché io ne ricordi l'origine), tant'è che faccio questo: do opinioni.
Opinioni talvolta non richieste (vedi Facebook), talvolta richieste.
Anzi, spessissimo richieste.
Sarà che ho la faccia da persona saggia, sarà che mi pongo con questa boria di chi la sa lunga, fatto sta che vengo presa per un dispenser di consigli gratuiti.
E mi piace un sacco, devo dire.
Mi lusinga.
È un ruolo che ho accettato di buon grado.
Solo che talvolta sfocia un po' troppo nella psicoterapia.
Il che va benissimo, se riguarda i miei amici, i miei famigliari, le "mie persone" (Ciao Shonda, a casa tutto bene?).
Mi va un po' meno bene quando a spremermi le meningi sono individui che conosco a malapena, a cui ho dato una falange della confidenza e si sono presi il braccio della morbosità, per poi gettarmi nel dimenticatoio una volta che la mia consulenza è andata a buon fine.
Non mi va bene più che altro perché non li comprendo, eh, non perché mi scazzi ad averci a che fare o perché mi dispiaccia quell'abbandono successivo.
E io impazzisco solo quando non capisco, per tutte le altre cose sopporto con la mia maso-MasterCard.
Cioè, che senso ha sfogarti o chiedere consigli a una persona che sei pronto a buttare nel cesso una volta che non ti serve più?
Cioè, se la butti nel cesso significa che non la reputi tutta 'sta figata, perciò anche i suoi consigli non saranno tutta 'sta figata, perciò, porca Eva, cosa la spremi a fare?
Cosa la trascini a fare nel tuo male esistenziale?
Cioè, raga, il male esistenziale è una cosa seria, non è che si possa condividere con il primo minchione che passa.
Non che io sia una minchiona (o forse sì, ma una minchiona con un buon profumo di pulito!), ma se mi conosci appena e se sei potenzialmente pronto a mandarmi a cagare in 3,2,1, insomma, sta su d'adoss.
O, almeno, non farmi sprecare parole e sinapsi.
Ché non è che siano una riserva infinita, eh.
Non vorrei mai non avere più materia grigia e fottermi il Nobel per colpa tua, stellina.

lunedì 8 gennaio 2018

Three is a magic number. Sì, stocazzo.





: a settembre volevo sbarazzarmi di una chiavetta H3G che pagavo venti euro al mese.
"Deve compilare il modulo e spedirlo."
- Ok, una volta fatto basterà questo per considerare il contratto rescisso?
"CERTO".
- No, signorina, certo niente perché, siccome la scadenza di quel contratto è prevista per marzo 2018, immagino debba pagare una penale.
"EH"
- Eh, di quanto sarebbe? Perché, visto che manca relativamente poco, se la cifra è di otto fantastiliardi, magari attendo il corso naturale degli eventi.
"EH, questo non glielo so dire, saranno una cinquantina di euro!"
- Come non me lo sa dire, avrete una tabella con le penali, no? Avrete un database, no?
"EH, no, è un po' più complicato di così: dipende dal suo contratto, dalle tariffe (dal suo segno zodiacale, da come è messo Saturno, dalla farfalla che sbatte le ali a Hong Kong)!"
- Va bene, ho capito, mando il modulo.
Comunque, basta quello, giusto?
"CERTO!"
Perciò spedisco il tutto, attendo qualche tempo, fino circa a ottobre, e richiamo.
- Salve, vorrei sincerarmi del fatto che la mia chiavetta sia stata disattivata.
         ... otto ore per cercare un dato sul computer ...
"Ma lei sta chiamando da un numero business, quella chiavetta è di un privato!"
- E allora?
"EH, allora deve fare un altro numero e chiamare con un altro telefono, se no è un CASINO!"
- Signorina, io questo telefono ho, se chiamo il servizio clienti non business mi reindirizzano qui!
                ~ semplificazione ~
"Vabbè, vabbè, faccio io. (... otto ore per digitare al computer ...). Lei è Pippo Giada?"
- Sì.
"Lei ha una chiavetta ancora attiva".
- Ok, ho spedito un modulo, come mi aveva detto il servizio clienti.
"Non risulta da nessuna parte, ma possiamo fare la disdetta al telefono!"
- Ok. Una volta fatta, basterà questo per considerare disattivata quella chiavetta?
"CERTO!"
- Un'altra cosa: di quanto è la penale per la disdetta anticipata?
"EH, saranno una cinquantina di euro!"
Io, ormai completamente passiva, dico solo OK.
A novembre mi arriva una bolletta.
Chiamo il servizio clienti per avere delucidazioni: non dovrebbe essere ormai disattivata?
"Eh, no, quello è un residuo. SICURAMENTE quello è l'ultimo importo!"
- Ok, ma io sto aspettando una penale. Siccome la chiavetta è, o dovrebbe essere, non più attiva, vorrei capire perché mi arrivano bollette invece della somma per la rescissione!
"Vede, è un po' complicato!"
- Signorina, io leggo e comprendo Kant, anche se con un po' di fatica. Sono abbastanza sicura di riuscire a capire questi meccanismi. Mi spiega perché continuo a pagare?"
"NON LO SO, probabilmente sono residui!"
- Ah. Se non lo sa lei, che ha un computer davanti con la mia situazione, chi dovrebbe saperlo?
"EH, ha ragione".
Stacco, per il bene delle mie coronarie, e immagino che sia davvero qualche residuo.
A dicembre mi arriva un'altra bolletta.
Chiamo e la storia si ripete, ma questa volta mi assicurano che la chiavetta è stata disattivata.
Oggi mi sveglio con due addebiti H3G:
Venti euro + cinquanta euro.
Ora richiamo.
Ma, a naso, non potrò riportare la conversazione.
Viva la vita, viva l'Italia, viva un po' tutto.

venerdì 5 gennaio 2018

Con il cuore colmo di amore pt.2





: mi piacete di più quando parlate di figa.
Che nessuno vi dà.
Manco se la pagate.
Anzi no, non mi piacete proprio.
Proprio mai.
Ma non solo a me, eh.
Siete scarrafoni pure per vostra madre.

Con il cuore colmo di amore





: bene, raga, sono le sette e mezza di sera e dopo tutta la giornata in cui mi avete succhiato le mie già debilitate energie vitali, vorrei dialogare.
In modo pacifico perché ho notato che, se uso il mio solito piglio, poi non leggete con attenzione quello che scrivo e non riuscite a intuirne il senso.
Il tono antipatico vi destabilizza e deconcentra (e avete ragione: non è semplice andare oltre il mio ditoinculismo).
Perciò, serenamente, immaginiamo di essere distesi su un prato verde, circondati da farfalle e cerbiatti, inebriati dai profumi floreali.
Fatto? Rilassati?
Bene.
Dunque, siamo giunti alle seguenti conclusioni:
1. Ciò che fa storcere il naso sull'affair ortofrutta è il fatto che sia inserito in una roba tutta italiana denominata Decreto Mezzogiorno.
2. Non è tanto il pagare un centesimo il sacchetto quanto il fatto di essere obbligati a farlo.
3. Non viene fatto per l'ambiente o per risparmiare ma per il magna magna di qualcuno.
Ora che ho accettato queste tre cose, con il cuore colmo di amore, posso affermare che quelli che hanno dato l'idea di etichettare i singoli frutti pensando di fare un torto al governo ladro e quelli che dicono che a giovarne sia solo ed esclusivamente la Novamont restino comunque degli sprovveduti?
Se dico "sprovveduti" e non "coglioni" vi sembro più simpatica e intellettualmente raffinata?
Che fatica.

P.S. Seriamente: se volete riutilizzare il sacchetto per l'umido si può, basta non appiccicarci sopra l'etichetta. Trovate un sistema, tipo appiccicarla altrove. (E qua sarebbe servita, ma pace e amore!).

0,01 euro. Eh beh.






: (...taglio gaffe di Giada e della sua incapacità inferenziale: vi avevo massacrato perché pensavate che il provvedimento fosse italiano e invece è europeo e invece il cazzo parche sì, è italiano. Ho letto della nuova legge giustificata dai vari dati sui consumi soprattutto europei e ho fatto un'induzione errata. Fortunatamente ho contatti sempre sul pezzo che mi correggono! Anche se rimango su quanto sotto, perché a me interessa il certamente errato, non la presunzione di complottismo...)

I sacchettini per la frutta e la verdura saranno a pagamento perché dovranno obbligatoriamente essere biodegradabili.
I sacchettini per la frutta e la verdura, con il loro enorme costo, avranno un impatto sulla spesa di ben dodici euro, si stima, l'ANNO.
Questo provvedimento è stato preso anche per dare una mano all'ambiente perché, magari lo sapete e ora vi è solo scappato di mente, lo stiamo distruggendo ed eliminare tutta quella plastica dai supermercati non è proprio un'idea stupida (le avete viste, sì, le foto delle borse di plastica in mare?).
Fate tanto i nazi-vegani non solo per amore per gli animali ma anche per ecologismi vari e poi vi rifiutate di pagare il sacchettino?
Ahi ahi, qui bisogna scegliere quale linea polemica percorrere.
Ahi ahi, qui cozzano i buongiornissimismi.
È bellissima la battuta di etichettare ogni singolo frutto, veramente, fa riderissimo, però voi ci siete già stati al banco frutta, no?
Avete notato come la gente non abbia ancora capito come prendere UN guanto alla volta e UN sacchetto alla volta e faccia una morìa di plastica perché sì che loro sono mongoli, ma tanto i sacchetti sono gratis?
Li avete, sì, gli occhi?
Le fate andare, sì, le sinapsi, prima di fare 'ste polemichette da dodici euro l'anno?
No.
Certo che no, che cazzo di domande faccio?