mercoledì 17 gennaio 2018

Cilecca creativa





: è un periodo per me di enorme ostilità universale.
Avrò combinato qualcosa di grave in passato (scavezzacollo che non sono altro!) e il karma ha finalmente deciso di praticarmi del fisting compulsivo e gratinato senza il mio permesso.
Ahi, direi.
Comunque, non mi piace scrivere quando sono delusa dalla vita (dalla vitah, capito?).
Io scrivo quando sono incazzata.
O quando sono triste.
Ma da delusa faccio cilecca, non mi fluisce il sangue nel punto giusto e, tac, non si quaglia.
Ma io devo scrivere, ne ho bisogno, è fisiologico, altrimenti mi viene il mal di pancia da astinenza forzata.
Perciò, ecco una bella sveltina.
Così, giusto per svuotarmi in mancanza di vero e proprio amore creativo.
La verità è che ho trentadue anni.
E trentadue anni sono tanti o troppi per un sacco di cose (che non sto a dire perché sto scrivendo da delusa, non da triste o incazzata!), sono pochi per altre e sono abbastanza per altre ancora.
Per esempio, sono abbastanza per aver compreso quale sia il proprio ruolo sociale.
Il mio è quello di opinionista.
Non so se sia un ruolo che mi sono scelta o se mi sia stato affibbiato (è così da troppo tempo perché io ne ricordi l'origine), tant'è che faccio questo: do opinioni.
Opinioni talvolta non richieste (vedi Facebook), talvolta richieste.
Anzi, spessissimo richieste.
Sarà che ho la faccia da persona saggia, sarà che mi pongo con questa boria di chi la sa lunga, fatto sta che vengo presa per un dispenser di consigli gratuiti.
E mi piace un sacco, devo dire.
Mi lusinga.
È un ruolo che ho accettato di buon grado.
Solo che talvolta sfocia un po' troppo nella psicoterapia.
Il che va benissimo, se riguarda i miei amici, i miei famigliari, le "mie persone" (Ciao Shonda, a casa tutto bene?).
Mi va un po' meno bene quando a spremermi le meningi sono individui che conosco a malapena, a cui ho dato una falange della confidenza e si sono presi il braccio della morbosità, per poi gettarmi nel dimenticatoio una volta che la mia consulenza è andata a buon fine.
Non mi va bene più che altro perché non li comprendo, eh, non perché mi scazzi ad averci a che fare o perché mi dispiaccia quell'abbandono successivo.
E io impazzisco solo quando non capisco, per tutte le altre cose sopporto con la mia maso-MasterCard.
Cioè, che senso ha sfogarti o chiedere consigli a una persona che sei pronto a buttare nel cesso una volta che non ti serve più?
Cioè, se la butti nel cesso significa che non la reputi tutta 'sta figata, perciò anche i suoi consigli non saranno tutta 'sta figata, perciò, porca Eva, cosa la spremi a fare?
Cosa la trascini a fare nel tuo male esistenziale?
Cioè, raga, il male esistenziale è una cosa seria, non è che si possa condividere con il primo minchione che passa.
Non che io sia una minchiona (o forse sì, ma una minchiona con un buon profumo di pulito!), ma se mi conosci appena e se sei potenzialmente pronto a mandarmi a cagare in 3,2,1, insomma, sta su d'adoss.
O, almeno, non farmi sprecare parole e sinapsi.
Ché non è che siano una riserva infinita, eh.
Non vorrei mai non avere più materia grigia e fottermi il Nobel per colpa tua, stellina.

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