giovedì 27 aprile 2017

Non me neccetera








: perché ci piace così tanto riempire i silenzi con delle minchiate?
Sì, sto parlando del treno.
Potremmo stare qui, zitti, a riflettere singolarmente sulla nostra tendenza all'autoconservazione-nonostante-tutto e, invece, no, dobbiamo blaterare.
Dovete, ovviamente, blaterare.
Perché io mi ammutolisco volentieri e non me ne frega un cazzo della pioggia ad aprile, né della pioggia ad aprile in sé, né del tuo approccio con la poggia ad aprile. Me ne frega se si collega a qualcosa, tipo "Nessuno si aspettava che piovesse ad aprile, due mesi prima delle elezioni, così hanno fatto finta di mettere a posto le strade e hanno fatto un disastro!", ma se dobbiamo parlare di come sia diventata diversa la primavera, dai!, godiamoci il silenzio.
Non me ne frega un cazzo nemmeno della tua tecnica per pescare la trota che, a tuo dire, fa un particolare "sciuf sciuf" quando abbocca. Non me ne frega nemmeno di come aggiri le regole e vai a pescare nei laghetti privati, mio bel ribelle. Non me ne frega proprio un cazzo della pesca, dei pescatori, delle barchette, dei laghetti. ("Sai cosa aveva di buono mio papà? Che quello che pescava mangiava! Ho preso da lui!". Anche di questo, indovina?, non me ne frega un cazzo!).
Non me ne frega un cazzo, ma proprio davvero, di quello che stai leggendo, quindi sarebbe gentile da parte tua se la smettessi di leggere ad alta voce.
Non me ne frega un cazzo di quello che stai dicendo in swahili.
Non me ne frega un cazzo dei tuoi compiti, quindi piantala istantaneamente di ripetere ad alta voce.
Non me ne frega un cazzo dell'ultima mostra che sei andata a vedere solo per postarlo su Facebook ma di cui in realtà non hai capito nulla.
Non me ne frega un cazzo se te la stai facendo addosso.
Non me ne frega un cazzo di quel video su YouTube, mettiti le cuffie.
Non me ne frega un cazzo di eccetera eccetera.
Non me ne frega un cazzo di tutto questo e dell'eccetera, ma ho dei padiglioni auricolari così grandi che captano tutto ciò che viene pronunciato nel vagone e una scarsa capacità di trasformare tutte queste minchiate in rumori bianchi.
Cerco aiuti, da uno bravo.

venerdì 21 aprile 2017

La gatta cornacchia





: ho preso il treno dopo un periodo di inattività e devo dire che ho avuto la riconferma che l'odio non si affievolisca ma si rinnovi per tornare ancora più prepotentemente.
Comunque.
A fianco a me c'è una donna, di quelle belle ed eleganti, ma con un piglio leggermente artificiale, con la "piega fresca" e il semi-permanente con la ricrescita (presente, no, il tipo?).
Mi rivolge la parola per chiedermi di fare la guardia al suo bagaglio perché deve andare in bagno e, guardandola in viso, ho l'immediata sensazione che stia andando a un incontro di tipo sessuale (forse clandestino, ma la mia capacità sensitiva non è a così ampio raggio!).
Quando torna, tira fuori la pochette dei trucchi e si dà al restauro selvaggio specchiandosi nel finestrino.
Le suona il telefono.
La sua voce si fa felina e capisco che all'altro capo deve esserci quello che ho supposto essere il suo incontro sessuale, perché la donna continua ridere giulivamente mediante quei fastidiosi "hihihihihi", che equivalgono alle fusa per le gatte umane (nessuna persona riderebbe mai in quel modo senza un motivo valido, e con motivo valido intendo il desiderio di farsi trivellare senza pietà).
Dopo aver ridacchiato quelle dieci volte, lei chiede a lui dove fosse. Dico "lui" perché gli chiede se fosse arrivatO.
 Poi gli dice "Eh, ma se devi ancora parcheggiare vorrà dire che arriverò prima io e mi farai aspettare!", ma non per rimproverarlo, anzi, usa sempre quel tono stucchevole tipicamente femminile. Poi lo saluta e stacca.
Ora chiama una sua amica.
Io ho un sussulto e quasi mi cago addosso.
Raga, ha cambiato voce: non cinguetta più, gracchia. Non è più gatta, è cornacchia.
Ha cambiato completamente registro.
Ma che è, possedutah???
Dice di essere sul treno, che "sta andando da lui, boh, speriamo bene".
Dice di "avere un po' d'ansia ma pensa sia normale e che chissà se lui lascerà LEI, che di solito QUESTE COSE finiscono male".
Lei chi?
A-ah, beccata.
(Vedo che il mio radar è un po' impolverato ma funziona sempre!)
Comunque, stacca con l'amica e richiama LUI.
Torna in modalità dolce gattina.
"Non vedo l'ora di scendere, hihihihihi", ecc.
Poi lui dice qualcosa.
E il suo tono felino/civettuolo si increspa leggermente:
"Ecco, lo sapevo, hai sbagliato stazione. Lo sapevo che mi avresti fatta aspettare. Io scendo a Brignole, dovevi parcheggiare lì!"
Poi torna pienamente gatta: "Eh vabbè, ti farai perdonare, hihihi!".
E richiama l'amica, cambiando nuovamente voce.
Ma, proprio quando il tutto si fa più interessante, proprio quando le chiede "Dici che dovrei cancellare le conversazioni?", io devo scendere.
Scendo.
Quali conversazioni?
Sarà stata solo amante?
Sarà anche a sua volta adultera?
Lui lascerà la moglie/fidanzata per lei, per poi scoprire che dietro le sue sembianze da gatta si nasconde una cornacchia bipolare?
Chissà, sono scesa.
Fine.

-La giusta punizione per non essermi fatta i cazzi miei è arrivare all'università e accorgermi di aver fatto un viaggio a vuoto perché la professoressa mi ha paccata, poi tornare in stazione e vedermi passare davanti il mio treno di ritorno.
Solo che, Karma di merda, io non ho ascoltato, io ho solo sentito: se una urla al telefono perde la sua dimensione privata e si getta nel pubblico.
Ma cazzo vuoi capirne tu di giustizia, maledetto universo?-

mercoledì 12 aprile 2017

Odio Trenitalia, parte 978.546.213







: siccome le mezze stagioni non esistono più ma a me giustamente devono comunque rompere i coglioni, ieri avevo trentanove di febbre e non riuscivo ad alzarmi dal letto, come sempre accade in autunno e primavera.
Siccome avrei dovuto partecipare a una lezione a Genova, avevo già preso il biglietto del treno che non ho ovviamente utilizzato.
Poiché adesso sul biglietto c'è la data, ieri sera alle otto mia mamma* è andata in stazione per il rimborso.
Non c'era nessuno.
Così è andata stamattina e l'impiegato, col ditino da maestrina, ha detto che il rimborso può essere effettuato fino alla 23.59 del giorno stesso.
Ok, ma in stazione non c'è nessuno di sera e sul biglietto non c'è scritto nulla di tutto ciò.
Spallucce.
Ok, quindi se uno sta male e non può muoversi da casa rimane fottuto.
Spallucce.
Viviamo veramente in un paese di merda, raga.
Un paese che, pur di spillarti i soldi, fa delle normative stupide, per le quali dovrebbe essere bombardato.
Oppure, fa delle normative stupide per tutelarsi dai cosiddetti furbetti: in questo caso, quelli che utilizzano più volte il biglietto del treno senza farsi beccare dal controllore.
Così adesso, con la data stampata in bella vista, sono "fottuti".
Certo, come no.
Ma se uno è abituato a vivere di queste piccole truffe, sai quanto gliene frega della tua data sul biglietto?
Ma ce la facciamo, in questo paese di merda, a fare una cosa intelligente?
Una, eh.
Che ne so, vuoi mettere la data sul biglietto del treno perché continuano a fotterti e a te non la si fa?
Bravissimo. Ma almeno ce la fai a scriverlo sul retro del biglietto? Una roba tipo "in caso di non utilizzo...".
Ce la fai a pensare che uno, magari, non utilizza il biglietto perché sta male e quindi non può recarsi in giornata in stazione?
Ma è così difficile, porca troia?
Sì, è difficile.
Anzi, forse è impossibile.
Perché chissà di che livello intellettuale è il team che si occupa di queste cose.
Me li immagino, intorno a un tavolo, 'sti quattro coglioni di Trenitalia che prendono le decisioni importanti.
Sguardo bovino, balle di fieno che rotolano.
Sarà la febbre, sarà l'emicrania, ma c'ho una voglia di spedirvi l'antrace in sede che, raga, scansatevi.

* sì, la mia mamma che mi fa i favori come se avessi cinque anni. Sì, ok.
Sì, ok, non solo quando ho la febbre. Problemi?

giovedì 6 aprile 2017

Usami, rimuovimi, strappami l'anima (sì, certo!)














: ogni tanto, tra le mie inutili riflessioni sull'anima e sulla morbilità umana, si insinua questo dubbio:
ma quelli che ti tengono fra le amicizie oscurandoti la bacheca che problemi hanno (oltre naturalmente a non aver preso abbastanza cinghiate)?
Io penso di detenere il record mondiale di contatti che si auto-eliminano (e per questo ringrazio ogni sera Visnu), solo che talvolta mi capita di pensare, perché magari lo/a vedo per caso, "Ma io e Sticazzi non eravamo amici? Non vedo da un po' i suoi imperdibili post!" e, andando a vedere se per caso il/la suddetto/a Sticazzi abbia messo fine alla nostra relazione virtuale con il tasto rimuovi, scopro, con mio grande rammarico, che non mi ha eliminata ma mi ha oscurato la bacheca. Cioè lui/lei può farsi i cazzi miei nell'ombra, mentre io vedo solo gli auguri che la gente gli/le fa per il suo compleanno.
Ora, io ho sempre detto di vivere la mia condizione social passivamente: non chiedo amicizie (tranne rari casi), mi limito ad accettarle. Questo non perché io sia una tostissima donna che non deve chiedere mai, ma perché ho la consapevolezza che i miei post siano così petulanti da non essere per tutti: chiedetemi pure l'amicizia a muzzo, ma poi sono cazzi vostri e non voglio sentirvi fiatare.
E nemmeno elimino: mi faccio scivolare addosso i rapporti umani virtuali (com'è virtualmente passivah, la Giadona!) e, sempre per la già menzionata petulanza dei miei post, mi aspetto e comprendo il fatto che qualcuno decida di eliminarmi. Certo, è un lutto difficile da elaborare, talvolta mi si bloccano pure le funzioni corporali, non dormo, non mangio, mi auto-flagello, mi dispero, ma poi sopravvivo alla dolorosisssssssima perdita.
Comprendo, per i motivi sopracitati, anche chi decida di tenermi fra le amicizie ma smetta di seguirmi. Magari non vuole offendermi perché nella vita reale abbiamo rapporti, ma proprio non se la sente di vedersi comparire nella Home pappardelle di roba futile (a questo proposito vorrei confessarvi che so chi ha smesso di seguirmi, perché si è perso una cosa molto importante avvenuta tempo fa, ma gli/le voglio bene uguale!).
Ci sta, raga.
Comprendo, raga.
Sono molto comprensiva, raga, quasi una mamma chioccia.
Se, però, rimuovermi ha un senso (che apprezzo sentitamente!), l'oscurarmi la bacheca non ce l'ha.
E me ne accorgo, eh, che mi hai oscurato, caro/a Sticazzi.
Non che sia costantemente sul tuo profilo (perché, come si evince dal nome fittizio che ti ho dato, sticazzi!) ma ho un quoziente intellettivo nella norma: ti vedo che c'hai la faccia di uno/a che pubblica anche quante volte caga e, se non mi compari da un po', lo campano che hai ristretto la privacy, eh. Poi, diciamocelo, non è che tu sia proprio tutta 'sta faina da potermi fottere, eh. 
Perciò mi chiedo: che c'avrai mai di top secret, Sticazzi, su 'sta bacheca?
È un selfie col Santo Graal?
È roba piccantina? (No, a vederti proprio no!)
Hai paura che ti copi ordinando al giappo il tuo stesso uramaki?
Hai paura che emuli il tuo ricercatissimo outfit da 29,90 da Zara trf?
Hai paura che faccia sapere a tutti che senza il filtro calcestruzzi sei un cesso? 
Ma stai tranquillo/a, Sticazzi.
Ma chi ti caga, Sticazzi?
Non mi rimuovi perché temi che mi offenda?
O non mi rimuovi perché se no quando mi incontri non puoi più farmi quel sorriso sincero da venditore di folletto?
Ma stai tranquillo/a, Sticazzi.
Ma chi ti caga, Sticazzi.

P.s. Io continuo coerentemente nella mia scelta di non eliminare contatti (tranne rari casi). Tu però, visto che adesso sai che so, sentiti libero/a di premere il tasto rimuovi.
Bisous.