lunedì 22 dicembre 2014

Guardo l'ora sul mio Polex







: sono le ore 7.35 di lunedì mattina e io sto ancora andando a Genova per affrontare un bel quattro ore di mappazzone su John Locke.
L'umore non è alle stelle ma, con grande forza d'animo, mi accomodo nella mia carrozza reale: un treno che sa di pecorino.
Alla mia sinistra un gruppo di ragazzine, che ho appurato essere del liceo, in ansia per i regali di Natale.
Una di loro deve comprarne uno a sua mamma, un'agenda forse, ma non di Gucci o Vuitton, qualcosa di meno caro, magari di Cartier.
Da lì, un'animata discussione sul fatto  che a loro non piaccia Dolce AND Gabbana e nemmeno Micheal Kors e loro di queste cose se ne intendono, perché hanno un amico che fa il "rappresentante da Tiffany".
Ora, cuori miei, mi sta bene che non affrontiate questioni metafisiche nell'età adolescenziale e alle otto del mattino, ci mancherebbe ancora. 
Però, la vostra è proprio l'età giusta in cui si deve imparare a parlare solo di ciò che si sa, per evitare di fare grosse figuremmerda.
La moda, per esempio, è una cosa seria. 
Non la "moda", quella di chi compra da Zara o H&M (come me), e vi vuole insegnare a vestirvi.
Quella moda lì non ha pretesa di argomentazione, come i libri di Fabio Volo: puoi leggerli, se vuoi, ma non puoi discuterne. Non si blatera sul nulla.
Non si parla delle peppe di Cafè Noir, ma si può disquisire per ore delle Calzature di Ferragamo.
Una scarpa del genere è arte e dell'arte si può parlare, scrivere, commentare.
Cafè Noir si compra, Ferragamo si contempla.
(Io sono troppo povera per entrambi e vado al Globo, ma la filosofia mi renderà ricca!)
Sentir dire "qualcosa di meno caro, magari Cartier" provoca la stessa sensazione di un certosino che si fa le unghie su una lavagna.
Per non parlare dell'accostamento Dolce E Gabbana/Michael Kors, o dell'amico rappresentante da Tiffany.
Vedervi atteggiare da "esperte del settore" per aver visto due video outfit su YouTube è un'amara fotografia della situazione attuale:
'ste vacchette non si informano nemmeno su ciò che trovano accattivante, figuriamoci se sanno chi votare.
Povera Italia.

mercoledì 10 dicembre 2014

Al dolce sindaco della mia città





: Ritona mia bella,
dimmi la verità, lo fai apposta?
Cioè, c'è un Guinness World Record della figuremmerda al quale ambisci?
Perché non è da tutti fare così aristotelicamente male il proprio lavoro: a me, talvolta, hanno tagliato da schifo i capelli, mi hanno messo l'aglio nella pasta quando non lo volevo, mi hanno accorciato troppo i pantaloni, ma non in modo così sistematico.
A tutti capita di sbagliare però tu, Ritona cara, proprio non ne azzecchi una.
Sei una certezza, per carità. Come quel gioco delle due sentinelle in cui una dice sempre la verità e l'altra dice sempre una bugia.
Ecco, tu pesti sempre una merda.
Anche quando potresti, potenzialmente, fare bene. Tipo, hai scelto il luogo peggiore per mettere una pista di pattinaggio. Il peggiore. Non è da tutti individuare così puntualmente i punti critici e ciò che i cittadini NON vogliono.
Brava, tale coerenza va premiata.
Mandandoti a casa.

martedì 9 dicembre 2014

Scarabocchiare un cazzo di post-it e diventare Re Sole







: correva l'anno 2003 ed era Natale.
L'adolescente Giada voleva fare un regalo speciale ad un'amica speciale per tirarle su il morale, perché stava molto male. (Ho scritto veramente delle rime così di merda?)
Allora Giada, che era squattrinata e non poteva scegliere la via del materiale, puntò sul sentimentale: prese un miliardo di POST-IT e li riempì di frasi coccolose (SUE, non scopiazzate), costruì tutta una faccenda (che non sto a riportare) e diede il regalo alla sua amica, che ne fu felice e pianse come un vitello.
Siccome l'idea era molto bella e originale per l'epoca, Giada decise di inviarne una copia alla "Post-it Enterprise in the world uazzamanna"per posta, perché la comunicazione su internet non era ancora così battuta.
Ovviamente, la suddetta non la cagò di pezza.
E la sua amica, dopo averle frantumato i coglioni anche alle due di notte con i suoi drammi, la cancellò dalla sua vita.
(Questa sarà una costante anche per la Giada adulta).

Sono passati undici anni e, proprio quando avevo metabolizzato la storia dei Post-it non pensandoci quasi più, cosa accade?
Che un rosso di capelli sfuggito per un pelo al bullismo diventa ricco con la mia idea: inizia scrivendo "Chi trova un amico trova un tesoro" su dei Post-it, diventa famoso su YouTube e pubblica addirittura un libro.

Ci manca solo che la mia ex amica, avvezza alla depressione e sostenitrice del pugno chiuso, inventi una nuova versione del Prozac e lo venda al governo ladro.