martedì 9 dicembre 2014

Scarabocchiare un cazzo di post-it e diventare Re Sole







: correva l'anno 2003 ed era Natale.
L'adolescente Giada voleva fare un regalo speciale ad un'amica speciale per tirarle su il morale, perché stava molto male. (Ho scritto veramente delle rime così di merda?)
Allora Giada, che era squattrinata e non poteva scegliere la via del materiale, puntò sul sentimentale: prese un miliardo di POST-IT e li riempì di frasi coccolose (SUE, non scopiazzate), costruì tutta una faccenda (che non sto a riportare) e diede il regalo alla sua amica, che ne fu felice e pianse come un vitello.
Siccome l'idea era molto bella e originale per l'epoca, Giada decise di inviarne una copia alla "Post-it Enterprise in the world uazzamanna"per posta, perché la comunicazione su internet non era ancora così battuta.
Ovviamente, la suddetta non la cagò di pezza.
E la sua amica, dopo averle frantumato i coglioni anche alle due di notte con i suoi drammi, la cancellò dalla sua vita.
(Questa sarà una costante anche per la Giada adulta).

Sono passati undici anni e, proprio quando avevo metabolizzato la storia dei Post-it non pensandoci quasi più, cosa accade?
Che un rosso di capelli sfuggito per un pelo al bullismo diventa ricco con la mia idea: inizia scrivendo "Chi trova un amico trova un tesoro" su dei Post-it, diventa famoso su YouTube e pubblica addirittura un libro.

Ci manca solo che la mia ex amica, avvezza alla depressione e sostenitrice del pugno chiuso, inventi una nuova versione del Prozac e lo venda al governo ladro.

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