giovedì 17 febbraio 2022

Abrogadabra

 


: questo era il quesito che vi avrebbero posto:
“Volete voi che sia abrogato l’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente) approvato con regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398, comma 1 limitatamente alle seguenti parole “la reclusione da sei a quindici anni”; comma 2 integralmente; comma 3 limitatamente alle seguenti parole “Si applicano”?».

Questo è quello che avreste voluto modificare:
«Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni. Non si applicano le aggravanti indicate nell’articolo 61. Si applicano le disposizioni relative all’omicidio se il fatto è commesso: 1. Contro una persona minore degli anni diciotto; 2. Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti; 3. Contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno».

Questo è il risultato che avreste voluto ottenere:
«Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con le disposizioni relative all’omicidio se il fatto è commesso: 1. Contro una persona minore degli anni diciotto; 2. Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti; 3. Contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno».

La domanda non sarebbe stata “Siete favorevoli all’eutanasia?”, non vi avrebbero chiesto cosa avreste voluto creare.
Vi avrebbero chiesto cosa avreste voluto distruggere, abolire, perché questo fa il referendum abrogativo. “Abrogare” significa annullare, infatti.
Voi avreste voluto annullare la pena a chiunque cagioni la MORTE di un uomo, col CONSENSO di lui.
Senza avere mai, nella vostra vita, riflettuto su cosa sia “morte”.
Su cosa sia “vita”.
Su cosa sia “cagionare”, causare.
Su cosa sia “consenso”.
Senza avere mai sudato su questi significati, voi, con la leggerezza d’animo tipica di chi vagabonda nel deserto neuronale, pensate di poter avere un’opinione credibile su questo.
Vi indignate perché non potrete rispondere a una domanda che nemmeno avete letto, nemmeno avete capito.
Una domanda così mal posta, così mal strutturata, che dovrebbe farvi rabbrividire.
Invece di battervi perché ci sia serietà nel voler risolvere le questioni fondamentali della nostra esistenza, senza buttar lì quesiti referendari come se si offrisse il bis di pasta fagioli e cozze dopo un banchetto di nozze, vi indignate.
Ma in base a cosa vi indignate?
Hanno respinto la domanda, non la risposta.
Una domanda potenzialmente letale, come ciò che avrebbe dovuto legittimare.
Dovreste indignarvi per come vengono appositamente depotenziati questi argomenti, non per la notizia bomba che leggete nel titolo acchiappa like di un giornale.
Avreste davvero voluto annullare la pena a chiunque cagioni la morte di un uomo, se con il suo consenso?
Un consenso non abbastanza normato? 
Volete questo, raga?
Volete questo in Italia?
Forse non avete idea di cosa succeda negli ospedali.
Forse siete stati abbastanza fortunati da non sapere come lavori la maggior parte del personale sanitario, da non sapere quanti danni vengano fatti quotidianamente (per non parlare di questi due ultimi anni) da chi si crede il braccio destro di Dio.
Beati voi, che avete avuto culo.
Beati voi, che non capite un cazzo.