domenica 27 dicembre 2020

Vaffanccino



 : per poter parlare di vaccini con una certa credibilità bisogna:

- avere una formazione scientifica (non un semplice otto in biologia al liceo, eh!);

- avere una specializzazione nel campo;

- sapere cosa si intende per “vaccino” e tutto ciò che ne concerne: il perché dell’esigenza di produrne uno, i tempi per le varie sperimentazioni, i trial clinici, ecc.

- sapersi destreggiare tra le orde di articoli, informazioni, conclusioni, che si hanno a disposizione;

- aver accesso a fonti attendibili, che non tutti hanno a disposizione;

- saper cercare i dati;

- avere una buona padronanza dei dati;

- conoscere, bene, tutte le malattie per le quali esiste un vaccino: la loro incidenza sulla popolazione, ecc.

- aver chiara la distinzione tra caso specifico e generalizzazione: una cosa è il concetto “vaccino”, altra sono i casi particolari;

- avere, quindi, ottima capacità di contestualizzazione al fine di evitare paragoni di merda, per esempio non pubblicare la foto di Elvis Presley che fu testimonial del vaccino per la polio o la foto del bambino con il vaiolo.

- eccetera.


Pochissimi, fra le persone che conosco e, soprattutto, che ho fra i contatti di Facebook, soddisfano tali requisiti.

Pochissimi, fra le persone che conosco e, soprattutto, che ho fra i contatti di Facebook, sono in grado di non aderire acriticamente a una certa linea di pensiero come pecore al pascolo guidate dalla paura che un cane pastore gli morda il culo.

Io stessa, per esempio, non sono tra quelle persone.

La maggior parte di noi, pure.

Perciò, insomma, tappatevi la bocca e mozzatevi le dita, ché non sapete un cazzo e nemmeno potrete auspicare a saperlo.