mercoledì 19 ottobre 2016

H!(premiare l'intenzione); B!(punire l'intenzione)



:  stavo facendo questa brillantissima e sherlockissima riflessione, che condivido perché dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior:
nel nostro mondo l'INTENZIONE (particolare stato intenzionale o di atteggiamento proposizionale) non viene punita ma spesso viene premiata.
Cazzo voglio dire?
Voglio dire che si sente spesso qualche idiota sentenziare "Eh, ma non siamo mica qui a fare un processo alle intenzioni!".
Come dire: non importa che X volesse rubare, l'importante è che non l'abbia fatto.
Perciò l'intenzione, mescolando (proprio come avviene nel nostro mondo) giurisprudenza, politica e opinione pubblica, non viene punita.
Al contrario, però, il popolino l'intenzione la premia eccome.
La premia con i consensi, con i Big Likes.
Come dire: non importa che X faccia effettivamente qualcosa, l'importante è che manifesti l'intenzione di farlo.
Prendiamo un militante 5stelle a caso, per esempio: per ottenere consensi gli basta dire che si taglierà lo stipendio, non deve poi farlo davvero.
Oppure, prendiamo una persona con molti seguaci sul web: per ottenere i Big Likes, le basterà dire cose come "Da domani dieta!". Poco importa se poi rimane grassa.
Si premiano i progetti ma non le loro realizzazioni.
Ed è banale, banalissimo, ma continua a succedere: sempre e solo carote per le intenzioni, mai bastoni.
È scoprire l'acqua calda, lo so.
Ma è anche continuare a scottarci toccandola.
Per me dovrebbe accadere l'esatto contrario, se parliamo di "intenzione": dovrebbe esserci la punizione ma non la ricompensa.
Per punire dovrebbe bastarci l'intenzione, ma non per il premio.
A me basta il fatto che uno voglia rubare per condannarlo.
Ma a me non basta il fatto che uno dica che farà una cosa per osannarlo.
Quando si parla di punizioni e ricompense, fatti e intenzioni fanno all'amore in modo molto strano.
E interessante.
... S'è capito 'n cazzo, giàsso.

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