mercoledì 1 maggio 2019

La festa della battuta sul primo maggio







: oggi ho del concetto da produrre, per fortuna.
Perché, altrimenti, non avrei saputo che fare.
A comprare qualcosa no perché che cazzo vai per negozi con questa bella giornata ma che tristezza ma che pochezza ma non ci pensi ai poveri commessi che devono lavorare nella festa dei lavoratori?
A vedere una mostra no perché che cazzo vai a chiuderti fra quattro mura ma che claustrofobia ma che pseudo-intellettualità ma non ci pensi ai poveri bigliettai che devono lavorare nella festa dei lavoratori?
A mangiare qualcosa no perché che cazzo ma che iper-nutrita di merda ma muoviti un po’ ma non ci pensi ai ristoratori che devono lavorare nella festa dei lavoratori?
Al mare col treno per inquinare di meno no perché che cazzo tutti al mare ma che fantasia ma che originalità ma non ci pensi ai poveri capitreno che devono lavorare nella festa dei lavoratori?
A fare una passeggiata no perché che cazzo metti che ti punga una vespa e che ti venga uno shock anafilattico e debba correre all’ospedale ma non ci pensi ai poveri medici che devono lavorare nella festa dei lavoratori?
Ma menomale che la filosofia non è il mio lavoro e non è nemmeno un lavoro, va, così oggi posso non festeggiare un cazzo in pace e non mancare di rispetto ai vari “ma non ci pensi?”.
Comunque no, non ci avrei pensato comunque perché sono cattivah ed egoistah e cinicah.

Ah, raga:
la stessa battuta di spirito, alla milionesima condivisione, lo spirito lo fa evaporare: anche basta.

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