lunedì 22 novembre 2021

Poi vi spiego il mio quadro clinico, bestie



: per due anni, DUE ANNI, il tampone rapido è stato usato come via libera per qualsiasi cosa: dall’ingresso in un luogo pubblico all’avvenuta guarigione dal Covid.
All’ASL - e maledico me stessa per non avere il vizio di registrare le telefonate - quando avevo preteso il molecolare dopo la mia guarigione, mi avevano dato della pazza perché “il tampone rapido era il metodo più sicuro ORMAI”. E ho dovuto pagarmi il molecolare a mie spese, per coscienza, per avere la certezza che, dopo due mesi, il Covid si fosse stufato di me.
Adesso, ADESSO, viene fuori che quello strumento, considerato il più affidabile, non è più affidabile, nonostante venga utilizzato ogni due giorni da chi questa merda di vaccino non lo vuole fare perché nessuno si prende la responsabilità dei rischi che comporta.
Ogni due giorni quel qualcuno si fa deflorare il naso e paga quarantacinque euro alla settimana perché qualcun altro non è in grado di assumersi le proprie responsabilità.
Lo Stato in cui viviamo ha gestito la pandemia a suon di minchiate e controsensi e adesso pretende la piena fiducia.
Lo Stato in cui viviamo ci dà due opzioni e poi ne elimina una, che suona un po’ come “Di dolce c’è la torta di riso o prendertela nel culo. Torta di riso finita”.
Lo Stato in cui viviamo, insomma, ci “invita” a vaccinarci senza “obbligarci”, ma di fatto ci “costringe”, facendo leva prima sul vil danaro, sulla gratuità di un’opzione rispetto all’altra, poi eliminando del tutto una delle due scelte.
Lo Stato in cui viviamo, non essendo in grado (e non potendo, data la fase 4 di sperimentazione ancora in atto) di prendersi la responsabilità attraverso l’obbligatorietà, delega qualsiasi scelta all’individuo, come se questo avesse accesso a tutte le informazioni, come se avesse la capacità di comprenderle, quelle informazioni.
Lo Stato in cui viviamo sacrifica deliberatamente una fetta dei suoi cittadini.
Lo Stato in cui viviamo ha creato due fazioni. Ugualmente rabbiose. Ugualmente faziose.
Tutto questo non è giusto.
Né concettualmente, né politicamente, né scientificamente.
E accettarlo senza battere ciglio significa non disporre delle nozioni di base.
Né concettuali, né politiche, né scientifiche.

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