mercoledì 9 gennaio 2013

C'è crisi.

                                                      




: "Eh, c'è crisi".

C'è crisi, questo gran par di balle.
Spiegatemi per voi cosa vuol dire che c'è crisi.
C'è crisi perchè il vostro stipendio invece di arrivare il 2 arriva il 4?
C'è crisi perchè l'iPhone 5 costa 700 euro mentre il 3 appena uscito ne costava 590?
C'è crisi perchè il vostro quoziente intellettivo di 34 non viene sfruttato? Eppure avete una laurea in scienze puffologiche, diamine, dovreste essere molto richiesti.

Per dire che "c'è crisi", la devi sentire.
La crisi non si legge, la crisi si prova.

La crisi non è pretendere un lavoro senza cercarlo.
La crisi non è lavorare in un call center dopo aver studiato "tutta la vita".
La crisi non è accontentarsi di un 8 perchè il 10 costa troppo.

La crisi è pregare il buon Dio per un mezzo, altro che per un 8.
La crisi è vedere crollare qualcosa che hai costruito sotto il tuo naso. Non perchè tu sia stato troppo o troppo poco, ma perchè alcuni meccanismi hanno iniziato a non funzionare più.
La crisi è avere la conferma di conoscere tanti corpi ma poche anime.
La crisi è avere la consapevolezza che esistano molte mani tese, ma nessuna disposta a stringere la tua.
La crisi è vedere godere delle tue disgrazie, quelle vere.

Il mondo è in crisi.
Perchè l'umanità è in crisi. Un'umanità che dice di saper fare senza aver mai fatto.
Che pretende di saper scrivere senza saper leggere.
Che dice di essere chirurgo ma gli fa schifo il sangue.
Che manda curricula con scritto "Counting House" perchè "impiegata" fa pezzente.

La crisi è avere un cervello che funziona e non poterlo usare perchè i ruoli che lo richiedono sono già occupati da chi non ce l'ha, un cervello.

La crisi è aver dato la possibilità a contadini di farsi chiamare avvocati.

La crisi è aver fatto del lavoro sempre un diritto e mai un dovere.

La crisi, questa crisi, è passata da essere una condizione ad essere, in un modo dolcemente e tristemente italiano, una SCUSA.

4 commenti:

  1. Il penultimo capoverso sarebbe da scrivere su un cartello e attaccarlo ai muri. Anche se molti considerano il lavoro un fattore collaterale spesso superfluo dello stipendio.
    C'è un sacco di verità anche nel resto, non sto qui a sottolineare/commentare ma è un post che mi ha lasciato una certa soddisfazione.

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  2. Grazie mille, i lettori del giornale su cui l'ho pubblicato non sono stati dello stesso avviso. Confermando la mia idea e, quindi, il mio disappunto. Grazie ancora.

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  3. Applausi.
    Chi ha il cervello se lo deve tenere stretto è merce rara di questi giorni.
    Spero sempre che anche il mio, in un futuro, torni a valere qualcosa.
    Ciao!

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    1. Ciao e grazie!!! Il mio è improduttivo al momento ma non perdo le speranze... mal che vada ci facciamo tutti una grande cagata consolatoria prima di morire!!!

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