venerdì 11 gennaio 2013

Erika De Nardo, sooooca.






: adesso mi metto pure a scrivere lettere ai quotidiani.

Mi chiedo quando comincerò con le raccolte punti.

http://www.lastampa.it/2013/01/11/italia/cronache/erika-nassuno-mi-da-un-lavoro-Kq62BlZ5vgHEWHhEi01XeN/pagina.html

"Le parole, per un giornalista, sono lo strumento di lavoro più importante, insieme all'intelletto e al senso critico.

Un giornalista deve saperle maneggiare con maestria come un chirurgo impugna con fermezza, e piena consapevolezza, il suo bisturi.

Un giornalista, quando riporta le confessioni di qualcuno, per quanto a mio parere non degno di avere dei diritti (quelli umani in primis), deve avere cura di utilizzare dei sinonimi che non facciano irritare il lettore.

Dare uno spazio, anche solo un timido trafiletto, ad una pluriomicida e alle sue lamentele non è giornalistico.

Attribuirle, con intento lacrimevole, parole come “sfogo” e “tormento”, in un periodo come questo, è non soltanto poco giornalistico ma assolutamente riprovevole.

Sono di Alessandria e di Erika De Nardo e della sua seduzione peccaminosa da bestiola di Satana ne ho fin sopra i capelli: è passata dall'Olimpo dei killer cocainomani (dopo aver fatto della sua povera madre e del dolce fratellino dei colapasta) al girone infernale dei laureati (in Lingua e Letteratura Italiana, a spese dello Stato, quindi di noi tutti) disoccupati. E si strazia, la creatura.

Questo dovrebbe commuovermi?

Il fine, a giustificazione di questo mezzo vescicante, era quello di suscitare tenerezza? Di dare “informazione”?

Perchè noi, nomali disoccupati che non sentiamo il prurito di costruirci una famiglia perchè quella da cui siamo nati non l'abbiamo sterminata, non abbiamo bisogno di questo tipo di “informazione”.

Abbiamo bisogno di conforto.

Ad Erika auguro il conforto non di ripristinare una vita ordinaria, ma di conquistare una morte straordinaria.

A voi, che vi guadagnate il mio euro quotidiano accompagnato dai suoi venti centesimi, chiedo di non gettare del sale ulteriore sulla ferita italiana per eccellenza. Che fa molto più male di 97 coltellate.
Giada."

1 commento:

  1. Con noi di STAMPA IN costa solo 1 euro e te lo depositiamo sullo zerbino.... :-D

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