sabato 13 agosto 2016

Ah, l'è Sandria?

: la cosa che mi faceva più incazzare di Umberto Eco era l'orgoglio con cui diceva di aver abbandonato Alessandria, se ne bullava proprio.
Diceva che fosse una specie di cacatoio in cui facevano una farinata strepitosa.
Lo odiavo per questo.
Ma ora sto arrivando a capirlo.
Non tanto per la città, la città è simpatica.
Piuttosto per gli alessandrini, gli alessandrini sono detestabili.
C'è chi ha la mente spappolata dalla provincialità, che quando va a Milano sembra Renato Pozzetto.
C'è chi non va oltre il Tanaro perché ha paura che lì il mondo finisca.
Non li biasimo: ad alcuni il non avere stimoli segna di nero il destino.
Ma i peggiori, il cancro vero, sono i fenomeni. Quelli che sembra abbiano la brillantezza, il genio. Quelli che scappano dal Tanaro per dirigere il mondo ma poi, con la coda fra le gambe, sempre al Tanaro ritornano.
Dire di essere invece che essere, tipico mandrogno.
E una parola per chi ci amministra? La diciamo?
Non solo lei, per carità.
Tutti i suoi, tutti i non-suoi.
La colpa è di ogni singola persona che poggia le chiappe lì.
Mancano di delicatezza intellettiva e di educazione dell'intelletto (e questo non lo spiego che, se D-io vuole, magari un giorno ci scrivo qualcosa).
La colpa è un po' di tutti.
Sono molto, molto, dispiaciuta per la mia città.
E se scrivo post lunghissimi, che se li leggi fino in fondo ti ritrovi con una ruga in più, è perché ho fatto una scelta di vita, che mi porta ad alzarmi alle cinque per prendere un treno puzzolente: aiutare a ragionare.
Qui, però, sul Tanaro, l'è propi dura.

Nessun commento:

Posta un commento