sabato 5 novembre 2016

E allora niente



: e allora niente sono qua che, meriggiando pallida e assorta, mi dirigo verso Porta Nuova con l'occhio lucido già carico perché oggi sono davvero preoccupantemente scarmigliata e non ho il mascara e mi sento più del solito in contrasto con la bellezza che mi circonda.
E l'occhio si carica ancora un po', perché cerco di vedermi come mi vedono le altre persone e lo spettacolo non è proprio dei migliori, con 'sto trolley con le ruote tutte mangiate e con questa mega scagazzata bianca che, dico io, ce ne saranno di valigie e tu hai scelto la mia, sarai ben stronzo, eh, piccione?
E l'occhio si carica ancora e ancora perché penso a ieri, che mi è esplosa una bomba emotiva, e io vorrei tanto venirci più spesso in questa città, con queste persone, con questa atmosfera.
E allora niente, cerco il tabellone con i binari, vedo questa ragazza che sta suonando qualcosa che credo sia Einaudi e forse lo è, ed è così struggente che la diga cede e l'occhio si allaga perché, dai!, pure la colonna sonora?, e mi fermo e l'ascolto, e la fotografo, e mi perdo.
E, oh no!, mi ricordo che muoio di sete e con le lacrime ancor di più ma devo correre perché è tardi ed è vero che il treno non passa solo una volta nella vita, posso prendere quello dopo, ma quello dopo è fra un'ora.
E, allora niente, ho corso.
Così sto qua, su questo sedile blu, che scrivo e frigno e sento, sì, "con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio, in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia".

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