giovedì 6 febbraio 2020

A Sanremo la bellezza capita






: ma è così difficile dire “Raga, ero una tipa normale. Poi mi sono fatta il culo (e le tette, e il naso, e i vari ecc.) e sono diventata una gnocca!”?
È davvero così difficile?
Lo è e non capisco perché.
Meglio dire che la bellezza non è un merito e cadere nell’incoerenza: quel tipo di bellezza È un merito.
È sacrificio, è soldi spesi, è impegno, è dedizione.
Tutte cose meritevoli eccome.
Se ci nasci, bella, non hai meriti.
Ma se nasci cozza e diventi sirena, cazzo, se li hai.
Se da cozza (o anche ragazza “normale”) ti trasformi in sex symbol, per me li hai.
Perché sminuirli dicendo “La bellezza capita!”, quando ci hai lavorato duramente?
E con un discreto risultato, direi.
Tanto discreto che, se hai la possibilità di stare in piedi su un palco ascoltata da milioni di persone, non parli di sessismo o bullismo o di come riesci a gestire quelle migliaia di commenti beceri che ti ritrovi quotidianamente sotto alle foto, no, parli di quella cosa che, oh!, ti è semplicemente accaduta.
Non sei su quel palco perché sei “capace”, brava in generale.
Soprattutto non sei brava a recitare monologhi.
Sei lì perché sei stata brava nel tuo, ovvero a costruirti un’estetica molto piacevole. Sei stata bravissima, in quello.
Perciò la morale sull’accettare il tempo che passa, anche no.
Non se la fa una piena di filler.
Nel 2020 ci tocca ancora ascoltare dei pipponi sul fatto che la bellezza aiuti ma non sia la cosa fondamentale.
E non possiamo nemmeno rispondere “Grazie al cazzo!” perché se no le varie fidanzate-di iniziano a fremere.
Siamo in un’epoca intellettualmente davvero noiosa.
Capita anche questo, in effetti.

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