martedì 1 settembre 2020

Non è bello ciò che non è bello

 



: sapere la differenza tra “bello” e “ciò che piace”.

Capire, quindi, che “Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace” è un concetto molto romantico ma banalotto e, forse, fallace.

Sapere la differenza tra “modella” e “testimonial”.

Sapere cosa intendiamo con “canone estetico”.

Capire perché esistano i canoni estetici e che non basti certo una sfilata per stravolgerli.

Capire che sfilare per una casa di moda è una cosa, esserne il volto di punta un’altra.

Sapere cosa c’è dietro una fantomatica “campagna della diversità”.

Capire, bene, cosa significhi e a quale “diversità” ci stiamo rivolgendo.

Andare a ricercare un po’ in giro, su Instagram banalmente, per vedere la forza di questa campagna e chi, effettivamente, vi partecipa o chi, invece, è usato come semplice manichino in movimento.

Chiederci come sia possibile che una casa di moda possa gettare in pasto ai piranha un soldato del suo patinato esercito, facendo credere al mondo di essere anche in buona e commovente fede.

Chiederci se il prezzo pagato, consistente nelle vagonate di letame addosso a una ragazza, sia valso la pena, se abbia davvero sconvolto i canoni estetici. Ma davvero, eh.

Chiederci se abbiamo davvero bisogno di vedere quegli stessi canoni stravolti, per sentirci meglio.

Chiederci se le lezioni su come conti di più la sostanza invece dell’apparenza non sia il caso di apprenderle altrove, anziché su una passerella. 

Ricordarsi che la tanto demonizzata “oggettivazione” non vale solo per le gnocche: si può oggettivare, attraverso la strumentalizzazione, anche ciò che l’occhio umano riconosce come non gradevole ed è parimenti una cosa meschina.

Ricordarsi che non basta un monociglio per essere Frida Khalo.

Ricordarsi che la cosa di Dante che è arrivata fino a noi non è il naso.

Ricordarsi, subito dopo, che non tutti i nasoni hanno scritto la Divina Commedia.


Allora sì, che si può dire qualcosa di interessante su ‘sto topic tormentone.

Quando avete finito di schierarvi da una parte o dall’altra, dai segoni a due mani per il presunto buon cuore di Gucci o dal dire “Beh, se lei fa la modella allora io sono Miss Universo!” (fallacia, peraltro), ne riparliamo.

Fino ad allora, risparmiatemi la retorica da due lire o i meme che hanno smesso di far ridere ancora prima di essere pubblicati.

Grazie.

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