mercoledì 30 settembre 2020

Nessuno mi può giudicare! (Nel dubbio, però, mi metto a dieta e mi faccio il filler!)

 



: si parla molto di questo fantomatico messaggio che si vuole lanciare posando nude su una copertina con un perentorio “Nessuno mi può giudicare!”.

Ma qual è, questo messaggio?

Purtroppo, questo messaggio, altro non è che un “Sono bella NONOSTANTE io sia grassa”.

Perché, NONOSTANTE NON sia grassa, lei, la Vanessa, questo è quello che si vuole comunicare.

Perché, se no, per cosa dovremmo giudicarla?

È un personaggio ribelle, divisivo, immorale, cardinale?

No.

L’unica cosa per cui i noiosissimi haters l’hanno presa di mira sono quei chili che il nostro occhio, abituato alla gnocca fotonicissima, giudica di troppo.

Quindi il messaggio, mascherandosi dietro a una stucchevole battaglia per l’inclusione, altro non è che questo: “Sto bene, NONOSTANTE io sia grassa”, “Sono ironica, NONOSTANTE io sia grassa”, ecc. e “Non giudicatemi per questo!”.

Ed è più urticante della bigiotteria sulla mia epidermide.

Primo, perché sogno un mondo in cui il peso che dobbiamo avere nella società non sia dato dalla carne che abbiamo intorno allo scheletro e che, quindi, il “grasso” o il “magro” devono avere la stessa valenza di “rosso” o “bruno”, nel giudizio.

Secondo, perché in quella foto Vanessa non è grassa. È in carne, ma non è grassa.

Certo, è più in carne rispetto al modello di bellezza proprio della nostra epoca ma non è una testimonial che utilizzerei se volessi dare avvio a una guerra al bullismo: per quella foto, la Vanesia, si è data una bella ritoccata. È già dimagrita, rispetto al momento in cui veniva massacrata, e si è data una bella gonfiata in faccia.

Perciò “sprezzante del giudizio“ un bel par di balle.

Siamo ben ben lontani da ciò che vogliamo ottenere.

Siamo ben ben lontani dal non essere tacciati come ipocriti.

Facciamo le battaglie per le sinapsi, ché se pensi alla Montalcini non te lo ricordi nemmeno se sia smilza o curvy.

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