venerdì 31 gennaio 2014

La Felicità con il metodo Uh Signur.








: la felicità e l'infelicità presentano criteri di soggettività troppo ampi per poter essere enunciati.
C'è però una base oggettiva su cui si può lavorare.
Si parla di superficie, ovviamente.
Non voglio essere un minatore delle emozioni ma un maldestro neoarcheologo che incappa per caso in frammenti di scheletri emozionali.
Che poi a essere troppo profondi ci si caga addosso.
Ciò detto:
Dopo qualche mese di riflessioni e un consumo eccessivo di carboidrati, sono giunta a queste due conclusioni:

-L'infelice è colui che non ha quello che vuole e/o non vuole quello che ha.
-L'infelice è colui che non sa quello che vuole (ma si lamenta perché non ce l'ha) e/o non sa quello che ha.

1. Non avere ciò che si vuole.
Non si ha ciò che si vuole per un unico motivo: costa troppo.
Soldi, lacrime, impegno, poco importa: costa troppo, quindi, non si ha.

2. Non volere ciò che si ha.
Non si vuole ciò che si ha quando ne si è saturi. Per abitudine, noia, mal funzionamento, logorio, poco importa: ha stufato, quindi non si vuole. O non si vuole più.

3. Non sapere ciò che si vuole.
Non si sa ciò che si vuole quando è persistente la voglia di lamentarsi per qualcosa che non si ha e le opportunità sono troppe o troppo poche.

4. Non sapere ciò che si ha.
Non si sa ciò che si ha quando non si riconosce il potenziale di quello che si possiede o delle opportunità che vengono offerte.

Basta.
C'è chi ha fatto fuori foreste per trattare questo argomento.
Luminari, scienziati, sociologi, neomelodici.
Io, in quattro punti, ho liquidato il tema.
Il mio consiglio per passare da una condizione di infelicità a una di felicità è, come al solito, logico-linguistico ed è rinchiuso in quattro parole:

basta togliere il NON.

-L'individuo felice è colui che ha quello che vuole e/o vuole quello che ha.
-L'individuo felice è colui che sa quello che vuole e/o sa quello che ha (e ringrazia perché ce l'ha).

Il non giudicare banale questa conclusione è il primo passo verso le rose e verso i fiori.
Il giudicare questa conclusione banale, invece, è l'ultimo passo prima dei crisantemi.
Andate in pace.

P.S. Per ulteriori approfondimenti, costo € 45,00 l'ora. Ma mi piacciono molto i dolci, in alternativa.

1 commento: