venerdì 3 marzo 2017

La Celent(petardonell')ano dice che sei grassa. Ok, e allora?





: cavalcando l'onda degli argomenti che non tollerate (le famose intolleranze a comando, vedi volpe/uva), parliamo un attimo di questa "notizia" che mi sta intasando la home di Facebook: Alessandra Celentano, "insegnante" della "scuola" (al solo scriverlo sento uno strano formicolio al braccio sinistro) di Amici di Maria De Filippi, ha detto a una ballerina che è sovrappeso. O, meglio, ha detto a una ragazza che non merita di accedere al "serale" perché sovrappeso.
Tsunami mediatico contro la nipote del simpaticisssssimo (sarà ereditario!) molleggiato.
Ora, la Celentano è una cafonazza che avrebbe voluto essere étoile ma, non avendo i requisiti, al massimo è diventata un petardo cinese (che si infila in un pertugio che non scrivo, tanto siete svegli), e ora si sente legittimata ad andare a ricercare negli altri quella perfezione che non ha trovato in sé stessa (Giadona, la postina del cuore).
Se però tu, ragazzina, ti senti toccata dalle parole di una frustrata, il problema è il tuo.
Se tu non ti senti a tuo agio nel tuo corpo, il problema è il tuo.
E devi imparare a risolverlo al più presto.
Hai scelto tu di andare in un programma di merda ed essere una burattina animata da null'altro che dallo share.
La Celentano sono dieci anni che strazia chi ha la tua fisicità: se non hai ancora affrontato il problema, se non sei abbastanza forte da sopportare le sue "angherie", stai a casa. E non contribuire ad arricchire un sistema che odi.
Inoltre, quel "sovrappeso", viene detto in un contesto specifico: la danza. Classica, per quel che riguarda la Celentano. E nella danza classica, quel fisico non ha futuro. Ma non solo perché sovrappeso, per le linee non rispettate, per essere un tronco, ecc. La danza classica vuole armonia, un'armonia angelica.
La Celentano, ovviamente, ha il suo punto di vista, che non è necessariamente quello di tutti: se accedi al serale, fai bel passo avanti verso il diventare una ballerina "professionista". E con quella fisicità è dura.
È brutto, è cinico e non volete sentirlo, cari Hansel e Gretel, ma è così.
Ricordatevi, comunque, che stiamo parlando di Mediaset, una "televisione" che propone programmi che lucrano sulla tragedia (D'Urso, ecc) e sui drammi personali, programmi che possono divertire per l'alto contenuto di trash, ma che ti ammazzano l'intelletto se sei un minimo fragile.
Non si può scegliere liberamente di entrare in un sistema e poi piangere perché quel sistema è "cattivo".
Onde evitare di offendere qualcuno, scrivo due esempi che riguardano me:
Quando ero piccola io ho fatto danza classica perché ero (e sono ancora) gobba e si era convinti che avrebbe potuto essermi utile per la schiena.
Un giorno venne a scuola tal Ciro, étoile del teatro di StoGranCazzo.
Mi guardò e mi fece un culo a capanna perché non avevo i piedi in un certo modo, ero troppo lunga e, soprattutto, perché non stavo alle regole (mi ero fatta lo chignon alla cazzo): schifato, mi disse "Non hai né i piedi, né la disciplina per la danza classica!".
Oh, davvero, Ciruzzo?
Aspetta che mi vado a disperare in un angolo e mi inginocchio (con le mie ginocchia sporgenti, terribili!) sui ceci perché hai ferito il mio cuore.
Avevo sei anni e avevo messo le parole di Ciro nel capiente magazzino del cazzomene.
Avevo sei anni e sapevo che chi ti critica così duramente per il tuo aspetto fisico non merita che le sue parole abbiano quel peso che tu non hai.
Ma, forse, è stato facile accettare quel giudizio perché a me della danza classica non è mai fregato granché: una noia mortale, le mie compagne erano simpatiche quanto il sale sulla carne viva e non mi ricordavo mai gli esercizi.
Passiamo quindi a un altro esempio, che riguarda una danza che mi sta davvero a cuore, che occupa una grande parte del mio tempo: balli caraibici + Kizomba.
Avete presente me?
Avete presente le sudamericane e le angolane?
Ecco.
Per questi balli ci vorrebbe una fisicità che io non ho: primo fra tutti i requisiti, il culo sporgente, uno di quei bei culi grandi che si muovono senza che tu debba fare il minimo sforzo.
Ecco, io non ce l'ho. E non ce l'avrò mai, perché Dio ha deciso che io dovessi assomigliare più a un filo d'erba che a Beyoncé.
Pazienza, raga. Io ballo lo stesso, faccio le gare lo stesso, pur sapendo che sarebbe stato molto meglio non avere così tante ossa e la gobba.
Perché puoi imparare tutta la tecnica che vuoi ma, se la natura ha posto quei limiti, sono cazzi amari.
Pazienza però e, soprattutto, cazzomene.
La verità fa male solo se non sei pronto ad accettarla. È una banale verità, che sarà mai?
Io sono a mio agio con le mie ossa, le amo, e amo il fatto di essere uno scheletro ballerino.
Non sarò mai ferita da chi mi fa notare che sono senza culo: è vero.
Sono consapevole e felicemente consapevole di avere un piccolo culo.
Il punto è: ok, e allora?
Ti dicono che sei sovrappeso. Ok, e allora?
La chiave di tutto, del successo, della consapevolezza, del superare gli ostacoli è: ok, e allora?
Non puoi impedire che la gente ti insulti, ma puoi fare qualcosa su ciò che quegli insulti provocano in te.
Cioè il nulla.
Non hai tette. Ok, e allora?
Non hai forme. Ok, e allora?
Hai le orecchie a sventola. Ok, e allora?
Hai il naso lungo e storto. Ok, e allora?
Hai le ginocchia e i gomiti sporgenti. Ok, e allora?
A me piace tutto quello che ho, ok, e allora?

OK, cazzo, e allora?
Insegniamo questo alle ragazzine, così magari la smettono di andare a frignare in tivù e iniziano a sfoggiare il sovrappeso delle loro palle quadrate.

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