venerdì 9 marzo 2018

Reddito di demenza all’8 marzo






: comunque ieri, tra un “La donna va rispettata tutto l’anno” e l’altro, in un gruppo alessandrino succedeva questo:
viene pubblicato un articolo con il titolo -Per la festa della donna nuovi “stalli rosa” ad Alessandria-.
Titolo imbarazzante e acchiappa-vusualizzazioni, ok.
Ma un ragazzo (un ragazzo, eh, non un vecchietto giustificato dalla demenza senile) ha davvero pensato che i nuovi parcheggi fossero un regalo per la festa della donna, per TUTTE le donne.
Cioè non hai mai visto delle strisce rosa? Non sei mai andato in un centro commerciale? 
In effetti, può essere.
Può essere che tu viva su un eremo e ti faccia consegnare la spesa dalle aquile, lontano da questo mondo e le sue frivole strisce colorate.
Può proprio essere, guarda. Non è ciò che si evince dal tuo profilo, ma può essere.
Anche se fosse, però, anche se tu non fossi a conoscenza di questa splendida iniziativa civile, come cazzo ti viene in mente, in un periodo come questo, caldissimo in materia di discriminazioni, che basti avere una vagina per aver diritto a un parcheggio?
Tipo “Eccovi dei posti solo per voi, piccole incapaci amanti del rosa!”.
O che, addirittura, possa essere un regalo per un giorno di festa?
Ma come potrebbe mai essere?
E poi, aprilo l’articolo prima di commentare.
Aprilo, benedetto ragazzo.
Perché nell’articolo si capisce come i nuovi parcheggi siano per le donne gravide o con bimbi piccoli in auto, cazzo.
Te l’hanno proprio spiegato, apposta per gli aquilotti come te!, come se non fosse una cosa abbastanza ovvia.
Per questo si scrivono gli articoli online: per dare lavoro a tutti ma proprio tutti tutti tutti (tranne a Giada, perché Giada non se lo merita!) e per fare visualizzazioni, certo, ma anche per essere letti.
Perciò leggi prima di commentare, no?
Prima di fare una battuta divertentissima che espliciti la tua non senile demenza, leggi.
Però poi l’hai ammesso: “Ho parlato senza aver letto!”.
Quindi, bravo ragazzo. Sempliciotto ma bravo. Bravo e sincero.
Magari la prossima volta leggerai prima di commentare.
O magari no.
Però questa ammissione, per la mia proverbiale disillusione nei confronti dell’umanità, vale molto.

Sempre ieri, invece, sono andata a fare degli esami del sangue specifici e ho notato come, nei posti riservati alle donne in gravidanza, fossero sedute ben 9 persone. Di queste 9 (nove!), solo 2 (anche se ho seri dubbi su una), almeno nel momento storico in cui viviamo dove maschi e anziane non possono procreare, avevano il permesso di sedersi lì.
Non c’erano posti riservati ai disabili semplicemente perché, immagino eh!, abbiano corsie preferenziali da altre parti (anche se, nel dubbio, io, capo del mondo eticamente impeccabile, ne avrei messi lo stesso!). Ma, comunque, quello era il posto riservato alle donne in gravidanza. Punto.
Il punto, infatti, è che dovresti sentirti fuori posto in posto non tuo.
Senza altre giustificazioni legate al tuo “io”, senza altri “Eh, io non sono incinta ma ho comunque male da qualche parte!”. Non c’entra un cazzo: tu avrai altre agevolazioni ma lì, in quel luogo e in quel momento, non ci potevi stare. Fine.
Se non capiamo questo, dove cazzo vogliamo andare?
Al Caf a richiedere il reddito di demenza, forse.

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