venerdì 10 agosto 2018

Sull’aborto decisamente non democratica






: in che senso “vita”?
Perché è “vita”?
Cos’è la “vita”?
Quando è “vita”?
Quando inizia la “vita”?
Quando finisce la “vita”?

Avete mai riflettuto profondamente su queste domande?
Avete mai “incontrato” qualcuno che ha provato seriamente a rispondere a queste domande?
Avete mai fatto lo sforzo di pensarci senza mettere in mezzo entità superiori di cui non sapete un cazzo se non che, quando le avete “avvicinate”, i vostri parenti vi hanno fatto dei regali?
Avete mai avuto l’emicrania per cercare di capire cosa si intenda “per”?
Se avete risposto “no”, un “no” sincero a tutto questo, se per voi la “vita” è solo quella alta o bassa dei jeans, su una questione così grande come quella dell’aborto, dovete tacere.
Non dovete nemmeno azzardarvi a commentare una scelta così bestiale come quella dell’Argentina con un “evvai!”.
È stato un piccolo passo per un paese, un grande, enorme, passo indietro per l’umanità, l’etica, la civiltà.
Stiamo tornando indietro, visibilmente, sulle grandi questioni affrontate dai grandi pensatori.
È una tragedia.
E si deve tacere, imbecilli, non commentare.

E la vita alta sta meglio a chi ha i fianchi segnati, a chi ha (in gergo tecnico) un fisico a “clessidra”.
Le altre possono scegliere altri modelli o fottersene dei rigidi dettami della cazzo di moda.
Quelle che esultano perché l’Argentina ha bloccato la legge sull’aborto, invece, devono impiccarsi.
Scherzo, eh.
Possono vivere anche loro: che ne so, io, della loro vita?
Che ne so, io, della vita?




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