sabato 11 gennaio 2020

Scontri dell’Alessandria-Centro








: e, proprio quando mi ero ormai rassegnata, proprio quando l’unica forma di ribellione rimasta sembrava essere mettersi uno smalto di un colore diverso sull’anulare, ecco che arriva lui, il soverchiatore, il sovversivo, l’indomito rivoluzionario, il terrore dell’Alessandria-Centro.
Colui che, ingovernabile, si oppone alle futili regole di buon vicinato.
Colui che, sprezzante, lascia il segno delle sue ronde notturne.
Colui che, signori, e permettetemi di vacillare dall’emozione, fa cagare il suo cane sul marciapiede senza pulire.
L’antieroe che tutti i romanzieri vorrebbero.
L’inconfessabile desiderio di ogni donzella.
Ma il nostro indomabile uomo non spezza solo i cuori.
Distrugge anche i cartelli che gli veingono dedicati.
Certo, perché, per ogni riottoso ribelle, c’è sempre chi tenta di contrastarlo.
L’eroe morale, il perseverante paladino del quieto vivere.
Il cocciuto condomino che, ogni giorno, appone un tanto supplicante quanto perentorio (ma anche poco avvezzo a sintassi e semantica) cartello. Un monito ora accomodante, ora spazientito. Sempre diverso.
Cartello che il nostro antieroe, con il fare beffardo che lo caratterizza, rimuove senza il minimo scrupolo.
Lo rimuove e, a spregio, fa esattamente ciò che gli viene ordinato di non fare: in tarda serata, toglie il biglietto e fa cagare il suo cane esattamente nel posto in cui era apposto il biglietto.
Il giorno dopo la storia si ripete.
Una storia di attesa, romanticismo, costanza.
E io non so a chi votarmi: per affinità sarei del ribelle, per formazione dell’eroe morale.
Ho l’anima in tumulto.


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