venerdì 29 maggio 2020

Mi chiamo Alice...






: oggi, come esperienza extraterrena, vi consiglio di leggere i commenti al post di Gardaland in cui se ne comunica la riapertura.
Arrivo da una maratona di Resident Evil e, davvero, io non vedo la differenza tra queste mamme-bomber e gli zombie.
Hanno la loro stessa minima capacità inferenziale e me le immagino camminare lente ma inesorabili, ripetendo un ossessivo e biascicato “I bbbambineeee, i bbbambineeee...”.
E non è bellissimo da dire, eh, me ne rendo conto.
Perché non vedere la differenza tra un essere umano e un essere con sembianze umane ma non umano (perché privato della peculiarità umana) equivale a dire che per me quell’essere umano, beh, non è poi così umano.
Sì, sto dicendo che, per me, le mamme bomber non sono umane perché prive di sufficiente intelligenza/coscienza.
Il che non è bellissimo ma, tant’è, è così.
Anzi, potrei spingermi oltre e dire che le mamme bomber sono, per l’essere umano, il vero virus letale.
Perché dovrebbero avere il sacro e delicato compito di perpetrare la specie umana (umana-umana) mentre sono così, preoccupantemente ottuse a livello zombie.
Sto dicendo che uno zombie non potrebbe crescere un bambino?
No, sto solo dicendo che non potrebbe crescere un bambino con accettabili facoltà cognitive. 
N.B.: accettabili facoltà cognitive.
Perché per sopravvivere semplicemente, beh, un bambino allevato dagli zombie potrebbe sopravvivere (se non se lo pappano).
Come sono sopravvissuti i bambini abbandonati nella giungla.
Ma possiamo considerare accettabili le loro facoltà cognitive? 
Raga, ripeto con una mano sul cuore e l’altra sul cranio, le loro facoltà cognitive sono accettabili?
Per me no.
Proprio per un cazzo, direi.
Poi è ovvio che questi bambini possano essere recuperati. Ma con estrema fatica. E dolore. E frustrazione.
Che potremmo risparmiare loro facendo attenzione a non perderli sistematicamente nella giungla.
O buttandoli fra gli zombie.
O permettendo alle mamme bomber di allevarli.

Scherzo, eh.
Questo sarebbe un progetto di eugenetica.
Che non funziona, lo sappiamo bene: primo perché è sbagliato da molti punti di vista, soprattutto da quello etico, secondo perché dal letame possono nascere i fiori: non vale il “Se mamma bomber allora figlio scemo”.
Quindi la smetto subito con questo delirio di onnipotenza intellettiva e cesso all’istante di desiderare la sterilità per gli umani non umani.
Cesso di farlo pubblicamente, almeno.
Perché nel mio cuore, in questo piccolo e stanco cuore!, la so solo io la fine che farei fare ai loro ovuli. Pochè, me li farei.

(A tutto questo possono sorgere spontaneamente -come erbacce infestanti - tre grossolane obiezioni: una che inizia con “Ah, ma quindi stai dicendo che...”, l’altra che potrebbe muovermi solo una mamma-bomber, l’altra che potrebbe muovermi solo un cattolico-bomber. Occhio, ché mi faccio pochè pure voi.)



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