venerdì 15 gennaio 2016

Vietato camminare sui muri

: una volta, in un'aula di non so quale edificio, ho trovato un cartello con scritto:
"Vietato camminare sui muri".
Se hai una predisposizione per la masturbazione mentale (quella vera, eh, non quella da "Cioè, ti gggiuro, il mio problema è che pénzo troppo"!), questo cartello ti dà la possibilità di passare dieci minuti di folle allegria e dieci minuti di tenera razionalità.
Innanzitutto, ti permette di sviluppare tutta una serie di nobili riflessioni, tra cui:
1) il divieto ha un'estensione ridicolmente ridotta, perché dubito possa essere indirizzato a molte altre persone oltre a Spiderman e la bimba dell'Esorcista.
2) ha senso mettere un cartello per così poche persone? (È come fare una nota alla classe intera quando a disturbare sono solo due alunni)
3) effettivamente, sono così sicura che solo quei due possano camminare sui muri?
4) le capre tibetane potrebbero camminare sui muri, o hanno comunque bisogno di un altro punto di appoggio che non sia la superficie troppo liscia della parete?
5) i gatti? I gatti sanno fare tutto.
6) in ogni caso, gatti e capre tibetane non potrebbero, comunque, leggere il cartello.
7) quindi, per chi può essere quel divieto? Chi può camminare sui muri? Camminare, non strisciare. Il cartello sta pericolosamente scivolando nel buco nero del non-senso.
8) provo a camminare sul muro.
9) ho fallito.
Poi, essendo tu persona razionale oltre ogni misura, affronti seriamente l'affair "Vietato camminare sui muri".
Ok, avrebbero dovuto formularlo meglio, siamo d'accordo. E come divieto fa proprio cagare.
Però, secondo il "principio di carità", noi siamo tenuti ad interpretare l'altro partendo dal presupposto che sia razionale, non con il cervello completamente a puttane.
È ovvio, infatti, che il povero analfabeta non volesse intendere "camminare sui muri", ma volesse intimarci di non sporcare i muri con le scarpe, o qualcosa del genere.
Solo che, bella stella, essendo affetto da analfabetismo funzionale, non è riuscito a spiegarsi. Può essere colpa sua, come no. Bisogna (talvolta) cercare di capire: non siamo tutti studiati, caspita.
Evidentemente, se ha scritto così, è perché esiste un numero sufficiente alto di persone che trova divertente sporcare i muri. Tirando calci, o pestandoli per sbaglio. E lui, bel cuore, si è rotto i coglioni.
La morale di questa parabola è: quando leggiamo o ascoltiamo qualcosa che ci sembra folle, può essere che: o non abbiamo capito noi, o l'altra persona ha buone ragioni ma non gli strumenti per farsi capire. Possiamo ridere (o innervosirci) in un primo momento, ma poi siamo tenuti a "uscire l'intelligenza".
Insomma: chi è bravo, bravisca!

P.S.: la maggior parte delle volte, però, non è che io non abbia capito o che tu non abbia gli strumenti per farti capire, è che sei semplicemente idiota.

Nessun commento:

Posta un commento