domenica 12 novembre 2017

Agli "amici".







: ogni tanto, in questo gabbiano con le piume inzaccherate di catrame che chiamiamo "esistenza", mi vengono in mente dei pensieri che facevo da piccola e che mi tornano ciclicamente utili.

Alle medie c'era questo ragazzetto molto simpatico e pittoresco che, credo nel doposcuola o qualcosa del genere, veniva appioppato a turno a qualcuno di più studioso di lui.
Quando veniva appioppato a me notavo sempre che, ogni volta che passava più di mezzora con una bambina, lui se ne innamorava e iniziava a scriverle "ti amo" in tutti i colori del mondo (ai miei tempi si mandavano i bigliettini, sì).
Così, quando me lo ritrovavo vicino di banco, sapevo già che, da lì a mezzora, avrei avuto anch'io il mio bel "ti amo" da quell'incostante spasimante.
E mi faceva molta tenerezza, quel ragazzetto.
Perché, naturalmente, non è che volesse dire proprio "ti amo", voleva semplicemente dire che si stava trovando bene in quel poco tempo passato con me.
E, a turno, con tutte le altre bambine.
Credo lo facesse anche coi maschi, ma immagino che sostituisse il "ti amo" con qualche pugno, come erano soliti fare tra di loro i portatori di pene acerbo per dimostrarsi affetto.
Mi faceva molta tenerezza, quel ragazzetto.
Perché era chiaro che fosse tanto solo  mentre io ero arrivata dalle elementari con la mia corazzata, con gli amici che sono ancora amici adesso, con le mie uniche gioie di quel periodo (e di tutti i miei periodi).
Mi facevano molta tenerezza quelli che non avevano nessuna amicizia, nemmeno una, coltivata dalla tenera età.
E ce n'erano molti, come quel ragazzetto.
Così pieni di affetto, così dispensatori di affetto, così desiderosi di affetto, da essere anaffettivi.
E ce ne sono ancora molti, come quel ragazzetto.
Solo che io, adesso, li schifo.
Nessuna tenerezza per loro.
Nessuna tenerezza per voi.
Perché se in trenta, quaranta, ecc, anni, non siete stati in grado di coltivarvi delle amicizie sincere, profonde, senza soffocarle con il vostro finto affetto, la colpa sarà sì dell'universo ostile, ma soprattutto è vostra.
Se, nell'età adulta, considerate "amico" solo chi passa più tempo con voi, se valutate solo la quantità, se badate solo alla vicinanza fisica, materiale, io vi schifo.
Se saltate ancora di fiore in fiore, dando affetto a tutti senza darlo realmente a nessuno, io vi schifo.
Quel ragazzetto aveva già vissuto, in quella decina di anni di vita, tutte le difficoltà che voi, nella vostra, per vostra fortuna immeritata, non vivrete mai.
Voi siete senza scusanti.
Voi siete il peggio.
E io, giusto per sottolinearlo ancora, e ancora, e ancora, vi schifo.

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