lunedì 6 aprile 2020

Qui una volta era tutta campagna






: “La natura si sta riappropriando di ciò che aveva perso.”
Compito da quarantena: riflettere su che cosa intendiamo per “natura”, per “riappropriare” e per “perdere”.
Poi, forse, ci si può lasciare andare a esternazioni drammatiche senza accrescere il mio livello già alto di orticaria.
Io, personalmente, forse nichilisticamente, credo che i caprioli stessi non siano troppo contenti di correre sull’asfalto inseguiti da intrepidi reporter in auto. Credo che ne siano, anzi, molto storditi.
Infatti, poi, finiscono nel fiume e devono essere salvati. Da chi? Da quel mostro dell’essere umano.
Perché? Perché è ormai questa la natura. Noi ci siamo nella natura e con noi le cose di cui abbiamo convenuto aver bisogno.
Che fosse necessario un ridimensionamento è sacrosanto.
Auspicare un ritorno al “qui una volta era tutta campagna”, invece, mi pare davvero, davvero, urticante.
Oppure, vogliamo tornare proprio indietro di migliaia di anni?
Ci sto.
Però poi vi voglio proprio vedere nelle vesti di cacciatori/raccoglitori.
Perché, raga, senza il progresso, intellettuale e tecnologico, col cazzo che sapreste come sopravvivere senza mangiarvelo, il capriolo.
Col cazzo che sareste sopravvissuti in generale, a vedere come ragionate.
Ringraziatela ‘st’evoluzione, vah, che se fosse per la selezione naturale, sarebbero alcuni di voi a correre storditi prima di essere sbranati.

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