venerdì 27 luglio 2018

Ma dove cazzo attraversi, DEFICIENTE?






: sto camminando in una torrida pausa pranzo.
Posso vedere le balle di fieno che rotolano e sentire i bisbigli delle formiche.
Sono sola, a eccezione di una macchina ad almeno cento metri da me, che sta per svoltare nella via dove sono io.
Io attraverso anche se non sono sulle strisce perché, davvero, farei in tempo a cantare “Alla fiera dell’est” al contrario strisciando sui gomiti, prima di essere schiacciata da quella macchina.
Evidentemente la guidatrice non è d’accordo con me perché, quando io sono ormai dall’altra parte della strada da un minuto buono, mi urla: “Ma dove cazzo attraversi, DEFICIENTE?”, probabilmente spaventata dal mio attraversamento spericolatissimo.
Io, sul momento, penso che sia qualcuna che conosco che voglia fare la simpa.
Invece no.
Invece è solo una pazza isterica che guida con il terrore (una di quelle che causano il 99% degli incidenti).
Siccome, sul serio, va come un bradipo strafatto di crack, le vado vicino e le chiedo: “Non ho capito, cosa mi hai detto e, soprattutto, perché?”.
E lei fa per fuggire, pigiando di punta sull’acceleratore, con la dimestichezza di chi prende la macchina solo per andare a fare la spesa una volta alla settimana, violentando la frizione e strattonando quella povera vettura.
Potrei rincorrerla e farle sbattere ripetutamente quella sua fastidiosa testa di cazzo sul cruscotto ma, insomma, c’ho un’età.
Però, mi chiedo: è troppo pretendere l’estinzione delle frustrate che frustrano il mondo?
È troppo avere il desiderio di frustare le frustrate che frustrano il mondo?

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