sabato 8 dicembre 2018

Ho spazio per un’indignazione alla volta







: c’è da indignarsi per mille motivi.
Per gli schiaffi mancati a uno che decide di seminare il panico con uno spray.
Per i locali di merda.
Per l’esistenza di una nuova figura, il trapper dall’osceno soprannome.
Però non c’è molto da dire: questo è il mondo. Un mondo che contribuiamo a far girare ogni giorno.
Con le varie pedagogie lassiste, con i vari escamotage alla sicurezza, ecc.
Questo è ciò che alimentiamo. E questo è ciò che ci teniamo: una serie di morti evitabili.
È una roulette russa, ormai.
Esci di casa e non sai se ci tornerai.
MA, io non ho spazio per altra indignazione se non quella che si sta consumando nella mia città.
Ho pochi neuroni, non posso permettermi di distribuirli.
Domani, ed è ciò a cui mi riferivo ieri, si terrà un incontro inquietante.
Perché, ufficialmente, è un’occasione per riflettere sul senso della vita.
Ufficiosamente, è un tentativo di far cambiare idea sull’aborto.
Infatti si svolgerà in una parrocchia.
La riflessione, quella profonda, è scevra di sacralità.
Senza voler cogliere il retrogusto truffaldino della faccenda, ché poi mi si dice che sono maliziosa.
Io non potrò essere presente.
Mi auguro che ci sia qualche pseudo-filosofo a fare le mie veci.
Perché, lo ripeterò finché il mio encefalogramma sarà piatto, se non hai mai letto i grandi pensatori, non solo quelli investiti di benefici ecclesiastici tu, sull’aborto, taci.
E qui mi fermo.
Mi auguro, però e ancora, che i canali di informazione che si sono premurati di sponsorizzare questo smacco alla razionalità, si interessino di organizzare anche un incontro con le testimonianze dei bambini nati senza essere voluti.
Voglio che raccontino di come siano cresciuti, con la consapevolezza di essere di troppo, senza soldi, né affetti.
Meglio che mi fermi davvero.

P.S. Per chi volesse portare l’Uh Signur pensiero: diciamo alla signora che è abbastanza facile fare dei sentimentalismi con l’”Ah, se mia madre avesse abortito non sarei qui!”. È ovvio che la domanda non sia “Avresti voluto morire?”, anzi, il problema è proprio quello: non nascere non equivale a morire. Ma cazzo parlo a fare, dovrei tirare in ballo Epicuro e ciao, se non ci vediamo più auguri.

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