mercoledì 2 ottobre 2019

Che fortuna, sorella!






: sono nella sala d’aspetto di un poliambulatorio, in attesa di sapere di quale morte il mio corpo non morirà (per ora) ma sarà la mia anima a farlo.
Sono già scalpitante: sono seduta a fissare il vuoto da tre quarti d’ora, lasciata in balìa di me stessa, la peggiore delle balie.
Nessuno da osservare, nessuno su cui rimuginare, nessuno su cui inventare storie improbabili.
Balle di fieno che rotolano, prive di bellezza, prive di vita.
All’improvviso, come quando nei western un gringo spezza la quiete irrompendo nel saloon, tre suore.
Tre suore, suorine. Minute, occhialute, con le ortopediche ai piedi e le calze contenitive.
Che cosa terribile deve essere, per le suore, andare all’ospedale.
Concettualmente, dico.
Ma anche, che cazzo, materialmente, pragmaticamente.
Che merdata deve essere affidare la tua vita a qualcuno, sposarlo, sposare anche i sacrifici a cui ti obbliga, divulgarne il verbo, credere a una marea di fantasiose stronzate, crederci col cuore, con tutto il cuore, e sapere che, quando proprio quel cuore inizierà a funzionare male, il tuo oggetto d’amore non potrà farci niente?
Una bella, voluminosa, merdata.
Perché tu, suorina, nonostante le levatacce alle cinque per pregare, nonostante le comunioni, le penitenze e i peccati mancati... sei diventata cardiopatica.
Cardiopatica, cazzo.
Quanto può essere terribile sbattere la faccia contro il fatto che Dio possa fare grandi cose, come creare le montagne, i mari, noi, e sticazzi in sei giorni, ma non abbia uno schifo di laurea in medicina?
Quanto può essere terribile rendersi conto, nonostante il fascino del paradiso, nonostante la consolazione di ricongiungersi con l’Altissimo Amante, di voler posticipare quell’incontro ancora un po’? Di volere affidarsi a un altro essere umano, deficitario in sacramenti ma forte in biologia, per continuare a vivere?
Davvero terribile, io credo.
Credo che ti faccia sentire di aver fallito, un po’. Di aver sprecato, un po’.
O forse no.
Forse, se una ha scelto di farsi suora, forse, potrebbe non aver capito semplicemente un cazzo. Potrebbe non capire semplicemente un cazzo.
Potrebbe non avere quella finezza di intelletto per struggersi l’anima.
Che fortuna, sorella!


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