giovedì 17 ottobre 2019

Fammi passare!







: avendo appena scoperto di non poter mangiare le ultime due cose rimaste senza nichel, anche se non in via definitiva, ho l’umore un po’ sotto i piedi.
Perciò vado all’Esselunga a cercare qualcosa di dolce per stasera.
Qualcosa di dolce che io possa mangiare.
Non lo trovo.
Vado alla cassa con una magra consolazione: un cartone di latte di riso.
Non è proprio un dolce, non si mastica, ma spero che riesca comunque a ingannare le mie scaltre papille.
Però, rimango abbacchiata. Non triste, non incazzata, abbacchiata: toglimi il cioccolato, toglimi la pasta, toglimi il latte, e il mio umore ne risente.
Per ora, almeno, che il mio fisico non si è ancora abituato.
Sono lì in coda, con in mano il mio cartone di latte di riso.
Davanti a me una donna.
Mi guarda, guarda l’unico oggetto che ho in mano, e si gira dall’altra parte.
Inizia a mettere le sue cose sul rullo.
Cioè, sul serio non mi fai passare?
Sul serio non mi fa passare.
Ok, simpatica.
La cassiera finisce con quello davanti a lei.
Se volesse farmi passare, quello sarebbe il momento.
Infatti mi guarda e io riesco a leggere nella sua mente un impeto morale, un “Forse dovrei...” nel fondo della sua coscienza: è un essere semplice, trasparente, dallo sguardo facilmente decifrabile.
Invece, fugge quel pensiero, scrolla le spalle e la cassiera fa passare la sua roba.
Mi ri-lancia una rapida occhiata e io scoppio a ridere.
Lei mi guarda come per dire “Che cazzo ridi?”.
Niente.
È che sei proprio stronza.
Ma non in quel senso che attrae un po’ tutti.
“Stronza” come il “Cielodicoallamaestra”, il “Gnegnegne”, il “Pappappero”.
Stronza da frustate sulle mucose, insomma.

P.S. Non era tenuta a farmi passare, ok.
Non siamo tenuti a compiere atti di gentilezza.
Ma se pensiamo che “forse dovremmo...”, beh forse dovremmo.
Se abbiamo un carrello pieno di roba e quello dietro di noi ha solo un misero cartone di latte di riso e ha già i soldi in mano, che cazzo!, facciamolo passare.
È la base, no?

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