martedì 22 ottobre 2019

Dalla stalla allo stallo







: guardatevi intorno, vedete dell’umanità?
Lasciate perdere questi giorni di disastro, guardate alla quotidianità: voi vedete dell’umanità?
Perché io ho smesso di vederla da un po’.
Non c’è niente di tipicamente umano, intorno a me.
C’è molto di tipicamente prima idiota, poi cattivo. Quel “cattivo” di cui parlo sempre, banalotto, non perfido, non malvagio, non fascinosamente sadico.
Quel “cattivo” che non è cattiveria pura, ma è cattiveria raffazzonata, caotica, mista.
Quel “cattivo” a me non indigna più, non tanto da farmi schizzare i neuroni, non mi stimola più.
Dovrei indignarmi per la non-umanità dell’Outlet o di Autostrade?
Quelle sono cose, raga.
Come potrei aspettarmi dell’umanità da cose non umane, che hanno sempre, sempre davvero, dimostrato di essere non cose formate da persone ma cose formate da altre cose?
Lo sono, indignata, naturalmente, profondamente indignata, ma è un’indignazione così radicata, cronica, stagnante, che non mi fa più ribollire il sangue. Non così tanto da immolarmi virtualmente per la denuncia, non in questo momento, almeno, in cui porto lo strascico di uno shock anafilattico.
Mi sono rassegnata alla non-umanità, alla ripugnanza, delle persone.
Come potrei, ripeto, aspettarmi dell’umanità dalle cose?
Sono qui, in stallo.
E la mia mente torna a al fango, all’odore di nafta, alla paura di morire, che tanto hanno temprato e traumatizzato il mio spirito.

Nessun commento:

Posta un commento