sabato 21 marzo 2020

Tiè




: io sono una cagacazzo.
Ci nasco proprio, cagacazzo, e, non contenta, ho scelto una formazione che mi ha fatto digievolvere nella più potente e più rara dei cagacazzo.
Ma ne sono consapevole e, per questo, ho cercato negli anni di sedare questa mia fastidiosa tendenza (unitamente a quella totalitarista) imponendomi di scegliere massimo due* motivi al giorno per cui spappolare le palle.
Oggi ho scelto il vescicante “pensiero positivo”.
Perché lui spappola le palle a me e io spappolo le palle a mia volta.
Ieri sera ho girato su Amici e c’era un ragazzo che ballava su “Penso Positivo” di Jovanotti.
Alla fine della coreografia si è aperto la camicia e sotto aveva una maglietta con scritto “Positivo”.
Ora, io amo il black humor. Mi ha aiutato tanto.
Ma deve essere dichiarato e non accidentale.
Lì l’intenzione, bel lontana dall’essere squisitamente trash, era proprio quella di dare un messaggio “positivo”.
Raga, seri?
Cioè, seri?
Certo, non possiamo farci carico delle omonimie che creano tetri doppi sensi, però, dai, un minimo. Un minimo di accortezza.
Davvero, “Io penso positivo perché son vivo perché son vivo”?
Davvero il messaggio, da un mese a questa parte, è “Cerchiamo di essere positivi”?
Ma per forza poi la gente o si tocca le balle o vi dà retta e organizza rave mascherati da corsette.
Ma per forza.
E poi, anche volendo tralasciare il doppio senso in sé, bisogna proprio essere... sprovveduti per aver voglia di tutta ‘sta positività forzata, per aver voglia di disegnare tutti ‘sti arcobaleni con una media di cinquecento morti al giorno.
Ma tanto erano vecchi, no?
Ma tanto andrà tutto bene, no?
Non so.
Io continuo a pensare, come sempre, negativo.
Cerchiamo di essere negativi, raga.
Ché a qualcosa, magari, serve.
Fosse anche solo a evitare figuremmerda.

*due. Ahahahahahah.

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