domenica 8 marzo 2020

Una storia pazzesca da raccontare






: quando, nel ‘94, ero su un terrazzo agli Orti e avevo davanti agli occhi una distesa d’acqua fetida e melmosa, in bilico tra la vita e la morte, mi ricordo perfettamente che mi dissi: “Se sopravvivi, ti rendi conto di che storia pazzesca potrai raccontare?”
Certo, in quel momento avevo dei forti dubbi circa la mia sopravvivenza, ma ero abbastanza convinta di essere troppo speciale per morire banalmente durante un’alluvione.
Avevo otto anni ma ero già una boriosa (e filosoficamente laboriosa) testa di cazzo.
Che però, almeno in quel preciso contesto, aveva ragione.
E che mi ha regalato un approccio alla tragedia che utilizzo da allora e che mi sento di regalare anche a voi:
raga, se sopravviviamo, ci rendiamo conto di che storia pazzesca potremo raccontare?
Potremo raccontare di aver toccato con mano qualcosa di cui, prima di adesso, avevamo solo letto o sentito parlare: un’epidemia, un’atmosfera da apocalisse zombie.
Potremo raccontare di essere stati il terzo paese con il più alto numero di contagiati: fantastico, la Cina non era mai stata così vicina.
Potremo raccontare di essere quella nazione che, coerentemente con la sua storia, non rispetta le più basilari norme igieniche e comportamentali.
Potremo raccontare di essere quello Stato in cui chi fa politica sbeffeggia gli scienziati allarmisti riprendendosi mentre va a fare, sprezzante, un aperitivo, e si becca il virus.
Potremo raccontare di quelli che leggono e non capiscono un cazzo. Perché proprio non lo so dove ci fosse scritto di fare scorte alimentari per un mese.
Potremo raccontare di tutti quelli che, volendo stare vicino ai loro parenti, scappano dalle zone rosse per tornare a casa e rischiare così di ammazzare il nonnino anziano portandogli il virus.
Potremo raccontare di chi non ha idea del significato di “portatore sano”, “asintomatico”, “precauzione”, “state in casa”.
Potremo raccontare della totale mancanza di buonsenso.
Potremo raccontare della totale presenza di menefreghismo.
Potremo raccontare di essere quel posto meraviglioso in cui non si è in grado di adottare un giusto mezzo tra “allarmismo” e “strafottenza”.
Raga, se sopravviviamo, ci rendiamo conto di che storia pazzesca potremo raccontare?

Se sopravviviamo alla figuremmerda, si intende, non certo al virus.

Nessun commento:

Posta un commento