martedì 6 giugno 2017

Esempi pratici di argomentazione











: mi rendo conto ora di non aver aggiornato il mio sgangherato blog su quanto accadutomi ormai circa tre settimane fa.
È martedì e io decido di andare a passeggiare agli argini (chi è alessandrino sa).
Parcheggio davanti al cimitero e, come di consueto, metto la borsa nel bagagliaio della mia macchina.
Chiudo e, sempre come di consueto, mi assicuro che la macchina sia effettivamente chiusa.
Vado a passeggiare per tre quarti d'ora.
Torno alla macchina, apro il bagagliaio e la mia borsa non c'è più.
Panico.
Panico, perché dentro la borsa c'era una scatoletta di legno contenente le ceneri del mio cane.
Seguono denuncia ai carabinieri, ricerche sfrenate nei cassonetti, telefonate ricevute dai giornali, ricerche, pianti, pianti, ricerche e ricerche.
Questo è ciò che è successo e questo è ciò che alle persone che mi conoscono sarebbe dovuto bastare per aiutarmi a ritrovare ciò che mi hanno rubato.
Non è bastato.
E non è bastato nemmeno alle persone che non mi conoscono ma questo era squisitamente prevedibile (senza contare che se mi interessasse anche lontanamente quello che pensa chi non ha a che fare con me non mi sarei tatuata quello che mi sono tatuata in tenera età).
Non è bastato il dato di fatto (mi hanno rubato la borsa), volevano sapere PERCHÉ le ceneri del mio cane fossero lì.
Come se sapere il motivo fosse indispensabile per aiutarmi.
Come se per aiutarmi fosse indispensabile accertarsi della mia non pazzia.
Ti aiuto, ma solo se hai un buon motivo, un motivo ben confezionato.
Ti aiuto, ma solo se mi dimostri che non sei folle.
Ti aiuto, ma solo se quello che mi chiedi ha un senso per me.
Beh, non aiutarmi allora. Anzi, ti prego di non aiutarmi.
Perché dovresti volermi aiutare per il senso che questa cosa ha per me, non per te.
Io so perché le ceneri del mio cane erano nel bagagliaio della mia macchina.
E avrei potuto spiegarlo, se solo mi fosse stato chiesto senza pregiudizio.
Io ho le mie ragioni.
Io ho sempre ragioni per fare tutto ciò che faccio, dall'ordinare un piatto di pasta a mandare un curriculum.
E, se mi conosci, se mi parli, se leggi quello che scrivo, lo sai.
Eppure, tutto ciò che sono io in questa storia è stato ignorato: l'importante era perculare la povera pazza che va in giro con il defunto cane.
Pazienza, in quel momento ciò che mi premeva era far sapere a più persone possibile che, se avessero trovato una borsa, avrebbero dovuto non ignorarla.
Perché è così che funziona adesso, nel nostro mondo: si ha paura di tutto, se si trova una borsa per terra non la si apre e la si porta ai vigili, ecc, la si ignora o, peggio, la si fa esplodere.
Volevo solo dire a tutti: se trovate una borsa non ignoratela, è mia e dentro, oltre a portafoglio, ecc, c'è una cosa davvero importante.
Sapevo benissimo che il fatto che venisse trovata da un estraneo fosse solo UNA possibilità, una delle tante: prima di quella c'era infatti la possibilità che fosse stata gettata in un cassonetto e si trovasse già in discarica, oppure c'era la possibilità che il ladro avesse aperto il sacchetto con le ceneri e le avesse gettate chissà dove.
Ma il chiedere aiuto via internet o giornale cartaceo era una possibilità e io l'ho sfruttata.
Non male, per una pazza, pensare a tutte queste cose.
Comunque, mai mi sarei aspettata questa ondata di dissensi, giudizi, insulti.
Soprattutto da chi reputavo più che conoscente, quasi amico.
Perché degli altri, dai, cazzomene: sarebbe un insulto alla mia intelligenza farmi toccare da offesucce protette dallo schermo di un computer.
Mi sarebbe piaciuto però che qualcuno avesse avuto i coglioni di argomentare il suo dissenso. Mi sarebbe piaciuto che qualcuno argomentasse con qualcosa di più del semplice "non ci si portano dietro le ceneri del cane". Mi sarei meritata una possibilità di dibattere faccia a faccia.
Non l'ho avuta, pazienza.
Ho corretto le mie aspettative, ho abbassato ulteriormente l'asticella.
A trentun anni, mi tocca imparare il limbo. Eh, vabbè.
Comunque, ringraziando infinitamente tutte le persone che, nel loro piccolo, mi hanno aiutato (mi ricorderò di voi), lascio il mio commento a caldo sulla vicenda.
A costo di risultare boriosa, quello che segue è un buon esercizio di argomentazione, leggendolo potreste imparare qualcosa.



: DUNQUE.
Mi hanno rubato una cosa e sto facendo tutto ciò che è in mio possesso per riaverla.
Ho condiviso post sul MIO profilo e ho condiviso post sui gruppi alessandrini con maggiore visibilità.
Se io so di aver fatto tutto quello che potevo fare, dormo serena. Funziono così.
Quello che non ho fatto è invece chiamare i vari giornali per far scrivere di me: ho mandato solo un messaggio a Marcello Feola del Piccolo, ma in quanto amico, non giornalista.
Dai vari giornali sono stata contattata e ho risposto a varie domande, non a quelle che sapevo benissimo avrebbero portato a risvolti barbaradursiani.
Questo, di nuovo, per far sapere a più persone possibile che sto cercando quello che mi è stato rubato. Per dire alle persone che, se vedono una scatoletta di legno per terra, non devono averne paura ma portarla ai vigili.
Tutto ciò a voi andrebbe benissimo se nella scatola ci fosse stato, che ne so, l'anello che apparteneva a mia nonna, un orologio, ecc.
Ma, trattandosi delle ceneri del mio cane, paradossalmente (poi vi spiego che cosa sia un paradosso) questo non vi va bene.
Posso sapere perché?
Davvero, mi interessa.
Innanzitutto uno potrebbe avere le ceneri del cane in macchina per svariati motivi, per esempio per andare a scegliere un'urna di metallo e non di legno e avere bisogno del sacchettino come misura.
Voi, comunque, non lo sapete. Non sapete il motivo per cui le ceneri erano lì. Sapete solo CHE fossero lì.  E perché non lo sapete?
Perché io non l'ho scritto.
Io ho solo comunicato il dato: mi hanno rubato questo e lo rivorrei.
Il resto sono vostre interpretazioni.
Poniamo invece il caso che io mi portassi dietro le ceneri per motivi sentimentali.
Questo è da pazzi? È irrazionale?
Lo accetto, ma dovrete argomentare.
E sapete che, in questo ambito, questo piccolo culo potete continuare a baciarmelo.
È rischioso buttarla in dialettica con me ma, se volete lo stesso provarci, se ritenete di avere argomentazioni valide, potete parlarmene di persona e contattarmi al 339.5931391 e dirmi in faccia che sono un'idiota.
Perché, sapete, io potrei condividere il fatto che sia macabro fare quello che ho fatto, ma sulla follia, raga, non mi ci impelagherei se fossi in voi.
Perché io lavoro allo stadio e vi vedo piangere come vitelli per una partita di calcio senza permettermi di giudicarvi.
Vi vedo perdere la dignità per i vostri fidanzati.
Vi vedo perdere la dignità per la vostra fede politica.
Vi vedo quando schizzate in aria tanto siete irrazionali.
Quindi, non so quanto convenga a voi prendere per il culo me.
Anche perché, io adoro il black humor, soprattutto se ne sono io l'oggetto.
Per esempio, se foste un po' brillanti, mi avreste mandato un messaggio con scritto:
"Giada, guarda che dal portare le ceneri del cane in borsa a tatuarsi una balena blu è un attimo!"
E avrei riso con voi.
Perché mi vedo, eh.
Mi vedo mentre rovisto nei cassonetti, mi vedo mentre vado di casa in casa, mi vedo mentre parlo coi tossici dei giardini, mentre mi infilo nel rudere davanti alla stazione.
Lo vedo quanto è trash quello che mi è capitato.
Lo vedo quanto sono trash i giornalisti che mi chiedono la razza del cane e mi vogliono far piangere al telefono.
E allora?
Mi hanno rubato una cosa e mi sono mossa razionalmente per riaverla. Ho fatto quello che andava fatto razionalmente: scriverlo sulla piazza più grande, Facebook.
E voi che mi giudicate pazza, o forse anche stupida, ditemi un po', visto che almeno io la mia lingua l'ho imparata e le elementari le ho portate a termine con successo, tanto da poter scrivere commenti con un nesso logico e con una buona grammatica: come ci si sente a essere più stupidi di chi giudicate stupido? E più sfigati di chi giudicate sfigato?
Male, per questo vi sfogate su internet.
Lo sfogo dettato dalla sfiga.
E vi sfogate non con l'interessata, non sia mai!, alle sue spalle.
Perché, voi che mi avete preso per il culo, l'amicizia me l'avete chiesta eh. Eccome.
Quindi, forse forse, a fare pena non sono io.

P.S. Preparatevi perché se in futuro mi ruberanno la borsa con la dentiera di mia nonna vi faccio girare tutti gli stomaci.

P.P.S. Più importante: grazie a chi mi sta dando una mano in questa, com'è che si chiama?, follia: siete persone buone.
Oltre ai miei amici, ci sono persone che, pur non conoscendomi, si sono fatte in quattro per me. A loro la mia riconoscenza.

2 commenti:

  1. Cara Giada come sappiamo il mondo è popolato da merde. Merde insignificanti che godono del dolore altrui. Perché il punto non è che tu hai perso le ceneri del tuo amato Neuro, il punto è che tu hai chiesto aiuto è da buoni umani disumani la gente non ti ha aiutato ma ti ha giudicato. Ora io mi chiedo quale giovamento ha portato alla loro vita deriderti invece di aiutarti o stare zitti e pensare a quanto sn patetici, infelici e cornuti. Il punto è che è più facile sentirsi fighi nel deridere che sentirsi fighi nell'aiutare anche solo con una parola di supporto. Il punto è che hai fatto bene. Hai fatto bene a fare tutto quello che hai fatto ma soprattutto hai fatto bene,se l'hai fatto, a mandarli tutti affanculo. Ti voglio bene V.

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