mercoledì 7 giugno 2017

Tre mesi








: non so bene neanche cosa scrivere, perciò sarebbe più saggio non farlo.
Ma ti voglio ricordare, fissare su un foglio virtuale.
Perché te lo meriti, perché tiravi fuori il meglio di me. E non è poi così facile.
Ti voglio ricordare perché spero sia terapeutico. Anche se so che non lo sarà.
Sono tre mesi che non posso più vederti, accarezzarti, farmi slappare la faccia.
Filosoficamente, sto riflettendo su due concetti: vuoto e relatività.
Sentimentalmente, sto annaspando.
Se il vuoto è vuoto, come può pesare?
Come puoi sentirlo così vividamente?
È vuoto, no?
Il vuoto è nulla, non esiste.
Non esiste?
Ma allora come può avere conseguenze?
Come può causare qualcosa?
E così via. È il brutto di non aver scelto di impegnarmi nella fisica, ecc.
E come non passa il tempo quando non ci si diverte, eh?
Come cambia la percezione del passare dei giorni, quando questi giorni si alternano in una coltre di fumo nero?
Cazzo, se cambia.
Sono solo tre mesi, ma sembrano ere.
Il tutto per "solo un cane".
Che responsabilità che hai, cane.
Nessuna persona, vivente e non, ha mai avuto questo potere.
Il potere di influenzare le mie percezioni.
E forse è proprio il mio pessimo rapporto con gli esseri umani che ha reso possibile il mio morboso attaccamento verso un essere non umano.
Chissà, è un problema che non attrae il mio interesse.
Non ora, almeno.
Perché ora mi manchi, e il mio interesse è solo per te.
Ovunque tu sia.

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