giovedì 8 novembre 2018

Io mangio la merda





: oggi in treno ho deciso di condurre un esperimento sociale commissionato da un ente importantissimo per le sorti del mondo, meglio noto come “me medesima- me stessa- chicazzomelhachiesto”.
Apro la mia schiscetta con dentro un cibo alquanto odoroso e mi metto a mangiare, in mezzo ad altri pendolari.
Non è che stia mangiando la merda ma, comunque, di qualunque cosa si tratti, aprendo il coperchio diffondo un odore che potrebbe non essere gradito a tutti.
Nelle orecchie ho una musica assordante, magari apprezzata da qualcuno, ma non richiesta: sto praticamente obbligando il mio vicino ad ascoltare quello che sto ascoltando io.
Terminato il contenuto del tapperware, decido di mangiarmi anche qualche grissino.
Qualche rumorosissimo grissino.
Mastico sempre (ovviamente) con la bocca chiusa ma questo, per un misofonico cronico, non ha rilevanza: sono comunque fastidiosa.
Non contenta, cerco ossessivamente un cioccolatino nel sacchetto del pranzo, muovendomi con la grazia e la quiete di una scrofa in un lago.
Inoltre, sono conscia di avere delle briciole sul labbro ma non ci penso nemmeno a usare il tovagliolo: me le lecco via.
Noto un ragazzo che mi fissa, non so se sia turbato o meno. Me ne frego.
Insomma, faccio molte cose che io detesto.
Non tanto per ciò che faccio, ma per come lo faccio: un trionfo di noncuranza e menefreghismo, come se il treno fosse il mio, come se ci fossi solo io.
Risultato: mi sono sentita una ladra.
Mi sono sentita male, male proprio. A disagio, fuori luogo, moralmente riprovevole, una sciocca (sciocca!).
Perciò, chiedo con genuina curiosità, genuinamente senza giudizio, quando cagate sul principio del “non fare agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi”, regola empaticamente (per non dire moralmente) aurea non solo per i figli di uno specifico Dio ma anche per noi poveri agnostici, lo fate perché?
Perché, banalmente, siete egoisti?
Inconsapevoli?
Stronzi?
Come fate a cagarci sopra senza sentirvi fuori posto o, semplicemente, in colpa?
O, forse, devo ricavarne che vi stiate comportando perfettamente in linea con quel principio e il trattamento che riservate agli altri sia esattamente quello che volete ricevere?
È così?
State trattando gli altri esattamente come vorreste essere trattati?
Buono a sapersi, allora.

P.S. Mentre sto mangiando con gusto, il treno si ferma in una stazione e, dal finestrino, vedo un ragazzino che continua a sputazzare. Tipo un lama, con una riserva a quanto pare infinita di saliva.
E il mio flusso di pensieri, insieme alla nausea, si dirige immediatamente verso un’altra fondamentale questione:
se foste costretti, con una pistola puntata alla tempia, preferireste ingoiare un bicchiere di saliva altrui, di muco altrui, di vomito altrui, di sudore altrui, di sebo altrui o di merda altrui?
Io, sinceramente, non saprei.
Davvero, sono indecisissima.
Merda, credo.
Anzi, sì, certamente merda.
Sempre escludendo l’eventualità di farmi spappolare l’encefalo anziché fare una scelta.
In ogni caso, come potrete intuire, i miei pensieri sono delle grandissime puttane concettuali: passano continuamente da un argomento all’altro.
Perciò non sentitevi tanto importanti, se ve ne dedico uno tra Arquata e Ronco Scrivia.

E non ho incluso la pipì tra le opzioni perché, dai, troppo facile.

E, con questa immagine di me che ingoio un bicchiere di merda, esortandovi a coglierne la ricorrente metafora, vi auguro una buona giornata.
Da stronza a stronzi.

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