giovedì 8 novembre 2018

Sciopero (26 ottobre)











: il tempo (ahimè) passato e gli studi condotti hanno contribuito a sedare una mia tendenza pericolosa per la società: l’indole totalitarista.
Di natura, a livello bestiale, puramente istintivo, io sono per il regime.
Il mio, possibilmente.
Non è una cosa bella, lo so.
Per questo l’ho modificata o, meglio, cerco di modificarla giorno per giorno da molti giorni, direi anni.
Non abbiamo colpe per i buchi nel cervello che abbiamo alla nascita, abbiamo colpe se ci rifiutiamo di colmarli durante la crescita. Io mi sforzo continuamente, di colmarli, e per questo clap clap, batto auto-cinque, auto-pacca sulla spalla.
Ma.
Ci sono ancora dei casi in cui tenere a bada il Minotauro che abita l’ala Ovest della mia anima richiede uno sforzo sovrumano, estenuante.
Tipo oggi.
Oggi (e dura da ieri) c’è sciopero nazionale dei vari Caronti.
Ciò significa che la nazione è letteralmente bloccata.
Questo è, per la mia un po’ così, con quella passione per le frustate un po’ così, ancora inaccettabile: tolleranza zero per chi, per far valere un proprio diritto, caga sui diritti degli altri.
Per avere un weekend lungo autunnale.
Perché si può, perché è un dirittoh!
Perché così si fa capire che la propria presenza è importante.
No, non lo è.
La presenza del treno è importante, il “chi” lo fa partire è una contingenza del cazzo.
E morto un contingente se ne fa un altro.
E mi sa che mi fermo, perché poi mi conosco e vi faccio ingozzare una ribollita di merda che la digerite in tre anni.
Comunque, è un mio limite cognitivo, lo so.
Lo soffoco, lo rendo innocuo.
Domani.

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