domenica 17 novembre 2019

Dall’archivio: Nobel a Dylan





: accadde oggi nel 2016, quando non avevo troppo gradito il Nobel a Bob Dylan.


Quando ero (più) giovane gli scostanti mi attiravano un sacco.
(Spero si apprezzi la scelta stilistica di usare la parola "scostanti").
Ero attratta esclusivamente dai prendi-una-donna-trattala-male-lascia-che-ti-aspetti-per-ore.
Poi hanno iniziato ad annoiarmi: la loro prevedibilità a volte tocca vette altissime.
Ma, soprattutto, ho capito che chi ha bisogno di fare lo scostante, il birichino, il carnefice, è perché ha poco altro da offrire: il suo essere speciale sta esclusivamente nell'essere "cattivo" e, se fosse buono, se fosse "il bravo ragazzo", non avrebbe tutto questo successo. Non c'è niente oltre a quella muffa: se la gratti via non trovi niente, non c'è un mondo meraviglioso. C'è la noia.
Come quelli che hanno un look ribelle, pieni di tatuaggi e marchi a fuoco, e poi quando aprono bocca ti accorgi di quanto siano conformisti. E noiosi.
Appunto, sento la noia attanagliarmi.
Facendo lo strano, la "testa calda" apposta, mi annoi.
Non ritirando un'onorificenza dicendo di "avere altri impegni", mi annoi.
Scostante, birichino, particolarissimo... e noiosissimo.
Se sei figo e lo vuoi far sapere a tutti, il premio lo rifiuti (ciao Jean-Paul, bisous!).
Se, dopo aver tenuto l'Accademia sulle spine, lo accetti (ma va?) e poi, sorpresona!, non ti fai trovare, sei un bambino noioso.
Robbè, sei noioso. Prevedibilmente noioso. 

...quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato "sfigato"?

G-postilla: mi baso sulla lettera che il caro Bob ha inviato all'Accademia.
Se poi ha motivazioni più serie, se c'è qualcosa che non ci è dato sapere, se gli è morto il gatto, se ha le emorroidi, sarò ben lieta di rettificare. Bisous.

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