mercoledì 13 novembre 2019

Nell’intimità della tua cameretta






: c’è un’espressione che ho fatto mia tanti anni fa ma di cui non ricordo la fonte (e non scaverò nei meandri della mia memoria per paura dei fantasmi) ed è “nell’intimità della tua cameretta”, che uso per dire “quando sei solo con te stesso”.
Quel momento prima di dormire, per esempio, in cui tu sai. In cui tu senti. In cui tu ti senti.
È l’ora della coscienza.
Perché, vedi, puoi raccontartene di balle, durante il giorno.
Puoi raccontarne anche agli altri.
Puoi anche giustificare le tue scelte, le tue azioni, anche quelle che non ne avrebbero di giustificazioni umanamente accettabili.
Ma in quel momento, nell’intimità della tua cameretta, tu sai.
Sai cosa hai fatto, il perché l’hai fatto, il come l’hai fatto.
Sai che hai sbagliato. 
Oppure sai cosa ti hanno fatto, il perché l’hanno fatto, il come l’hanno fatto. O, almeno, te lo domandi.
Sai che hai perdonato, ma sai che non avresti dovuto.
Sai che non hai perdonato, ma sai che avresti dovuto.
Sai cosa vorresti, davvero. Non quello che ti consigliano di volere, quello che fa figo volere, quello che è “giusto” volere.
Perché sai tutto, nell’intimità della tua cameretta.
Perché è il momento dell’io profondo.
Che sa. Che spera.
E che non dorme.
Sì, è teatro d’insonnia, l’intimità della tua cameretta.
Se è veramente intima.
Se è veramente tua.


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