venerdì 8 novembre 2019

Io sono Gggiada, sono una donna, sono un’aristotelica, sono un’allergica






: oggi scade il mio primo mese di disintossicazione.
Che, detta così, rimanderebbe a qualcosa di squisitamente immorale.
Invece, per un cazzo.
Invece è solo un mese che devo stare attenta a quello che tocco, che mangio, che indosso.
Sprecare sinapsi per concentrarmi sulla banale materia è per me qualcosa di estremamente irritante.
Sprecare sinapsi per concentrarmi su ciò che è immediatamente osservabile mina il mio io, la mia essenza, la mia natura.
Ma, se dai piani alti hanno deciso così, incasso e vado avanti: chi sono io per contrastare il volere dell’universo?
Sono una che si incazza forte con i propri simili ma poco con l’ineluttabile.
(Se avessi velleità influenceristiche ora sarebbe il momento di utilizzare la parola “resilienza”.)
Anche perché, lo rafforzo ché non fa mai male, un’allergia improvvisa non è una tragedia.
Le tragedie sono altre, ne abbiamo appena avuto una prova.
Lo so e me lo ripeto continuamente.
Me lo dimentico, talvolta, ok.
Me lo dimentico quando inizio a gonfiare all’improvviso.
Quando divento viola.
Quando passo la notte a grattarmi.
Quando il prurito ci mette ore, tante ore, a passare.
Quando sono così debilitata che non riesco a fare ciò per cui sono stata creata, riflettere, analizzare.
Quando penso al perché mi sia venuta questa allergia, ché lo so perché è arrivata, ché col cazzo che ha una causa caduta dal cielo.
Quando vedo che sto attentissima anche all’aria che respiro ma non passa. E, perciò, saranno solo nichel-frumento-latte o ci sarà altro?
Quando mi dicono “Ah, mia cuggggggina è allergica al nichel ma mangia i saccottini al ciocciolato!” e io li guardo e dico, per farli contenti, per esplicitare il loro sottinteso implicito, “Eh, sarò io che sono sfigata!”.
Il che è vero, sono sfigata, perché ho un sistema immunitario di merda ma non è ancora una tragedia, quindi non posso nemmeno avere l’ardire di lamentarmi.
Infatti, poi, rinsavisco, mi mangio un muffin solo riso, faccio l’amore con il mio nuovo fidanzato, il Robilas 20 mg, e vado.
E sopravvivo.
Anzi, vivo.
Ché ho proprio poco da lamentarmi.

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