giovedì 21 novembre 2019

La borsa abusiva






: non ho dormito.
E, quando io non dormo, non dormo forte.
Perciò, sono sul nervosetto. Non da strage, eh. Solo leggermente intollerante.
Sono dal medico.
Studio pieno.
Una sola sedia libera da essere umano ma occupata da borsa voluminosa.
Mi appoggio al muro, in piedi, fissandola.
La proprietaria della borsa, invece, fissa il vuoto con quell’adorabile vacuità nello sguardo, propria dei grandi erbivori.
Sposto i miei occhi su di lei.
Cioè, sul serio, non la togli quella cazzo di borsa?
Sul serio non la toglie.
Sul serio non ha quell’automatismo -frutto di una basilare educazione, eh, non di una mistress pedagogica- che dovrebbe immediatamente portare a liberare la seduta, essendoci una persona in piedi in attesa di appoggiarci sopra il culo.
Oppure.
Oppure è proprio una stronzetta.
Quello stronzetto mediocre, senza troppe pretese, solo fastidioso. Proprio come piace a me, adatto alla sevizia.
Lo testo.
Mi schiarisco la voce, indicando la sedia.
Ehm, ehm!
È già tanto che non picchi il piedone sulla piastrella.
E lei: “Oh!”, come se non si fosse accorta prima della mia presenza.
Fa per spostare la cazzo di borsa ma il medico apre la porta e la chiama.
E mi guarda, facendo spallucce, accennando un sorrisetto di cortesia come per dire “Siediti pure!”.
Grazie, eh.
Grazie per avermi inconsapevolmente lasciato così, insoddisfatta.
Sarà stata stronzetta oppure no?
Chissà.
Io so solo che, per oggi, dovrò trovarmi un altro agnello sacrificale.

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